Taiwan, elezioni: quanto comandano i chip

Taipei – Il 13 gennaio sono in programma le cruciali elezioni presidenziali e legislative taiwanesi. L’esito dirà molto della stabilità dello Stretto di Taiwan, del futuro dei rapporti con la Cina continentale e di quelli tra la stessa Pechino gli Stati Uniti. Il mondo ha imparato a seguire con maggiore attenzione quanto accade a Taipei e dintorni anche perché si è accorto che sull’isola vengono fabbricati e assemblati oltre il 60% dei microchip mondiali. Ancora di più dopo la carenza globale del 2021 e l’innalzamento delle tensioni che ha fatto seguito alla visita di Nancy Pelosi a Taipei dell’agosto 2022. Non a caso, i tentativi di portarsi in casa le competenze dei colossi taiwanesi dei semiconduttori si sono moltiplicati.

Diventa allora interessante provare a capire come si inserisce il tema del microchip sul voto, provando a intuire il modo in cui vengono affrontate e viste le urne dai big del settore. Il punto di partenza non può che essere la Taiwan Semiconductor Manufacturing Company (Tsmc), che da sola “pesa” oltre il 50% dello share globale del comparto di fabbricazione e assemblaggio. Dagli smartphone ai computer, dalle auto ai jet militari: circa due miliardi e mezzo di persone utilizzano ogni giorno dispositivi contenenti microchip prodotti dalla Tsmc. Un dominio non solo quantitativo, ma anche qualitativo, visto che è l’unica azienda insieme alla sudcoreana Samsung a essere in grado di fabbricare microchip a 3 nanometri, i più avanzati in circolazione.

Morris Chang, il padre di Tsmc

Il fondatore Morris Chang è una figura quasi leggendaria. Ha 92 anni ed è nato nel 1931 a Ningbo, città dell’odierna provincia cinese dello Zhejiang, quando la Cina era Repubblica di Cina (ancora oggi il nome con cui Taiwan è indipendente de facto). Nel 1949, poco prima della fine della guerra civile e della fondazione della Repubblica popolare cinese di Mao Zedong, va a studiare ad Harvard e al Massachusetts Institute of Technology per poi iniziare la sua carriera nel settore dei semiconduttori in Texas. Poi, alla metà degli anni Ottanta, il suo arrivo a Taiwan per lanciare il settore strategico dei microchip.

Quasi 40 anni dopo l’avvio dell’azienda, che alla fondazione aveva 120 impiegati e oggi ne ha più di 50 mila, Tsmc è una vera e propria istituzione. Non solo per il contributo clamoroso fornito al prodotto interno lordo taiwanese, ma anche per il suo ruolo politico-diplomatico. Gli investimenti all’estero sono da alcuni anni un barometro delle strategie di Taipei. Già presente in Repubblica Popolare Cinese da molto tempo, Tsmc sta lavorando alla costruzione di due fabbriche in Arizona, le prime negli Stati Uniti. Entrambi i progetti sono stati molto reclamizzati a livello politico dalla Casa Bianca, sia dall’amministrazione Trump sia dall’amministrazione Biden, che ha anche ospitato Chang a Phoenix per una cerimonia sul sito.

Fonte : Wired