Next, la newsletter di Europa Today che vi racconta cosa bolle in pentola nella settimana europea a venire, a cura di Alfonso Bianchi e Francesco Bortoletto
Il 2024 sarà l’anno in cui metà della popolazione mondiale si recherà alle urne: tra elezioni nazionali, europee e locali si andrà al voto in 76 Paesi, che rappresentano il 51% della popolazione mondiale. Si comincia a Taiwan, su cui gravano le minacce di riunificazione della Cina, per arrivare agli Stati Uniti, dove la sfida potrebbe essere tra Joe Biden e Donald Trump. E poi ancora Russia, Bangladesh, Brasile, India, Indonesia, Messico e Pakistan, per citare alcuni dei Paesi più popolosi attesi ad appuntamenti elettorali importanti. In mezzo, anche per ragioni di calendario, ci saranno le elezioni europee.
Europei al voto – Tra sei mesi, infatti, i cittadini dell’Unione saranno chiamati a rinnovare i loro rappresentanti al Parlamento europeo. Il voto si terrà nei ventisette Stati membri tra il 7 e il 9 giugno. In Italia si andrà alle urne domenica 9 giugno.
Guida alle elezioni europee
Mai come in questa occasione, le elezioni europee aprono scenari di incertezza e potrebbero rappresentare una svolta storica rispetto a quanto visto dal 1979, anno del primo voto diretto degli eurodeputati, a oggi. Finora, il Parlamento è sempre stato dominato da una grande coalizione composta dal Partito popolare di centrodestra e dai socialisti e democratici di centrosinistra. Di questa grande coalizione fanno tuttora parte anche i liberali. Stando agli ultimi sondaggi, questo trio ha ancora i numeri per mantenere in piedi l’attuale maggioranza. Ma si tratterebbe di una maggioranza risicata, che molto probabilmente avrà bisogno di allargarsi ad altre forze.
L’avanzata delle destre – I principali indiziati in tal senso sono i conservatori guidati dalla premier italiana Giorgia Meloni. A destra, però, ci sono anche i sovranisti di Marine Le Pen e Matteo Salvini, galvanizzati dal successo del loro alleato Geert Wilders in Olanda, i quali scalpitano per non essere lasciati fuori dalle stanze del potere. A Salvini piacerebbe una coalizione di centrodestra (popolari, conservatori e sovranisti) sul modello italico, magari con il supporto dei liberali. Ma la proposta per il momento sembra irrealizzabile.
I primi sei mesi dell’anno, a livello politico, saranno inevitabilmente caratterizzati dalla campagna elettorale. Ma ci sono ancora molti provvedimenti legislativi che devono essere approvati dalle istituzioni Ue, e molti altri che l’esecutivo di Bruxelles deve ancora presentare, e che inizieranno il loro iter legislativo, con il nuovo Parlamento. Vediamo gli eventi principali dell’anno, tenendo presente che il calendario potrebbe essere soggetto a modifiche.
Patto di stabilità e sui migranti – All’ultimo secondo, lo scorso anno, sono stati trovati due storici accordi su due importanti riforme che cambieranno le regole di bilancio e quelle sull’accoglienza dei migranti. Il nuovo Patto di stabilità e la riforma delle regole dell’asilo hanno passato il via libera del Trilogo, le trattative tra Parlamento e Consiglio Ue, ma ora attendono l’approvazione formale nelle due istituzioni. I migranti dovrebbero andare in Aula ad Aprile, ma il voto potrebbe essere anticipato. Per gli altri la data non è ancora stata scelta, ma per quanto riguarda il patto di Stabilità è probabile che sia votata entro febbraio, per dare il tempo di completare tutti i passaggi formali per farlo diventare operativo il prima possibile.
Case da ristrutturare – Altra importante riforma che ha interessato particolarmente l’Italia è quella sulle Case Green, che comporterà tutta una serie di ristrutturazioni nei 27 Paesi membri. Anche questo testo ha passato il difficile esame del trilogo e ora attende solo il via libera finale in Plenaria, che arriverà entro al fine del mandato.
I fondi all’Ucraina – Al Cosiglio europeo di dicembre, con un colpo di scena all’ultimo secondo Viktor Orban ha permesso (con una plateale e piuttosto inutile astensione) l’avvio dei negoziati di adesione dell’Ucraina all’Unione europea. Il premier ungherese ha però bloccato l’esborso di circa 50 miliardi di euro a Kiev, che sono necessari allo sforzo bellico del Paese contro la Russia di Vladimir Putin. Orban ha fatto capire che questi soldi non dovranno essere presi dal bilancio comune, soprattutto se lui non otterrà i suoi di miliardi (ben 20) ancora congelati per la discuta sulle violazioni dello Stato di diritto. Il primo febbraio è stato convocato un Vertice Ue straordinario, con i leader dei 27 (anzi dei 26), che hanno promesso di trovare una soluzione per far partire i finanziamenti. Con o senza Orban.
