Adesso parla Claudio Cecchetto. Dopo il video del figlio Jody realizzato in sua difesa e rivolto a Linus che lo aveva definito “fesso”, a dire la sua è il talent scout che ha commentato l’accaduto in un’intervista al Corriere della Sera ripercorrendo i suoi rapporti con l’attuale direttore artistico di Radio Deejay, fondata proprio da Cecchetto nel 1982. “A tutti i genitori auguro di avere un figlio come il mio. Le parole di Jody non sono una difesa d’ufficio: quando ho letto quello che ha scritto sono stato fiero e orgoglioso di essere suo padre” afferma Cecchetto a proposito del gesto del figlio per Linus che in diretta su Radio Deejay aveva definito il documentario di Rai 1 dedicato proprio al padre “pochissimo interessante”.
Poi il ricordo del passato professionale che ha visto Linus e Cecchetto lavorare insieme fino al 1995, anno in cui Radio Deejay venne acquisita dal Gruppo L’Espresso di Carlo De Benedetti. “Linus era arrivato nel 1984. L’ho assunto io e lo sottolineo. Linus era un mio dipendente” spiega Cecchetto: “Nel 1995 arrivò il Gruppo L’Espresso con Carlo De Benedetti. Di fatto erano i miei antagonisti. Quando acquisirono al 50% la Radio, cominciarono a cambiare le regole del gioco. La mia mission era duplice, guidare la radio numero uno in Italia da una parte, scoprire e lanciare talenti dall’altra, ma nel complesso era di matrice artistica. Quella dell’Espresso, ovvero dei miei antagonisti, era fare un sacco pubblicità e fatturare. Radio Deejay era la mia radio fondata con i miei soldi, era ovvio che a quelle condizioni non potevo restare. In questo quadro come capita spesso quando cambiano le proprietà Linus decise di restare, divenne dipendente del Gruppo L’Espresso. Scelse di stare dalla parte del più forte. Ma non voglio alimentare un dualismo inesistente ancora oggi dico che i miei antagonisti erano L’Espresso e De Benedetti”.
Sui motivi che hanno potuto indurre Linus a esprimersi così nei suoi confronti, il talent scout non si pronuncia: “Chiedetelo a lui. Non a me”, prosegue, “Perché deve essere chiaro che questi attacchi sono partiti da lui. Non è nella mia indole attaccare nessuno. Non ho attaccato nessuno da politico qui a Riccione, dove continuo a sostenere la linea della proposizione e non quella dell’opposizione. Se non ho attaccato nessuno da politico figuriamoci se l’ho fatto da talent scout o da dj”. E sul documentario People from Cecchetto preso di mira per i bassi ascolti: “Ma chissenefrega degli ascolti” afferma, “Per me è stato come vincere l’Oscar, ero in prima serata su Rai 1 (…) E, lo sottolineo, non era un documentario su di me: c’erano gli 833, Jovanotti, Amadeus e Fiorello e poi Gerry Scotti. Anche Fabio Volo e Leonardo Pieraccioni, tanto per citarne alcuni. E poi Carlo Conti, amico e collega, anche lui talent scout, e tantissimi altri. Tutte persone per cui conta un dato di fatto: quando li ho lanciati ero convinto che avrebbero fatto strada. E intendo che l’avrebbero fatta nel corso negli anni e nei decenni fino ad ora”.
Fonte : Today