“Questa è la situazione a Roma nella giornata di oggi” comincia così il report dello show di massimo ascolto su Rossiya 1, il principale canale televisivo russo. Sotto i riflettori l’adunata fascista di Acca larentia, svoltasi domenica 7 gennaio nella Capitale.
“In questo modo l’estrema destra italiana neofascista onora la memoria di tre neofascisti fratelli di sangue, il tutto con evidenti e non celati saluti romani, proprio a due passi dalla sede del Movimento Sociale Italiano, il partito neofascista che si è poi trasformato in Fratelli d’Italia”.
I passaggi saltati sono sicuramente tanti: dalla trasformazione dell’Msi in Alleanza Nazionale con la cosiddetta “Svolta di Fiuggi” di Gianfranco Fini, fino alla successiva nascita di Fratelli D’Italia. E ovviamente viene volutamente omesso che nessuna delle ultime due formazioni sopracitate dichiara legami formali con organizzazioni neofasciste. Ma non importa: per un pubblico non avvezzo alla nostra storia, l’evocazione coglie nel segno e funziona.
Perché immediatamente la conduttrice ricorda che Giorgia Meloni viene da quella storia ed è a capo di quel partito che “vuole riportare l’Europa alle sue origini, e l’educazione che ha allontanato molti europei dal nazismo è andata in fumo”.
Sono ovviamente falsità grossolane e semplificazioni frutto della propaganda russa che, dall’inizio della guerra in Ucraina (ma non solo), cerca di strumentalizzare la vittoria dell’Urss contro i nazisti nella seconda guerra mondiale . A Mosca la “Grande guerra patriottica” e il mito di Stalingrado sono da anni volutamente utilizzati per indurre l’opinione pubblica a una lettura del presente secondo la lente del Cremlino.
Così, da tempo, in Russia le potenze occidentali e l’Ucraina sono equiparate ai nazifascisti che, secondo la propaganda putiniana, attenterebbero ancora oggi all’integrità della Russia. Una narrazione abbastanza grottesca che si nutre di fake news, indottrinamento e a volte anche di notizie vere decontestualizzate, come quella del raduno fascista di Acca Larentia. Che sicuramente non rappresenta né l’Italia, né gli italiani, né si può affermare che sia in contiguità con i valori della maggioranza di governo, anche se alcuni dei suoi esponenti provengono dalla destra extraparlamentare degli anni ’70.
Ma, in mano alla propaganda russa, la figuraccia e lo spettacolo indecoroso dei saluti romani diventa planetario. Una ragione in più per non derubricare questi episodi come problema marginale.
Fonte : Today