Disavventura ai limiti del surreale per Anders Halland Johannessen e Jonas Hvideberg, due ciclisti del team norvegese Uno-X mobility. “Volevamo vincere, poi non riuscivamo più a stare in piedi”. Trasportati d’urgenza in ospedale sono stati attaccati ad un ventilatore per respirare.
Disavventura ai limiti del surreale per Anders Halland Johannessen e Jonas Hvideberg, due dei ciclisti che compongono il team norvegese della Uno-X mobility, tristi protagonisti a seguito di un evento organizzato con lo scopo di “fare squadra” e finito nel peggiore dei modi. Sono stati infatti ricoverati d’urgenza in ospedale, in condizioni gravi per un avvelenamento da monossido di carbonio.
L’obiettivo era di creare lo spirito giusto per solidificare il gruppo in vista dell’oramai imminente ritorno agli allenamenti in vista della stagione 2024. Così la Uno-X mobility ha deciso di organizzare un’uscita con tutti i propri ciclisti della formazione norvegese che si sono lanciati su una pista di kart indoor, sfidandosi a completare quanti più giri possibili in tre ore e mezza. Il classico “team building” societario che però è finito nel peggiore dei modi, in un gruppo squadra che era già finito alle cronache per l‘allenamento folle di Leknessund.
A raccontarlo sono stati le stesse vittime della assurda vicenda alla TV2 norvegese raccontando l’avventura in cui hanno rischiato seriamente conseguenze anche più serie di quanto avvenuto. “Mi piace molto il kart e quindi sono rimasto sempre sulla pista di kart” ha spiegato Johannessen. “Non sono uscito a prendere una boccata d’aria fresca nemmeno un momento, volevo vincere la sfida“. “Dopotutto lo sappiamo, siamo ragazzi competitivi”, ha aggiunto il suo compagno di squadra, Hvideberg: “Presto ci siamo resi conto di chi faceva i giri più veloci, noi, perché eravamo in cima alla classifica. Poi, verso la fine della gara gli altri concorrenti erano stanchi, quindi abbiamo potuto trascorrere più tempo sul kart e migliorarci ancora”.
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Mentre però i compagni si godevano corse e meritate pause rigeneranti, i due ciclisti non hanno mai staccato il piede dal pedale e le mani dal volante. Fino ad arrivare ad accusare i primi malesseri e a vomitare: “Non era proprio normale. Non riuscivo più a tenere gli occhi aperti e quindi ho inviato un messaggio al medico della nostra squadra”, ha spiegato Johannessen rivivendo quei momenti tremendi: “Quando è entrato nella stanza del nostro hotel, ero piuttosto sconvolto.”
Che qualcosa non andasse per il verso giusto era evidente: “Stavamo davvero male in quel momento. Ci siamo subito resi conto che si trattava di una cosa seria. Mi sentivo stordito e pesante nella testa“ ha ricordato Hvideberg. “Così ho deciso di sdraiarmi un po’ sul letto prima di andare a mangiare, ma tutto continuava a peggiorare e alla fine mi sono ritrovato a letto in una sorta di posizione fetale, con un forte mal di testa”.
Mentre i due ciclisti non capivano cosa stesse accadendo lo staff medico ha deciso di portarli in ospedale a Copenaghen, d’urgenza, avendo perfettamente compreso quali sintomi fossero. Poi confermati dai medici: avvelenamento da monossido di carbonio provocato dall’esposizione prolungata alle emissioni dei go-kart. Johannessen e Hvideberg sono stati così attaccati subito a un ventilatore per tornare a respirare ossigeno e liberare i polmoni. Alla fine tuto si è risolto: “Abbiamo ricevuto un buon follow-up dall’ospedale e dal nostro team. Ma non siamo sicuri che fossimo noi quelli messi peggio: i nostri compagni di squadra sono impazziti quando ci hanno visti finire in ospedale”.
Fonte : Fanpage