Commissione
Con il mandato del Collegio agli sgoccioli, il programma della Commissione von der Leyen per i primi sei mesi del 2024 (che coincideranno con la presidenza di turno belga dell’Ue) si concentrerà su quelle priorità che non sono ancora state affrontate. Al Berlaymont prevedono per l’anno prossimo 18 nuove iniziative.
Semplificazione – La Commissione punta a ridurre la complessità amministrativa, rimuovendo alcuni degli ostacoli alla competitività delle imprese europee, almeno quelli che derivano dai cosiddetti obblighi di segnalazione. La previsione è che, grazie alla razionalizzazione di queste norme, che verrebbero ridotte del 25%, si possa ottenere un risparmio complessivo di circa 2 miliardi di euro. Bruxelles si vuole inoltre mostrare particolarmente attenta alle esigenze delle piccole e medie imprese, ad esempio con la nomina di un “inviato Ue per le Pmi” con cui queste potranno interfacciarsi per stare al passo con gli aggiornamenti del quadro normativo.
Green deal – L’esecutivo comunitario intende portare a termine il suo ambizioso Green deal, anche se cresce l’opposizione contro di esso, con i popolari che lo hanno rinnegato (in vista delle elezioni). A tale scopo, la Commissione vorrebbe introdurre un “fondo climatico sociale”, che in coppia con il “fondo per la transizione giusta” dovrà garantire che la rivoluzione verde non vada a discapito delle fasce più vulnerabili della società e delle regioni più svantaggiate. In cima alle priorità anche un pacchetto per l’energia eolica, la tutela della biodiversità, le norme sulle emissioni di veicoli, edifici e industrie, il mercato elettrico europeo, le norme sugli imballaggi e quelle sulla riparazione dei prodotti di consumo, così come una serie di provvedimenti sulla conservazione degli ecosistemi naturali e la qualità dell’aria e dell’acqua.
Economia – Unione bancaria e Unione dei mercati finanziari spiccano tra le riforme da completare al più presto secondo la Commissione. Nel primo caso, si parla soprattutto di misure che riguardano l’insolvenza, la compensazione e l’accesso delle imprese ai mercati dei capitali; quanto al secondo, Bruxelles auspica il completamento della revisione dei meccanismi di gestione delle crisi e dell’assicurazione dei depositi. Anche il sistema europeo dell’Iva (Vat l’acronimo inglese) andrà riformato, dice l’esecutivo comunitario, per combattere le frodi fiscali. Il Berlaymont spera di poter fare qualche progresso anche per sul cosiddetto pilastro europeo dei diritti sociali, che riguarda soprattutto le tutele dei lavoratori nel mutato contesto tecnologico del mercato occupazionale. Nel 2024 dovrebbe infine vedere la luce un pacchetto legislativo sulle biotecnologie.
Azione esterna – Sicuramente il 2024 non sarà l’anno in cui assisteremo ad un nuovo allargamento dell’Unione, ma Bruxelles si aspetta dei progressi nei negoziati di accesso di Ucraina e Moldavia, in primis, e poi della Georgia, che ha ottenuto lo status di Paese candidato. Quanto ai Balcani occidentali, la Commissione si aspetta dei passi in avanti per alcuni Stati, ma non è ancora chiaro quando questa regione riuscirà a integrarsi definitivamente nell’Europa politica. Sul fronte internazionale, la decisione probabilmente più importante che i Ventisette dovranno prendere sarà se, e come, continuare a sostenere Kiev nella sua resistenza contro l’invasione russa. Bruxelles intende inoltre rafforzare le capacità di difesa (anche rapida) dell’Unione tramite la cosiddetta “Bussola strategica”.
Sicurezza – Sul versante sicurezza la Commissione ha individuato diverse priorità da centrare entro la fine del mandato. Dal Nuovo patto sulla migrazione e l’asilo, che dovrà essere adottato da entrambi i co-legislatori, al rafforzamento delle difese contro le minacce ibride, inclusi gli atti terroristici. La cybersicurezza sarà il fulcro attorno a cui ruoteranno due proposte legislative, il Cyber resilience act ed il Cyber solidarity act: l’uno per aumentare la resilienza delle infrastrutture critiche europee, l’altro per garantire che gli Stati membri possano efficacemente aiutarsi in caso di necessità.
