“Quello che si è visto il 7 gennaio durante la commemorazione della strage di Acca Larentia suscita indignazione. È qualcosa di contrario alla nostra cultura acquisita e trasversale”. Sono le parole del ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, intervenuto in audizione presso la Commissione straordinaria per il contrasto dei fenomeni di intolleranza, razzismo, antisemitismo e istigazione all’odio e alla violenza.
Il titolare del Viminale ha parlato in merito ai saluti romani dei militanti dell’estrema destra. “Chi l’ha detto che la questura non abbia fatto e non stia operando l’identificazione delle persone, e soprattutto chi ha detto che questa identificazione e anche quello che è avvenuto non sia oggetto di relazione all’autorità giudiziaria per quanto riguarda le conseguenze?”, ha chiesto Piantedosi ai senatori presenti. “La questura – ha confermato – relazionerà all’autorità giudiziaria, che per quanto riguarda la valutazione sulla commissione di reati farà la sua parte ed è quello che sta avvenendo in queste ore”.
“Vietare e non osservare è meno proficuo”
“Quella manifestazione – ha spiegato – si tiene con quelle modalità da diversi anni, anche con una partecipazione superiore in passato. Se uno guarda i numeri che la questura di Roma ha sempre registrato potrei addirittura dire che sono in calo ma questo non toglie il valore o il disvalore di quelle immagini. Bisogna affrontare la questione da un triplice punto di vista: ordine pubblico, commissione di reati, aspetto educativo e culturale. Dal punto di vista dell’ordine pubblico debbo difendere le articolazioni operative: non possiamo delegare a chi è sul campo l’affermazione sacrosanta di certi principi e talvolta della legge. Chi gestisce l’ordine pubblico deve fare in modo che una manifestazione si concluda con modalità tali che prioritariamente non si registrino incidenti: è anche un principio di democrazia. Non dobbiamo assegnare all’autorità di pubblica sicurezza l’affermazione del quadro valoriale su cui si regge la civile convivenza. Vietare, e non osservare e trarne delle conseguenze, si è rivelato operativamente meno proficuo”.
Paita: “Bene Piantedosi, Meloni ancora non condanna
“Credo che quelle del ministro siano state parole nette – ha commentato la senatrice di Italia Viva, Raffaella Paita. Nel corso dell’audizione ho però sottolineato che parole chiare non sono venute da Giorgia Meloni, che non ha ancora avuto tempo, tra le varie dichiarazioni sui pandori, di dire una parola netta di condanna su quanto avvenuto nelle scorse ore”.
Le opposizioni chiedono al ministro di riferire in aula
Nel frattempo, dai banchi delle opposizioni si chiede al ministro di riferire in aula sui fatti del 7 gennaio. “Chiediamo a Piantedosi di riferire in aula. Non è un Paese normale quel Paese in cui si assiste ad un’indecente parata fascista, mentre si chiedono i documenti a chi grida ‘Viva l’Italia Antifascista’. Il Parlamento ha votato impegni precisi per il governo, ora sciolga le organizzazioni neofasciste”. Così il segretario di Sinistra Italiana e deputato dell’Alleanza Verdi Sinistra, Nicola Fratoianni, intervenuto in aula a Montecitorio. “Abbiamo assistito, per l’ennesima volta, alla vergogna e all’indecente parata fascista, centinaia di persone con il braccio teso, al grido di ‘Presente!’ convocate da un manifesto che recava in alto il simbolo della croce celtica e che ricorda gli anni più oscuri e tragici della vita della nostra Repubblica”, ha concluso Fratoianni. Dopo il suo intervento, i deputati dell’Alleanza Verdi Sinistra hanno gridato “Viva l’Italia antifascista”. A chiedere al ministro dell’Interno di riferire in aula anche la segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein, durante il quotino time.
Fonte : Today