Il Ratchaburi è una piccola società militante nel campionato di Serie A thailandese. Attualmente nella seconda metà della graduatoria, una Thai Cup vinta nel 2016 come un trofeo in bacheca (se si esclude il titolo di Serie B che ha fruttato nel 2012 la promozione nella massima categoria) in vent’anni di storia, che festeggerà quest’anno. Ciò nonostante, i “Dragoni” possono contare su un singolare primato, vale a dire avere in squadra il calciatore con il patrimonio più cospicuo del pianeta. Uno scherzo? Non proprio, sebbene vada precisato come il conteggio non sia frutto della somma tra ingaggi percepiti, sponsorizzazioni e marketing assortito. Eppure, è Faiq Bolkiah, 25enne esterno offensivo in forza alla squadra allenata da Carlos González Peña a detenere il primato di giocatore più ricco del mondo, visto che il patrimonio stimato della sua famiglia ammonta a circa 20 miliardi di dollari.
Faiq è infatti il nipote del sultano del Brunei, Muda Hassanal Bolkiah, e figlio del principe, Jeri. Ed i giacimenti petroliferi e di gas presenti in questo piccolo stato (di appena mezzo milione di abitanti) confinante con la Malaysia e situato sull’Isola del Borneo, nel sud-est asiatico, fanno si che la famiglia che governa quella è stato ufficialmente denominata “Dimora della Pace” – in cui vige la monarchia assoluta di stampo islamico, con al vertice, appunto, il sultano – sia una delle più ricche del pianeta. Ma al netto di una disponibilità economica praticamente infinito di cui disporre (il garage di famiglia era fornito di oltre mezzo migliaio di supercar), il giovane Faiq – nato a Los Angeles nel 1998, durante l’esilio a cui era stato condannato il papà dopo le accuse di appropriazioni indebita nel periodo in cui ricopriva l’incarico di ministro delle finanze – ha un sogno nel cassetto. Vuole diventare calciatore, aspirazione che ha sin quando, in tenera età, aveva sempre il pallone tra i piedi.
Riuscirci non è facile, sebbene una sorta di “corsia preferenziale” ci sia: si forma in Inghilterra nel vivaio del Southampton, poi a sedici anni viene prelevato dal Chelsea con cui sigla un accordo di due anni, ma il salto di qualità non prende forma. Neppure quando, dopo una parentesi allo Stoke City, arriva la chiamata del Leicester – fresco campione di Premier – che gli fa sottoscrivere il suo primo accordo da “pro” e lo inserisce nella seconda squadra. Con la maglia delle “Foxes” colleziona da diciottenne solo alcune presenze nella Youth League (l’equivalente della Champions disputata dalle squadre Under dei top team continentali), poi migra in Portogallo al Maritimo dove in due stagioni mette insieme appena 45 minuti in campo. Quindi la Thailandia, dove trova maggiore continuità di impiego prima al Chonburi e, dalla scorsa estate, al Ratchaburi.
Il livello espresso dal torneo non è memorabile, come neppure i poco più di 30mila euro di ingaggio annuale, che il suo idolo personale Cristiano Ronaldo all’Al-Nassr nel campionato saudita mette insieme in un’ora e mezzo. Ma a Faiq Bolkiah in fondo non importa: partecipa con impegno alle sedute di allenamento, lavora per migliorarsi e difende con orgoglio la maglia della selezione del Brunei, che nel ranking Fifa di fine 2023 ha poco meno di una ventina di nazionali che la seguono in graduatoria, con la quale si è preso anche la soddisfazione di segnare un gol. Per tutto c’è la carta di credito – che si sussurra abbia un tetto di spesa mensile che si aggira intorno ad una milionata di dollari – ed un conto in banca da cui attingere copiosamente per soddisfare i propri capricci. Come e più di un top player che si rispetti ed a cui assomigliare, perlomeno al di fuori del rettangolo di gioco.
Fonte : Today