Sono stati 274 i feriti per i festeggiamenti di Capodanno. Un aumento del 52% rispetto all’anno scorso. È quanto emerge dai dati riportati dal Dipartimento di pubblica sicurezza.
La stragrande maggioranza dei feriti (262) è dovuta ai fuochi d’artificio, mentre in 12 casi la causa dell’incidente è stata un’arma da fuoco, come quella da cui è partito il colpo che ha ucciso una donna di 45 anni ad Afragola, nel Napoletano. A colpire è anche l’aumento dei casi gravi: i ricoverati sono stati 49, e negli ultimi dieci anni non si sono registrati mai così tanti feriti con prognosi riservata o inferiore ai 40 giorni. Quasi un quarto delle vittime è minorenne: 64, contro i 50 dello scorso anno.
Secondo la Società italiana di medicina ambientale (Sima), “tra il 2012 e il 2024 si sono registrati in totale in Italia 7 morti e 3.494 feriti gravi a causa di petardi, fuochi d’artificio e proiettili vaganti utilizzati nella notte di Capodanno”. Ma non sono solo gli esseri umani a subire le conseguenze dei botti: “si stima che nell’ultima notte dell’anno siano circa 5mila gli animali, tra domestici e selvatici, che perdono la vita per cause dirette e indirette riconducibili a petardi ed esplodenti”, scrive Sima.
“C’è poi la questione ambientale, considerato che i botti di fine anno generano una impennata dell’inquinamento dell’aria: durante tutto l’anno i fuochi d’artificio sono responsabili di circa il 6% di Pm10 presente nelle città italiane – spiega Sima – ma nella sola notte di Capodanno le polveri sottili registrano un incremento abnorme, raggiungendo valori medi su 24 ore quasi tripli rispetto al normale limite giornaliero, fissato a 50 microgrammi per metro cubo ed un livello pari a 1.000 microgrammi per metro cubo nella prima ora dopo la mezzanotte (con un aumento del +1900% rispetto ai valori massimi di legge)”.
”Botti, petardi ed esplodenti, oltre alle polveri sottili, rilasciano in atmosfera parecchie diossine, ovvero sostanze potenzialmente cancerogene – afferma il presidente Sima, Alessandro Miani – Prendendo in esame una singola città di medie dimensioni, i fuochi d’artificio esplosi nella sola notte di Capodanno possono arrivare a produrre emissioni nocive pari a quelle delle attività annuali di 120 inceneritori di rifiuti. Le sostanze liberate in atmosfera possono inoltre ricadere al suolo sotto forma di pioggia acida, inquinando terreni, raccolti, laghi, fiumi e persino falde acquifere”.
Non bisogna poi dimenticare l’ingente quantità di rifiuti prodotta, che è sotto i nostri occhi ogni primo dell’anno. La stima conservativa di Sima è che circa 60.000 involucri – pari a circa 3-6 tonnellate – di Botti e fuochi esplosi la notte di Capodanno rimangano nelle strade e nelle piazze delle nostre città. Si tratta peraltro, conclude Sima, di rifiuti difficili da differenziare perché composti per il 70% da cartone, plastica, legno o argilla ed il restante 30% da polvere pirotecnica (in massima parte nitrato di potassio, zolfo e carbone, con aggiunta di metalli pesanti, magnesio e rame).
Fonte : Today