Forse la premier Giorgia Meloni e il suo ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, stanno aspettando per posta l’atto del notaio che certifichi, davanti ai loro occhi, la nascita del Pnf, il nuovo partito fascista. E fin tanto che nessuno deposita il marchio, vietato dalla Costituzione, secondo loro il problema non si pone. Invece si pone, eccome. Perché è vero che in Italia il fascismo, ufficialmente, non esiste: eppure, ormai, è pieno di fascisti. L’esatto contrario della libertà che, come disse Leo Longanesi, in Italia non manca. È che mancano uomini liberi.
Come chiamare altrimenti quell’esercito di teste a palla da biliardo che si è riunito davanti all’ex sede del Movimento sociale italiano di Acca Larentia a Roma? Nostalgici? Indossatori di camicie da sera? Macache urlatrici al grido “presente”? Li abbiamo visti domenica 7 gennaio nella capitale (il video di RomaToday). Ma li rivedremo puntualmente durante l’anno a Milano. A Varese. A Predappio, dove nella casa natale di Benito Mussolini il Comune ha addirittura allestito da aprile 2023 a gennaio 2024 la mostra “Quando Predappio spiccò il volo”.
La mostra nella casa di Benito Mussolini
L’esposizione, secondo i curatori, illustra “da un lato, la vicenda storica e culturale di Predappio nel corso del Novecento, secolo che ha segnato profondamente questa città per aver dato i natali a Benito Mussolini…; dall’altro, la nascita dell’Aeronautica Caproni”. Con tanto di poster storico firmato Runa, che è l’acronimo di Reale unione nazionale aeronautica, ma è anche il carattere dell’antico alfabeto germanico che tanto piaceva ai nazisti.
Nella casa natale di Adolf Hitler, a Braunau am Inn in Austria, nessuno organizzerebbe una mostra sulle gesta della Luftwaffe nazista e sulle prestazioni dell’aereo Messerschmitt. Anzi, per evitare raduni nostalgici, il comune austriaco ha comprato l’immobile per trasformarlo in una stazione di polizia: se qualcuno va lì davanti e fa il saluto con il braccio teso, può essere facilmente filmato dalle telecamere di sicurezza e arrestato. In Germania e in Austria, quello che avviene tranquillamente in Italia, è reato.
Il governo Meloni è fascista? – di Fabrizio Gatti
Doveroso rivisitare la storia nei musei. Così come ricordare le vittime del terrorismo. Ma quello italiano è un continuo alludere, ammiccare, celebrare. Come dimostra la mappa esclusiva che Today.it pubblica nell’inchiesta di Daniele Tempera: Acca Larentia è l’ultimo atto di una pericolosa marcia di conquista dell’onore che, nel totale disinteresse delle autorità, sta prendendo il posto della vergogna. Mentre l’unico angolo dove l’Italia dovrebbe relegare il fascismo e i suoi crimini è proprio quello della vergogna.
L’omaggio di Giorgia Meloni sotto la croce celtica
Una destra contemporanea deve per forza dichiarasi antifascista. Questo la premier Giorgia Meloni e il fondatore del suo partito, Ignazio La Russa, presidente del Senato e vicecapo dello Stato, non lo vogliono ammettere. Così però non smentiscono quell’allusione di simpatie che ricorre ovunque e sempre, dai consigli comunali al Parlamento. E che è confermata dall’immagine di Giorgia Meloni, accompagnata dal neofascista di Forza nuova, Giuliano Castellino, mentre da ministro del Turismo il 7 gennaio 2008 rende omaggio alla sede di Acca Larentia sotto la bandiera nera con la croce celtica, simbolo del neofascismo (nel fotogramma Rai-Report vicino al titolo).
La peste si è spenta, ma l’infezione serpeggia, ha scritto Primo Levi. Lo dimostra Marco Vizzardelli, identificato dalla Digos dopo l’inno nazionale suonato alla Scala, per aver gridato dal loggione un’ovvietà: “Viva l’Italia antifascista”. Evidentemente è un principio oggi non più ovvio. Proprio per questo l’omertà del governo, se con il silenzio fa scudo alla parata fascista di Acca Larentia, non è soltanto complice: è pure vigliacca.
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Fonte : Today