L’influenza dilaga (e il picco deve arrivare), Bassetti: “In 30 anni non si era visto nulla di simile”

L’influenza dilaga e il peggio potrebbe non essere neppure alle spalle. L’ultimo rapporto dell’Istituto superiore di sanità parla di oltre un milione di casi registrati nella 51esima settimana del 2023 (18 dicembre-24 dicembre) con un’incidenza da record pari al 17,2 casi per mille assistiti, un livello superiore a quello della settimana precedente (15,6) e mai registrato negli ultimi anni. In attesa di dati più aggiornati dagli ospedali arrivano segnali non troppo rassicuranti. 

“Dai 300 accessi giornalieri in pronto soccorso siamo arrivati anche a punte di 450-480 ingressi tra il 23 dicembre e Capodanno” dice all’Adnkronos Salute Sebastian Cristaldi, responsabile del Pronto soccorso del Bambino Gesù di Roma. “Le nostre strutture di Palidoro e Gianicolo durante le festività hanno lavorato con ritmi impressionanti per gestire i piccoli pazienti, in particolare sotto i 5 anni di età, con problemi respiratori e febbre alta. Da ieri siamo più tranquilli ma solo perché la medicina del territorio ha ripreso la normale attività dopo le feste”. 

Secondo il pediatra “i virus che circolano sono tanti e variano a seconda dell’età: nella fascia 3-6 anni colpiscono duro influenza, Covid e rhinovirus; sotto i due anni, invece, preoccupa il virus sinciziale (Vrs) che è la causa di sette bronchioliti su dieci”. La bronchiolite colpisce principalmente i piccoli sotto i 10-12 mesi ed è la causa più frequente di ricovero ospedaliero in questa fascia di età. Non solo. Si tratta di una malattia che “può peggiorare nel giro di poche ore, quindi i bambini di 2-3 anni vanno monitorati quotidianamente” avverte Cristaldi.

Rezza: “Curva ancora in crescita”

Il peggio, dicevamo, potrebbe non essere alle spalle. “La curva è ancora in crescita e con l’apertura di scuole e uffici i contagi aumenteranno tanto che il picco influenzale è previsto per la metà di gennaio” dice Gianni Rezza, professore di Igiene al San Raffaele di Milano. Inoltre, argomenta l’esperto, “la discesa non sarà rapidissima e il virus circolerà per l’intero mese di febbraio”. 

Per Alessandro Rossi, presidente della Società italiana di medicina generale e delle cure primarie (Simg), si tratta della “più forte epidemia influenzale degli ultimi 10 anni e il tasso di incidenza che ha raggiunto la settimana scorsa è elevatissimo: 17,2 casi per mille assistiti significa oltre un milione di persone che si sono ammalate nei giorni” fino alla vigilia di Natale. “E probabilmente – avverte parlando all’Adnkronos – saranno molti di più la settimana successiva, vedremo i dati a breve”. 

“Stiamo parlando di sindromi respiratorie” mette in chiaro il camice bianco, “alcune effettivamente dovute al virus dell’influenza e altre legate ad altri virus, come il Covid stesso che ancora è in circolazione, il virus respiratorio sinciziale e altri patogeni”. 

Bassetti: in 30 anni non si era visto nulla di simile

Secondo Matteo Bassetti, infettivologo del San Martino di Genova, quella di quest’anno “è la peggiore stagione influenzale degli ultimi 15 anni, ma anche nei precedenti 15 non si era visto nulla di simile. Unica differenza con il passato? Lo avevamo ampiamente previsto e avevamo messo in guardia gli italiani, molti dei quali (la maggioranza) hanno preferito fare orecchie da mercante!”. 

Il grafico postato da Bassetti su X

Il camice bianco sostiene che anche sul fronte delle cure ci sia confusione e forse un po’ di leggerezza. “È paradossale – dice Bassetti – che molti di quelli che hanno paura dei vaccini, quando hanno l’influenza, dopo due giorni di febbre e di mal di gola, si imbottiscono di antibiotici e di altri farmaci – rimarca Bassetti – Gli antibiotici vanno utilizzati solo nelle infezioni batteriche e non in quelle virali. I danni del loro uso improprio sono rappresentati dalla selezione di batteri resistenti che causano milioni di morti nel mondo”.

Fonte : Today