Nonostante anche altre concorrenti, come Melissa Bianchini (prima concorrente transgender in Italia, data come altra super-favorita prima della finale), La Sheeva e Silvana Della Magliana, le abbiano dato filo da torcere, Lina Galore ha vinto per un misto di tenerezza, sfrontatezza e consapevolezza. Quest’edizione di Drag Race Italia, d’altronde, ha calcato su un impegno politico decisamente accentuato: mentre la Rai ha cancellato per volontà meloniana l’altro drag show televisivo Non sono una signora (nonostante i buoni ascolti), questo talent ha mandato in onda uno dei momenti tv più significativi del 2023, ovvero l’ospitata del calciatore Ciro Immobile che ha parlato dell’omofobia che ancora opprime il mondo del calcio. Negli stessi giorni tutte le drag concorrenti sono state viste a San Siro (Paramount+ è sponsor ufficiale dell’Inter) per ribadire come lo sport debba liberarsi dai legacci di pregiudizi e oscurantismo.
Un messaggio importante
Non è compito di uno show come Drag Race Italia quello di cambiare la società, ma di certo in una paese che ancora si rispecchia enormemente nel mezzo televisivo e nell’immagine che esso rimanda, questi sono segnali di rappresentazione fondamentali: “Se anche solo un giovane, vedendo una mia esibizione, trova il coraggio di essere sé stesso, allora quella parrucca vale fino all’ultimo euro speso (e io spendo davvero tanto!)”, dice con ironia la stessa Lina Galore. Al momento non è chiaro se Paramount+ rinnoverà il format per una quarta stagione (ma ci sono tutti i presupposti perché lo faccia, magari dopo il passaggio su Mtv che avverrà in primavera), ma questo sarebbe un ottimo segnale anche per lo scenario televisivo italiano tutto.
Oggi come oggi non ci sono programmi dichiaratamente queer nel nostro paese e, a parte qualche conduttore qui e là, assistiamo a un appiattimento generalizzato delle istante LGBTQ+, che vengono nel frattempo continuamente strumentalizzate dalla politica e sopravvivono invece in qualche nicchia sul web. La missione è sempre quella di uscire dagli steccati, allargare il recinto, comunicare anche dove di solito non si riuscirebbe. Drag Race Italia ha grandi potenzialità, che vanno coltivate ancora e ancora. Nel frattempo, dagli studi più glitterati che ci siano, si alza un grido: Hasta Magliana!
Fonte : Wired