La definizione dei pronomi per riferirsi ad una persona è diventata una questione che ha interessato tutti. Oltre al modo di definire l’identità di qualcuno è diventato un segno di rispetto che, secondo Lily Gladstone, star di Killers of the Flower Moon, fa già parte della cultura nativa.
L’attrice, infatti, Blackfeet e Nimiipu, quindi sente particolarmente cari tutti i temi che vengono trattati nella pellicola di Martin Scorsese. Lily Gladstone ha ammesso di aver voluto onorare Mollie Burkhart interpretandola in quel modo e rendendole giustizia sia come donna che come vittima di una orchestrazione di uomini bianchi che non comprendevano in alcun modo quanto l’identità culturale fosse fondamentale per lei. Parlando dell’importanza della sua eredità, l’attrice ha dichiarato quanto, in realtà, l’utilizzo dei pronomi sia già da lunghissimo tempo sdoganato all’interno delle culture native.
“Nella maggior parte delle lingue native, nella maggior parte delle lingue indigene, inclusi i Piedi Neri, non ci sono pronomi di genere. Non c’è lui/lei, ci sono sono loro. (…) E’ un modo per decolonizzare i generi” ha raccontato la Gladstone. L’attrice ha svelato che in tantissime culture indigene non esiste il genere ma anzi, ci si riferisce a tutti in maniera non binaria. “Il nostro genere è implicito nel nostro nome. Ma anche questo non è binario” ha svelato la Gladstone.
Se vi va di sapere qualcosa in più sul film, Paul Schrader ha parlato del film dichiarando che avrebbe scelto un ruolo diverso per Leonardo DiCaprio. Cosa ne pensate? Raccontatecelo nei commenti!
Fonte : Everyeye