Dio di misericordia
Il tuo bel Paradiso
L’hai fatto soprattutto
Per chi non ha sorriso
Per quelli che han vissuto
Con la coscienza pura
L’inferno esiste solo
Per chi ne ha paura
(‘Preghiera in gennaio’, Fabrizio De Andrè)
L’11 gennaio è una giornata triste per i fan di Fabrizio De André. Esattamente 25 anni fa, infatti, il cantautore genovese moriva prematuramente a causa di un carcinoma polmonare che non gli ha lasciato scampo. Per celebrare la sua immensa eredità poetica, in questa giornata in tante piazze d’Italia le persone si ritrovano per suonare e cantare all’unisono le sue canzoni, soprattutto dopo l’avvento dei social che hanno reso più semplice la condivisione di questo genere di eventi.
Ma c’è una piazza, in particolare, che si ritrova ogni anno fin dal primo anniversario della scomparsa del cantautore, fin dall’11 gennaio del 2000. Una piazza in una città non casuale: ma a Rimini, alla quale De André ha addirittura dedicato un album che prende il nome da una delle sue canzoni più famose. In realtà non è neanche una vera e propria piazza: quella – la grande piazza Cavour, sede del Palazzo Municipale, luogo di shopping e aperitivi – è proprio di fianco al luogo scelto per incontrarsi. Un po’ defilati, con un occhio sul mondo che passa ma restandone al margine. Proprio come avrebbe voluto De André.
Da 25 anni a Rimini ci si ritrova nella Vecchia Pescheria, una pittoresca loggia coperta con panchine e fontane per pulire il pesce, che una volta veniva appunto venduto in questo luogo oggi così magico. Se si ascolta bene, qui sembra quasi di sentire la voce di Caterina Rossi, la pescivendola che si sente urlare alla fine di ‘Crêuza de mä’, e dei suoi colleghi del mercato del pesce di Genova, le cui grida sono state immortalate nella chiusa di uno dei brani più belli del cantautore. Sotto alla Vecchia Pescheria si ritrovano persone di ogni età: ci sono anziani che De André lo hanno conosciuto fin dagli albori, giovani che hanno “ereditato” la passione da nonni o genitori, bambini che quella passione la stanno ereditando ora. E, nonostante il freddo, l’atmosfera è caldissima.
A dare vita a questo ritrovo annuale rinominato ‘Specialmente in gennaio’, nel lontano 2000, furono due riminesi amici per la pelle fin da bambini, che hanno sempre condiviso la passione per De André: Davide Lotti e Samuele Zerbini, che De André hanno avuto la fortuna di vederlo dal vivo in un paio dei suoi ultimi concerti (tanta invidia: chi scrive l’11 gennaio del 1999 aveva appena 7 anni…). “È nato tutto in maniera molto casuale e spontanea – racconta Davide – L’11 gennaio del 2000 io e Samuele ci siamo guardati e abbiamo detto: perché non andiamo con le chitarre a suonare qualche canzone di De André sotto la Vecchia Pescheria? Abbiamo chiamato alcuni amici, il primo anno eravamo appena una decina. E da quel momento ogni anno abbiamo continuato con questa tradizione, è diventato un appuntamento fisso”.
Con l’arrivo di Facebook, dopo qualche anno, grazie al passaparola social il ritrovo è diventato molto più partecipato: “Ora siamo molti di più e tra di noi sono nate anche tante amicizie – continua Davide – Nonostante questo, l’evento continua a mantenere la sua connotazione spontaneistica: ci è stato proposto di renderlo una cosa più strutturata con un palco, ma abbiamo sempre rifiutato, proprio perché volevamo che continuasse a essere una cosa più intima. Da qualche anno ci portiamo dietro giusto due piccoli amplificatori portatili, perché senza amplificare era diventato tecnicamente ingestibile”.
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L’organizzazione del raduno è ai limiti della semplicità: “Chi vuole arriva, suona e canta – spiega l’organizzatore – Certo, ormai si è creato uno “zoccolo duro” di una dozzina di musicisti che da 15 anni vengono a suonare. Ma chiunque può venire e chiedere di suonare un brano: noi gli diamo chitarra e microfono e via! A volte così facendo si scoprono dei talenti incredibili, l’anno scorso abbiamo ascoltato due ragazze che avevano una voce pazzesca e un ragazzo italo-argentino che ha cantato una canzone in una sorta di slang italo-spagnola stupenda. E poi ogni anno vengono coinvolte persone che passano da lì per caso e si fermano con noi a cantare. In mezzo alla folla ci sono persone di ogni generazione ed estrazione sociale, dai bambini agli anziani, è una cosa bellissima”.
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Una tradizione, quella riminese, che non si è mai fermata: “Ricordo alcune edizioni fatte sotto la pioggia, nel 2005 c’era un metro di neve – riporta alla memoria l’organizzatore – Per fortuna i gestori della zona ci hanno preso in simpatia e ci portano vino e i “funghi” per riscaldarci. Dal 2020, poi, abbiamo deciso di fare il “bis” d’estate: ogni anno tra giugno e luglio ci troviamo sul mare, all’ancora del porto di Rimini, e cantiamo e suoniamo tutti assieme”. Guardando verso il mare, tra i gelati e le bandiere, a cercare amori persi a Rimini d’estate.
Fonte : Today