Molto spesso i film più iconici nascondono segreti che in pochi possono immaginare. Non riguardano solo la storia dei personaggi ma anche il modo in cui i racconti vengono portati sul grande schermo. E.T – L’extraterrestre, nel corso del tempo, è diventato una fucina di queste storie.
Steven Spielberg, oltre ad essere un maestro nel raccontare storie di fantasia capaci di essere adatte in maniera unanime per tutti, ha quella conoscenza tecnica che pochi registi possono vantare di avere. Nel corso della sua lunga carriera, Spielberg ha sempre avuto dalla sua parte, anche per le pellicole che hanno raggiunto risultati non eccezionali, una conoscenza e, soprattutto, una coscienza di come utilizzare la macchina da presa che, tuttora, è rarissimo trovare in molti cineasti.
Come ogni regista di alto livello, Spielberg è sempre stato più che cosciente di quanto i personaggi debbano creare un vero e proprio legame empatico con gli spettatori in modo da rendere la visione molto più partecipata. Oltre a tanti altri segreti come l’inside joke tra Steven Spielberg e George Lucas, E.T – L’extraterreste è stato il film che ha introdotto molti approcci tecnici che il regista sperimentò durante le riprese della pellicola. Una delle più incredibili riguarda il modo in cui Spielberg decise di posizionare, per tutto il film, la macchina da presa all’altezza dei giovanissimi protagonisti in modo da creare quel legame fondamentale per la buona riuscita della pellicola.
Spielberg ha ammesso di aver superato un trauma infantile grazie ad E.T che lo aiutò a crescere e a mettere qualcosa tra se e la sua paura. Cosa ne pensate? Raccontatecelo nei commenti!
Fonte : Everyeye