Martin Scorsese non si sente parte di Hollywood: ‘Sono sempre un outsider’

Martin Scorsese è un outsider: non è solo il suo corpus cinematografico, da Taxi Driver a Killers of the Flower Moon a dirlo, ma è anche il regista stesso a definirsi tale in una delle sue ultime interviste per The Wrap.

Autore di pietre miliari del cinema e di grandi successi cinematografici, Scorsese arrivato all’età di 81 anni non ha perso la forza creativa e la capacità di creare storie originale e profonde. La dimostrazione di questa vitalità artistica è il suo ultimo film, Killers of the Flower Moon, una storia che indaga le origini violente del mito americano, e definito “un capolavoro” fin dalla sua prima proiezione al Festival di Cannes. Scorsese, che ha realizzato i suoi ultimi due film per delle piattaforme streaming (Killers per Apple e The Irishman per Netflix), si è espresso sulla difficoltà di lavorare con gli studios hollywoodiani tradizionali: Gli ultimi quattro film che ho fatto sono stati finanziati in modo indipendente. Non sono sicuro che gli studios…prima di tutto, ho 81 anni. Se sono fortunato, posso fare ancora uno o due film. Cosa se ne farebbero di me a questo punto? Gli studios al giorno d’oggi, cosa sono interessati a produrre? Io posso essere incluso? Non credo. Onestamente, non credo” ha dichiarato il regista.

“Sono sempre stato un outsider. Volevo farne parte [del sistema degli studios] ma non l’ho mai fatto. Non ne facevo parte e basta. Accetti che va bene essere un outsider. Sai, abbiamo lavorato con persone davvero brave in alcuni studios nel corso degli anni. Siamo stati fortunati” ha aggiunto il regista di Taxi Driver. Scorsese, dopo la storia sul lato oscuro e violento delle origini dell’America raccontata da Killers, è già al lavoro su un altro progetto: un film sulla figura di Gesù.

Fonte : Everyeye