Le prime versioni originali in bianco e nero di Mickey Mouse e della sua dolce metà da ieri, lunedì 1° gennaio 2024, hanno perso la protezione del copyright. Pubblicate nel 1928, adesso sono entrate nel pubblico dominio
Le prime versioni originali in bianco e nero di Topolino e Minnie da ieri, lunedì 1° gennaio 2024, hanno perso la protezione del copyright. Pubblicate nel 1928, le prime versioni di Mickey Mouse e della sua dolce metà adesso sono entrate nel pubblico dominio.
Non soltanto loro ma tantissime altre icone pubblicate nel 1928 da ieri sono diventate di pubblico dominio, tuttavia questi due personaggi sono indubbiamente i più famosi di tutti i colleghi, motivo per cui meritano una menzione d’onore.
In una scadenza altamente simbolica, i popolari personaggi apparsi nel cartone Steamboat Willie hanno perduto la protezione delle leggi sul diritto d’autore non appena è stato festeggiato il Capodanno 2024.
La conseguenza? Potranno d’ora in poi essere adattati a piacimento e rifatti in ogni modo, senza rischiare alcun tipo di azione legale e senza l’obbligo di pagare royalties. La possibilità di usare Topolino e Minnie è sia sulla pagina sia sul palcoscenico che sullo schermo. Insomma: dappertutto.
Non solo Topolino: da Peter Pan a L’amante di Lady Chatterley, tante opere sono diventate di dominio pubblico
Tra le altre opere da ieri diventate di pubblico dominio, ci sono la versione teatrale di Peter Pan di J.M. Barrie, i romanzi L’amante di Lady Chatterley di D.H. Lawrence e Orlando di Virginia Woolf, l’originale in tedesco di Niente di nuovo sul Fronte Occidentale e L’opera da Tre Soldi di Bertold Brecht.
Tutto ciò aprirà incredibili scenari, dato che le conseguenze non saranno soltanto quelle che consentiranno di leggere, visionare e ascoltare gratuitamente sulle piattaforme web – come quelle di Google – queste opere svincolate dai diritti ma perfino di dare vita a nuove versioni. Proprio quest’ultima conseguenza è quella a cui è andato incontro Winnie The Pooh, quando nel 2021 sono scaduti i diritti dell’orsetto protagonista di uno dei più celebri e redditizi franchise della Disney. Due anni fa il popolare personaggio creato dalla penna di A.A. Milne è stato “liberato” assieme ad altri amici del Bosco dei Cento Acri. A rimanere fuori, inizialmente, è stato Tigro, apparso per la prima volta nel racconto del 1928 The House at Pooh Corner e che quindi da quest’anno si unirà al gruppo di amici liberi da diritti.
Quindi Tigro potrebbe raggiungere quel terribile Winnie trasformato in un mostro cannibale armato di mazza in un nuovo film dell’orrore della serie cinematografica Winnie the Pooh: Blood and Honey. La prima pellicola di questa epopea al gusto di miele e sangue è uscita su Peacock l’anno scorso, mentre il sequel è in programma a febbraio.
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Anche al Topolino di Steamboat Willie succederà come a Winnie the Pooh?
Sorge spontaneo chiedersi se anche al Topolino di Steamboat Willie accadrà la stessa cosa successa a Winnie the Pooh. Lo vedremo impazzire e smembrare tutti quanti, armato di qualcosa di appuntito e perennemente insanguinato? Chiaramente la Disney non se lo augura, anzi…
Ricordiamo che l’azienda del simbolico castello incantato aveva avuto un ruolo di primo piano nella difesa a oltranza del diritto d’autore: era stata proprio la Disney a spingere per fare approvare la legge del Congresso che nel 1998 ha prorogato di vent’anni, da 75 a 95, le protezioni previste dalle norme sul copyright.
I detrattori avevano ribattezzato quella legge con l’espressione sarcastica di “Mickey Mouse Protection Act”, dato che pare che il provvedimento sia stato approvato dietro le pressioni del colosso di Anaheim – ma anche di un vasto numero di detentori di diritti d’autore – per proteggere il più a lungo possibile le creazioni dei propri artisti, a partire dalla pietra miliare dell’impero del Castello di Cenerentola & Co., ossia Steamboat Willie.
Ma la Disney ci tiene a precisare – onde evitare fraintendimenti e sanzioni – che nel 2024 scade soltanto il copyright su quella primissima versione del suo topo, un Topolino diverso da quello a cui siamo abituati oggi. L’archetipo di Mickey Mouse targato ruggenti anni Venti dello scorso secolo ha infatti il naso a punta da ratto, gli occhi senza pupille e una lunga coda.
Resteranno invece protette tutte le altre versioni di Topolino, tra cui quella con i pantaloncini rossi e i guanti bianchi, che è l’immagine iconica con cui questo personaggio è immediatamente riconoscibile al pubblico di oggi.
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Fonte : Sky Tg24