Aggredito e preso a bastonate da un detenuto perché lo aveva disturbato con il rumore delle chiavi. È quanto successo nella mattina di ieri, martedì 2 gennaio, nel carcere “Giuseppe Passerini” di Civitavecchia, in provincia di Roma. La denuncia arriva da Maurizio Somma, segretario nazionale per il Lazio del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria: “L’agente di polizia penitenziaria in servizio nella Casa circondariale di Civitavecchia, ieri mattina, stava facendo il suo lavoro, ovvero stava aprendo le celle ai detenuti per consentire loro di recarsi nel cortile dei passeggi. Ma al rientro nella sua postazione ha subito la vile e proditoria aggressione da parte di un detenuto straniero perché aveva fatto rumore con le chiavi e lo aveva disturbato mentre dormiva. Allucinante”.
Come ricostruito da Somma, il detenuto si era nascosto nel pantalone un rudimentale bastone, ricavato da una sedia: “Ha preso per il collo l’agente e si è poi barricato in cella minacciando di darle fuoco, tanto che anche gli altri ristretti della Sezione non lo volevano più lì con loro. Per tutta la mattinata si è attivata una fondamentale opera di persuasione e mediazione da parte del personale di Polizia Penitenziaria che, seppur in poche unità, hanno saputo fronteggiare la tensione che montava sempre più ma che ha poi permesso, in tarda mattinata, di farlo retrocedere dalle sue violente e folli intemperanze, assegnandolo poi in un altro reparto detentivo”.
Chiede interventi strutturali Donato Capece, Segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Sappe: “Servono interventi urgenti che restituiscano la giusta legalità al circuito penitenziario intervenendo in primis sul regime custodiale aperto: espellere gli stranieri detenuti in Italia, per fare scontare loro la pena nelle carceri dei Paesi di origine, come nel caso del detenuto protagonista delle ore di follia a Civitavecchia, potrebbe già essere una soluzione, come anche prevedere la riapertura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari dove mettere i detenuti con problemi psichiatrici, sempre più numerosi, oggi presenti nel circuito detentivo ordinario”.
Capece ha poi espresso solidarietà verso il coraggio e lo spirito di servizio dimostrati dai poliziotti penitenziari del carcere “Giuseppe Passerini” di via Aurelia Nord, mette infine in luce un dato oggettivo nelle continue proteste sindacali: “Tutti i giorni i poliziotti penitenziari devono fare i conti con le criticità e le problematiche che rendono sempre più difficoltoso lavorare nella prima linea delle sezioni delle detentive delle carceri, per adulti e minori. Mi riferisco alla necessità di nuove assunzioni nel Corpo di polizia penitenziaria, corsi di formazione e aggiornamento professionale, nuovi strumenti di operatività come il taser, kit antiaggressione, guanti antitaglio, telecamere portatili”.
Fonte : Today