Parlamento
Prima che il Parlamento venga sciolto in vista delle elezioni, ci saranno cinque sessioni plenarie a Strasburgo (più una “mini plenaria” a Bruxelles) entro il mese di aprile.
Plenaria 15-18 gennaio – Nella prima sessione del nuovo anno, gli eurodeputati voteranno su diversi dossier. Tra essi, segnaliamo l’adozione finale della direttiva sulla protezione dei consumatori nella transizione verde, che mira a limitare le pratiche fuorvianti tramite cui le aziende nascondono la reale sostenibilità dei propri prodotti (greenwashing). Il Parlamento dovrebbe inoltre adottare la propria posizione, che dovrà poi essere difesa in sede di trilogo, su altri due importanti file. Il primo è un regolamento sulle nuove tecniche genomiche, cioè delle tecniche di ingegneria genetica tramite cui ottenere varietà vegetali più resilienti al cambiamento climatico e più resistenti agli organismi nocivi. Il secondo riguarda l’introduzione della carta europea della disabilità, che garantirà a tutti i cittadini Ue diversamente abili di godere del medesimo status nei Ventisette.
Plenaria 5-8 febbraio – A febbraio i deputati si riuniranno due volte a Strasburgo, la prima dal 5 all’8 del mese. In quest’occasione, dovrebbe essere dato il mandato negoziale ai deputati che parteciperanno ai triloghi su almeno tre iniziative legislative. Una è la direttiva anti-corruzione, il cui obiettivo è rafforzare le norme Ue sulla corruzione e armonizzare quelle degli Stati membri. C’è poi la direttiva che aggiorna il quadro giuridico circa il respingimento dei cittadini di Paesi terzi che si trovano illegalmente sul territorio di uno Stato membro. Infine, l’assemblea deciderà la propria posizione sulla revisione del quadro normativo relativo alla gestione delle crisi bancarie e all’assicurazione dei depositi, uno step verso l’avanzamento dell’Unione bancaria.
Plenaria 26-29 febbraio – La seconda plenaria del mese prevede un’agenda decisamente densa per l’Aula, con diverse votazioni finali. I deputati dovrebbero esprimere la loro posizione finale, tra il resto, sull’identità digitale europea, sul regolamento per il “ripristino della natura”, sulle norme che regoleranno le campagne politiche, sul regolamento per il cosiddetto “ecodesign”, sulla direttiva che riforma il settore mediatico (media freedom act), sulle emissioni di metano nel comparto energetico, sul trasporto marittimo dei rifiuti, sulle indicazioni geografiche di prodotti agricoli come vino e liquori, e sulla direttiva volta a introdurre il concetto di crimine ambientale (o ecocidio).
Plenaria 11-14 marzo – Si annuncia piena di votazioni importanti anche la sessione di marzo. Tra i testi che dovrebbero essere approvati o rigettati definitivamente dai deputati, segnaliamo i seguenti: la direttiva anti-Slapp (per proteggere i giornalisti dalle querele temerarie), la riforma del mercato elettrico europeo, il pacchetto Euro 7, le direttive sulle emissioni degli edifici e su quelle industriali, il regolamento sulla “cyber-resilienza” dell’Unione, quello per introdurre uno strumento di emergenza nel mercato unico per meglio gestire le crisi (come quella del Covid-19), e il pacchetto legislativo su gas decarbonizzato e idrogeno.
Plenaria 10-11 aprile – Votazione finale sul nuovo quadro di certificazione per l’eliminazione tecnologica e naturale del carbonio per contribuire a raggiungere la neutralità climatica dell’Ue entro il 2050, ma anche sulle nuove regole sulla due diligence che obbligheranno le imprese europee a integrare i diritti umani e l’impatto ambientale nei loro sistemi di gestione, dalle materie prime (anche provenienti da Paesi terzi) alla produzione finale. Infine voto sulle nuove norme che regolano la responsabilità delle imprese per i danni causati da prodotti difettosi.
Plenaria 22-25 aprile – Nell’ultima plenaria della sessione verranno portati gli ultimi pacchetti legislativi ancora rimasti in sospeso. Ci sarà quello sulla carta europea della disabilità, il pacchetto contro il riciclaggio di denaro, sull’unione bancaria, ma anche quello sulla qualità dell’aria, sul packaging e il riuso (che ha visto la forte opposizione dell’Italia) e infine il Net Zero Industry Act.
Fonte : Today