Bruce Dickinson è diventato una leggenda dell’heavy metal grazie alla presenza scenica, all’energia che trasmette sul palco e soprattutto grazie alla sua estensione vocale da tenore. «La voce si prende cura di sé stessa se non ne abusi» ha spiegato durante il suo tour spoken word in cui ha presentato la sua autobiografia, «E poi certo, imparare a cantare aiuta».
A 65 anni, Bruce Dickinson è ancora in grado di raggiungere tutte le note e di interpretare le canzoni degli Iron Maiden nella tonalità originale, senza cambiare niente. «Sono fortunato che tutto il mio registro alto sia ancora lì dove è sempre stato. Questo non vuole dire che nel repertorio dei Maiden non ci siano canzoni difficili, ma devo dire una cosa: sono sempre state difficili, anche quando avevo venticinque anni».
Bruce Dickinson ha una grande conoscenza tecnica della voce, ha avuto come idoli di infanzia Ian Gillan dei Deep Purple e Ian Anderson dei Jethro Tull e anche se non ha mai avuto una educazione formale classica è vicino ad un tenore, e insieme a Ronnie James Dio o Rob Halford dei Judas Priest ha portato nel metal lo stile operistico. La sua estensione è stata calcolata in 4.25 ottave. «La voce cambia con l’età, questo è inevitabile, ma diventa più vissuta. Puoi trasmettere più emozioni» ha detto, «Nel mio nuovo album solista The Mandrake Project c’è un brano intitolato Rain On the Graves che non avrei potuto cantare nello stesso modo a ventidue anni. La varietà emotiva della voce cambia nel corso degli anni, è un processo interessante. Quello che voglio fare adesso è preservare l’estensione fisica ed estendere quella emotiva della mia voce».
La dieta e l’esercizio sono fondamentali per creare quella che i fan chiamano “l’esperienza Iron Maiden” dal vivo. In concerto la band travolge il pubblico con le sue cavalcate metal e i virtuosismi tecnici e Bruce Dickinson cattura l’attenzione di tutti. «Ad ogni concerto dei Maiden perdo circa tre litri di acqua. Cerco di non mangiare pane, anche se mia moglie è francese, e di assumere molte più proteine di prima. E poi pratico scherma, un allenamento molto fisico». Nel 2015 Bruce Dickinson ha dovuto curare un piccolo tumore alla lingua, che ha risolto in poco tempo, e poi è tornato subito sul palco.
«La voce non è solo uno strumento per cantare ma anche per raccontare storie. Il cantante è un narratore e anche se la mia voce dovesse cambiare potrei comunque continuare a raccontare storie in modo diverso. La cosa divertente è che dopo il tumore, il registro più alto della mia voce è migliorato, è diventato più alto di prima».
Fonte : Virgin Radio