Un cavo d’acciaio teso in strada e sull’asfalto una scia di liquido. Solo pochi istanti prima un’auto aveva centrato quel filo metallico messo in viale Toscana a Milano nella notte tra il 3 e il 4 gennaio. I carabinieri hanno arrestato uno dei responsabili (un ragazzo di 24 anni, milanese) e stanno cercando di identificare gli altri due complici. Tra i reati contestati c’è anche la strage, prevista dall’articolo 422 del codice penale che punisce “chiunque al fine di uccidere compie atti tali da porre in pericolo la pubblica incolumità”. Il ragazzo ha detto di non conoscere gli altri due giovani che erano con lui, che però pare siano suoi amici sui social. I militari comunque non sarebbero lontani dall’identificare anche loro.
Ai carabinieri che lo hanno fermato, il giovane ha detto che lui e gli amici si “annoiavano”. Ha ammesso che volevano soltanto fare un “gioco”. Poi, una volta in caserma, ha capito che quel “gioco” rischiava di finire in tragedia. L’allarme è scattato alle 2.35 in punto, quando un 26enne – che era da poco tornato a casa – ha sentito dei rumori e si è affacciato alla finestra. Dall’alto, il testimone ha notato tre ragazzi che sistemavano il cavo sulla carreggiata in direzione viale Isonzo, “legandolo” con dei moschettoni al palo di un segnale stradale e alla pensilina di una fermata Atm. Poco dopo sul posto sono arrivate tre pattuglie del nucleo radiomobile: una ha immediatamente liberato la via tranciando il filo, che era stato lasciato ad altezza uomo su tutte le tre corsie, mentre altre due si sono messe sulle tracce dei giovani che si erano allontanati.
Il 24enne è stato rintracciato pochi secondi dopo in viale Sabotino, mentre camminava verso casa, ed è stato riconosciuto per un pantalone bordeaux che aveva addosso. Inizialmente non collaborativo, il ragazzo è poi “crollato” quando ha visto i carabinieri con in mano il cavo che lui e gli amici avevano messo in strada poco prima. “Ho fatto una cazzata per gioco, perché mi annoiavo. Volevo divertirmi”, avrebbe iniziato ad ammettere. Accompagnato in caserma, ha chiarito di conoscere gli altri due complici soltanto attraverso i social e di non sapere i loro nomi e cognomi. Il pm di turno, Enrico Pavone, considerando la pericolosità del cavo, che avrebbe potuto ferire automobilisti o motociclisti di passaggio, ha disposto l’arresto in carcere per il 24enne. I militari sono ora sulle tracce degli altri due giovani fuggiti.
Fonte : Today