Addio al mercato tutelato di elettricità e gas, con l’arrivo del nuovo anno milioni di utenti dovranno obbligatoriamente passere al mercato libero. Niente panico però perché la fornitura del servizio continuerà a essere garantita e anche sul fronte dei prezzi non dovrebbero esserci scossoni, anche se ci saranno delle penali da pagare: gli oneri di recesso anticipato.
“Una vergogna” tuona Marco Vignola, responsabile del settore energia dell’Unione nazionale consumatori (Unc), ma vediamo meglio di cosa si tratta.
Fine del mercato tutelato di luce e gas: cosa succede
Stop alle bollette di luce e gas con prezzi controllati dall’Arera, nel 2024 milioni di famiglie dovranno scegliere un’offerta sul mercato libero: o del proprio fornitore attuale o di un altro. Nel caso in cui l’utente non facesse nulla, rientrerà nell’offerta “placet”, che prevede prezzi più o meno in linea con quelli previsti dal servizio a maggior tutela, ma solo per alcuni mesi in vista del passaggio obbligatorio al mercato libero.
Fine del mercato tutelato di gas e luce: cosa succede se non si passa al libero
Esclusi dal passaggio gli utenti vulnerabili (disabili, over 75, chi si trova in una situazione di calamità o di oggettiva difficoltà economica) con “il venditore che continuerà ad erogare la fornitura con il servizio di tutela della vulnerabilità”. Chiarito questo facciamo un ulteriore passo avanti per cercare di capire che cosa sono gli oneri di recesso e chi dovrà pagarli per trovare più convenienza sul mercato libero.
“La nuova tassa”
Attenzione al passaggio al mercato libero: chi deciderà di interrompere “anticipatamente” un contratto per passare a un altro fornitore rischia di pagare una penale che potrebbe ridurre la convenienza di cambiare operatore. Un aggravio in bolletta dovuto agli oneri di recesso.
“A partire dal 1° gennaio 2024 i fornitori di energia elettrica hanno la facoltà di applicare un onere a carico del cliente che esercita il recesso prima dello scadere del contratto, nel caso di offerte a prezzo fisso e se la durata del prezzo o del contratto è per un tempo determinato, solitamente 12 o 24 mesi, una vergogna” commenta Marco Vignola, responsabile dell’energia di Unc.
Bollette luce e gas, tutto quello che bisogna sapere per passare al mercato libero
Bollette, la battaglia contro gli oneri di recesso anticipato
Inutili le richieste fatte al governo, con il Parlamento che ha dimostrato di “voler stare dalla parte delle compagnie energetiche che stanno facendo extraprofitti milionari e non da quella delle famiglie, in barba alla libera concorrenza, che prevede la perfetta mobilità del consumatore”, tuona Vignola. “Un fatto ancor più grave se si considera che proprio ora sta per essere eliminato il mercato tutelato e che, quindi, le famiglie, non informate su quello che devono correttamente fare per evitare di pagare di più, non essendo mai partita la campagna informativa, dovrebbero almeno essere lasciate libere di cambiare fornitore in caso di fregature. Insomma, dopo il danno la beffa”.
Insorge anche il Codacons dichiarando che oltre a un ricorso al Tar contro la delibera Arera dello scorso 6 giugno “sta studiando la possibilità di una class action per conto di tutti gli utenti dell’energia ingiustamente danneggiati dalla penale scattata l’1 gennaio. Si tratta di un evidente squilibrio tra le parti, che vede i fornitori di energia in posizione privilegiata rispetto agli utenti ingiustamente danneggiati dalla previsione di penali in caso di recesso dai contratti – spiega il presidente Carlo Rienzi -. Una misura che lede tutti i principi della concorrenza, e avrà ripercussioni economiche per i consumatori, impedendo loro di passare ad altro operatore con tariffe più vantaggiose pena il pagamento di questa nuova tassa”.
Fonte : Today