I mini pancreas creati in laboratorio per trovare nuove strategie contro il cancro

Hanno messo alla prova ben 6mila farmaci. Sono i mini pancreas appena sviluppati da un team di scienziati della Weill Cornell Medicine di New York, secondo cui questi nuovi organoidi coltivati in laboratorio potranno accelerare la ricerca sui futuri trattamenti contro i tumori: hanno, infatti, appena identificato un composto che potrebbe essere promettente contro una delle neoplasie più aggressive e letali, il cancro al pancreas. La ricerca è stata pubblicata sulla rivista Cell Stem Cell.

I mini pancreas

Gli organoidi sono strumenti utili per studiare i tessuti sani e malati. Possono essere realizzati con tessuti umani o animali, possono ricreare gran parte della complessa architettura di un organo e possono essere geneticamente modificati. Possono, inoltre, diventare modelli per specifici tipi di tumore con le loro mutazioni genetiche. Ed è proprio quello che hanno fatto i ricercatori del nuovo studio: basandosi sugli organoidi, sono riusciti a creare un sistema automatizzato di screening farmacologico per la forma più comune di cancro al pancreas, l’adenocarcinoma duttale pancreatico (Pdac), uno dei tumori più letali e incurabili. In particolare, gli organoidi, costituiti dal tessuto pancreatico di topo, sono stati progettati per contenere diverse mutazioni, tra cui KrasG12D, note per essere associate allo sviluppo dei tumori pancreatici umani. “Questo studio evidenzia il valore dell’utilizzo di organoidi geneticamente ben definiti per modellare il cancro e scoprire nuove strategie di trattamento”, ha precisato il co-autore Shuibing Chen.

Lo studio

Da qui, i ricercatori hanno testato sugli organoidi oltre 6mila farmaci, inclusi quelli già approvati per l’uso clinico dalla statunitense Fda, identificandone diversi promettenti per bloccare la crescita tumorale. Dalle analisi, il migliore è risultato essere un vecchio farmaco per il cuore (la peresilina maleato) usato per trattare l’angina. Una modesta dose del farmaco, infatti, è riuscita a bloccare la crescita di tutti gli organoidi contenenti KrasG12D, distruggendone alcuni in pochi giorni, senza avere alcun impatto negativo sugli organoidi sani privi della mutazione. Il farmaco ha avuto effetti simili contro gli organoidi tumorali derivati dal Pdac umano e di topo trapiantati nei topi e sugli organoidi tumorali umani portatori di altri tipi di mutazione di Kras.

Il ruolo del colesterolo

Confrontando i modelli di attività genetica negli organoidi trattati e non trattati, i ricercatori hanno scoperto che la mutazione Kras associata al cancro provoca un aumento anomalo della produzione di colesterolo negli organoidi e che il vecchio farmaco per il cuore è in grado di mitigare questo effetto inibendo un fattore chiave di regolazione della via metabolica del colesterolo chiamato Srebp2. “I nostri risultati identificano la sintesi iperattiva del colesterolo come una vulnerabilità che può essere affrontata nella maggior parte dei tumori del pancreas”, ha precisato il co-autore dello studio Todd Evans.

Un punto di partenza

Sebbene sia ancora prescritto contro l’angina in Australia e in altri Paesi, questo farmaco è stato ritirato da diversi mercati europei negli anni ’80 perché può avere gravi effetti collaterali. Per questo, quindi, è improbabile che venga utilizzato così com’è per il trattamento del cancro al pancreas, ma piuttosto può essere utilizzato come punto di partenza. “Vogliamo un composto migliore per il trattamento del cancro”, ha concluso Chen, sottolineando come la semplicità della struttura chimica del farmaco suggerisca che può essere modificato per migliorarne la potenza, la sicurezza, l’emivita nel flusso sanguigno e molte altre proprietà.

Fonte : Wired