Quell’inferno in cui si era disposti a scendere se accompagnati dal condottiero Mou, comincia a far sentire il suo calore. Ed a bruciare, però, non è il fuoco della passione, che pure i tifosi giallorossi non hanno mancato di esternare presentandosi in massa all’appuntamento di Coppa Italia che proponeva la sfida alla Lazio. A gettare benzina nelle fiamme della rabbia c’è la sconfitta subita nel derby, la quale ha fatto esplodere quell’insoddisfazione già generata da un’annata che per la Roma sta prendendo una piega ben diversa dalle aspettative: la zona Champions lontana, un obiettivo stagionale sfumato (la coppa nazionale) come lo è stato del resto il primo posto in un girone di Europa League nel complesso abbordabile, ma concluso alle spalle dello Slavia Praga che obbligherà ad un pericoloso spareggio contro l’ostico Feyenoord il prossimo mese.
Impensabile, solo qualche mese fa, che potesse prendere forma così tanto rancore e frustrazione, palesatesi sui social dove comincia anche ad affiorare anche il malcontento proprio nei confronti di chi aveva assunto il ruolo di condottiero. Esternato con il conforto dei numeri (poco più di un punto e mezzo di media in Serie A, terza eliminazione consecutiva in Coppa Italia e tre derby persi degli ultimi quattro conclusi senza segnare gol, sette sconfitte in tredici trasferte stagionali), ma anche rimarcando l’atteggiamento di una squadra apparsa rinunciataria, che nella sfida ai biancocelesti ha prodotto la prima nitida palla gol solo nel finale.
E così, nel day after del derby restano le giustificazioni del tecnico lusitano che se la prende con il rigore fischiato contro, l’ennesima problematica muscolare che ha messo fuori gioco un Dybala su cui, ormai si è capito che si potrà fare affidamento solo part-time, ma anche l’inadeguatezza di una rosa sfiancata da reiterate problematiche fisiche (Dybala a parte, Smalling e Renato Sanches ormai fissi in infermeria) ed impegni con le nazionali (al momento sono fuori Ndicka, Aouar ma anche Azmoun farà le valigie per rispondere alla convocazione dell’Iran). Con la prospettiva, inoltre, di un mercato invernale che a parte il promettente Huijsen arrivato dalla Juventus e – forse – un altro difensore, difficilmente regalerà rincalzi di prestigio, perché subordinato a cessioni che non sembrano garantire adeguata monetizzazione.
Accantonando per un attimo quello che sarà il futuro, da pianificare dopo la nomina di un nuovo direttore sportivo al posto di Pinto che saluterà il 31 gennaio, per la Roma c’è intanto un presente che allarma. Ora arriva la trasferta di San Siro contro il Milan alle porte, mentre la piazza ribolle e si avverte la necessità di invertire una tendenza negativa. A Mourinho il compito di estrarre dal mazzo il jolly, dopo aver ripetutamente mischiato le sue carte, alla dirigenza quello di ragionare se valga la pena affrontare un nuovo corso (con relativo cambio di guida tecnica e profondo restyling dell’attuale rosa) anche andando incontro ai malumori del popolo giallorosso – o perlomeno di una fetta di esso – ancora legato allo “Special One”. Ed al pubblico quello di proseguire nel pazientare: che, dopo il derby perso così, sembra l’esercizio più complicato dei tre da svolgere.
Fonte : Today