Intervista a Dott. Matteo Merigo
Psicologo e psicoterapeuta
Cosa chiedono gli italiani al 2024? Secondo un sondaggio, la metà di loro vorrebbe più tempo a disposizione per stare con i propri cari nel nuovo anno. A gennaio, si sa, si è soliti fare programmi e progetti; è comune porsi obiettivi, darsi delle scadenze, esprimere desideri da realizzare nel corso dei 12 mesi che si ha davanti. Questo, se fatto con un approccio corretto, può essere di slancio, ma viceversa se affrontato con lo spirito sbagliato finisce col rivelarsi del tutto controproducente. È umano, è comprensibile: per sua natura l’essere umano è portato a cercare l’evoluzione, il miglioramento, ma non ci si può dimenticare che a prescindere dalla propria forza di volontà esistono anche accadimenti indipendenti da noi. Ecco perché bisogna essere pronti a fronteggiare il fallimento, vedendolo però come opportunità e soprattutto non farsi prendere dall’ansia di voler fare tutto e subito. I preziosi consigli del dottor Matteo Merigo, psicologo e psicoterapeuta, si riassumono in poche parole chiave: curiosità, costanza, novità, gradualità, fattibilità.
Che significato attribuiamo al Capodanno
Capodanno significa per molte persone rinascita, ripartenza, rinnovamento, cambiamento. Fa parte della nostra natura, come ha spiegato il dott. Merigo. Vale per chi è reduce da un anno positivo, ma anche per chi invece ha vissuto un anno negativo: “Spesso ci rifugiamo nell’idea che l’anno precedente non sia andato bene per qualcosa e pensiamo a nuovi propositi, desideriamo il cambiamento. Poi c’è chi considera l’anno precedente meraviglioso, ma l’intento è comunque di migliorare. Siamo organismi che evolvono, la tendenza all’evoluzione ci porta a dire: l’anno che verrà dovrà essere migliore di quello precedente“.
Come scrivere l’elenco dei buoni propositi
La ripartenza associata al Capodanno rischia di generare una certa ansia da prestazione, che sfocia in frustrazione, nel momento in cui non si porta a termine ciò che ci si è prefissato con così tanto rigore, quasi imponendoselo senza cognizione di causa, senza fare i conti con se stessi e la realtà. L’esperto ha spiegato il meccanismo che scatta nella mente: “Ci diciamo: l’anno precedente è stato negativo quindi il prossimo deve essere per forza migliore. Così arriva l’idea del buon proposito, ma alcuni esagerano: ho guadagnato 1000, l’anno che verrà devo arrivare a un milione. Questo fa scattare meccanismi ansiogeni: dopo la fase iniziale di carica, arriva l’ansia, perché si vuole tutto e subito. Non vedendo il cambiamento immediato, vedo il fallimento“.
Leggi anche
5 buoni propositi beauty per il nuovo anno, dall’applicazione della crema allo struccante
Invece le cose si ottengono sul lungo periodo: si deve lavorare con costanza, lavorando con gradualità. Il “tutto e subito” non è contemplato quando si punta a un obiettivo ed è invece proprio questo l’errore più comune. Il cambiamento inizialmente non è mai visibile per la persona, lo diventa con la progettualità, mantenendo il buon proposito nel tempo: “Ben più facile è che questo si dissolva in tempo zero, quando si presenta la prima frustrazione. Se si è costanti, invece, si riesce ad andare avanti” ha detto l’esperto. Oltre alla progettualità, serve fattibilità: “Bisogna avere progetti difficili ma non impossibili. Bisogna partire con piccoli step e sapere che ogni punto di arrivo, ogni step raggiunto, è un punto di ripartenza per altro. Così diminuisce l’ansia”.
Una lista di buoni propositi equilibrata è fatta di novità e di vecchie passioni. A fare la differenza è una sana curiosità. Da un lato è bene avere come obiettivo qualcosa di sconosciuto, che non è mai stato fatto prima: nuovi hobby, nuovi interessi, cose che erano sempre state rimandate per paura o per mancanza di tempo. Ma contemporaneamente non bisogna assecondare gli altri. La priorità siamo noi stessi, dunque bisogna dare ascolto ai propri desideri, a ciò che ci fa felici davvero, non ciò che ci rende più simili alla maggioranza. Lo ha ben spiegato il dottor Merigo: “Deve essere tutto egosintonico: qualcosa che sia favorevole al nostro io, non che deriva da ciò che abbiamo intorno. Devo assecondare ciò che mi piace. Poi è bello anche partire da qui per scoprire dell’altro: fa bene essere curiosi, perché ci fa uscire dalla zona di comfort, ci fa crescere. Se facciamo le cose controvoglia, ottengo solo che le difficoltà tendono a incrementarsi”.
Infine, per tenere fede ai propri obiettivi il consiglio prezioso dell’esperto è quello di annotarli con cura: e non sulle note del telefono, ma di proprio pugno, perché altrimenti vanno presto dimenticati! Ha spiegato: “Noi ci dimentichiamo della sofferenza, dell’emotività vissuta. Per i buoni propositi è bene scrivere le cose con carta e penna e averle sempre davanti, perché le note del telefono poi non le guardo più, finiscono nel dimenticatoio. Bisogna scriverele e metterle in un posto che so che vedrò tutti i giorni, come il frigorifero”.
Perché con l’anno nuovo sono virali i recap
Viviamo una vita perennemente online, dove è facilissimo imbattersi nelle meravigliose vite altrui, sfoggiate sui social in ogni aspetto. E così scatta il confronto, la paura di non essere abbastanza, il timore di non stare al passo. Accade soprattutto in questo periodo dell’anno, quando sono gettonati i famosi recap dell’anno precedente, foto e video che ne riassumono i momenti salienti: ovviamente tutti positivi! Questo è un meccanismo che Instagram e chi fa intrattenimento in generale conosce molto bene. A tal proposito il dottor Merigo ha detto: “È l’effetto nostalgia, serve a smuovere questo sentimento. Ecco perché c’è il filone di recupero degli anni Ottanta o Novanta. Non è indirizzato a chi non c’era, per fargli conoscere quel periodo, ma è rivolto al pubblico più adulto: si smuove l’emotività, il ricordo di un’epoca che vista oggi era spensierata, ma in realtà i pensieri c’erano anche lì. Poi ovviamente spero che gli altri guardino, commentino, per stimolare quell’emotività“.
Le informazioni fornite su www.fanpage.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.
Fonte : Fanpage