ÉTRETAT, Normandia – Una grandiosa falesia di roccia bianca, resa ancora più affascinante dall’arco naturale di Manneporte, con due grandi spiagge di ciottoli candidi: nelle belle giornate il mare è di uno straordinario blu, ma nei mesi invernali le onde possono essere alte e tempestose, mentre il cielo regala nuvole spettacolari.
CHARMOUTH BEACH, Regno Unito – Rocce a strapiombo, onde lunghe e impetuose, una splendida spiaggia color ocra: Charmouth si trova nel Dorset ed è molto conosciuta dagli appassionati cercatori di fossili, i quali la frequentano soprattutto nel periodo invernale, quando i venti tesi e le onde di burrasca portano alla luce interessanti reperti dell’età del ferro.
MONT SAINT MICHEL, Normandia, Francia – Un sito celeberrimo e di grande impatto scenografico, dove si registrano li movimenti di marea più ampi d’Europa: siamo a Mont Saint-Michel, circondata da dune di sabbia bruna di bellezza stupefacente, o dalle acque del mare che la trasformano in isola. Anche nei momenti di bassa marea è opportuno addentrarsi con la massima cautela sul lido, e farsi accompagnare da guide locali ed esperte perché la sabbia impregnata di acqua può creare dei banchi insidiosi, simili alle sabbie mobili.
SPIAGGIA DEI DIAMANTI, Islanda – La spiaggia chiamata Diamond Beach si trova ai confini con il Parco nazionale del Vatnajökull, nell’Islanda sud-orientale. Deve il suo nome ai pezzi di ghiaccio di varia dimensione che si staccano dagli iceberg generati dal vicino ghiacciaio Breiðamerkurjökull e che costellano il mare circostante e vengono portati a riva dalle onde. La sabbia nera, di origine vulcanica, fa contrasto con il colore dei blocchi di ghiaccio, bianchi ma anche blu, turchesi e persino gialli se contengono solfuri vulcanici.
REYNISFJARA, Islanda – Natura selvaggia dall’aspetto ostile anche sulla costa dell’Islanda meridionale a Reynisfjara, con la sabbia di uno spettacolare colore nero. Si dice sia la più pericolosa al mondo: per visitarla in sicurezza è bene tenersi molto lontano dalla battigia a causa delle frequenti onde anomale che possono abbattersi senza preavviso sulla riva. La spiaggia è dominata da due grandi faraglioni, i Reynisdrangar. che secondo la leggenda, sarebbero due troll pietrificati dal sopraggiungere dell’alba.
HAUKLAND, Isole Lofoten, Norvegia – I colori possono trarre in inganno: la sabbia bianca e acque cristalline fanno pensare a una località dei Caraibi, ma la temperatura dell’aria e soprattutto dell’acqua richiamano subito alla realtà: ci troviamo infatti nelle isole Lofoten, a poca distanza dal Circolo Polare Artico. Fino a qualche anno fa questa spiaggia quasi inaccessibile era conosciuta solo dalle persone del luogo, ma oggi è visitata da moltissimi turisti, incuriositi dalle foto pubblicate sui social.
INCHYDONEY BEACH, Irlanda – Inchydoney Beach è molto popolare sia tra la gente del luogo che tra i viaggiatori. Si trova a circa 60 chilometri a sud-ovest della città di Cork, ed è una delle spiagge più belle e conosciute d’Irlanda. D’estate è molto frequentata dai surfisti, ma occorre fare molta attenzione ai cambi di marea.
HOT WATER BEACH, Nuova Zelanda – Dopo tanto freddo, passiamo al caldo: a Hot Waters Beach si trovano probabilmente le acque più calde del mondo, tanto da richiedere una certa cautela per non scottarsi, ma capaci di trasformare la spiaggia in una sorta di Spa. La spiaggia sorge infatti sopra una sorgente vulcanica, situata a sud di Mercury Bay, nella regione di Waikato, dalla quale l’acqua sgorga alla temperatura di 66 gradi. Filtrando attraverso la sabbia, si mescola all’acqua di mare: basta individuare il punto di risorgiva e scavare per qualche centimetro per creare una pozza tiepida.
COX BAY BEACH, Canada – Molto amata dai surfisti, è una delle spiagge più celebri del Canada. Affacciata sull’Oceano Pacifico, nei pressi della città di Tofino: con i suoi 1500 metri di lunghezza, offre sabbia finissima e acqua gelida tutto l’anno.
GROENLANDIA – I cambiamenti climatici stanno riavvicinando, purtroppo, questa regione del mondo al suo antico nome che significa “terra verde”, ma la stanno anche rendendo più accessibile come meta di viaggio. La credenza che il nome sia derivato dalle distese erbose trovate dal norvegese Erik il Rosso, esiliato in questa terra ai confini del mondo in età medievale, è stata smentita dalla scienza: i carotaggi dei ghiacciai groenlandesi hanno scoperto che le polveri e l’aria intrappolata nel ghiaccio risale a oltre 110.000 anni fa, epoca dell’ultima glaciazione.
Fonte : TgCom