La storia del mondo è piena di figure femminili che hanno segnato passi importanti nell’innovazione tecnologica e nel cambiamento del mondo in generale.
Tuttavia, secondo il report “Artificial Intelligence, platform work and gender equality” dell’European Institute for Gender Equality, nell’Unione Europea e nel Regno Unito solo il 16% delle persone con competenze nel settore dell’Intelligenza Artificiale sono donne (dati 2021). Il divario di genere aumenta con la durata della carriera: le donne con meno di due anni di esperienza lavorativa nel settore rappresentano il 20% di tutti i professionisti dell’IA, percentuale che scende al 12% se consideriamo le donne con oltre dieci anni di esperienza di lavoro.
Nel settore dell’intelligenza artificiale esiste un concreto problema di genere, in cui le donne sono sottorappresentate. Diverse sono le barriere che rendono difficile per le donne avviare e mantenere una carriera nell’intelligenza artificiale. Le difficoltà più rilevanti includono gli ostacoli all’ingresso nel settore dovute a stereotipi di genere che influenzano le scelte educative, nonché gli ostacoli nelle carriere professionali femminili che spesso si scontrano con il cosiddetto “soffitto di cristallo”, che ne limita la crescita professionale.
Ma nonostante il quadro complessivo, esistono donne leader in ambito IA che hanno contribuito all’evoluzione e al suo successo soprattutto in questo anno. Ecco dieci profili di leadership femminile che, secondo noi, hanno fatto la differenza nell’evoluzione del fenomeno tecnologico che ha dominato le discussioni del 2023: l’intelligenza artificiale.
1. Fei-Fei Li
Fei-Fei Li è professoressa d’informatica presso l’Università di Stanford e fondatrice di AI4ALL, organizzazione senza scopo di lucro che mira ad aumentare la diversità di genere e l’inclusione nel settore dell’intelligenza artificiale.
Nata e cresciuta in Cina, classe 1976, Fei-Fei Li si è trasferita negli Stati Uniti con la sua famiglia all’età di 15 anni. Dopo aver conseguito una laurea in fisica, ha proseguito gli studi in informatica e ingegneria presso l’Università di Princeton. Dal 2009 è professoressa associata all’Università di Stanford e direttrice dello Stanford Artificial Intelligence Lab.
Fei-Fei Li è nota per il suo lavoro nel campo della visione artificiale, specialmente per aver guidato il progetto ImageNet. Lanciato nel 2009, ImageNet è un database che comprende 14 milioni di immagini annotate manualmente, con dettagli sugli oggetti rappresentati e il loro posizionamento spaziale. Gli oggetti sono stati classificati in oltre 20 mila categorie. Questa scoperta ha avuto un impatto diretto su numerose applicazioni pratiche, come il riconoscimento facciale, i sistemi di sorveglianza automatizzati e i veicoli autonomi.
Negli ultimi anni, la ricerca di Fei-Fei Li si è estesa al settore medico-sanitario, con l’obiettivo di ridurre gli errori medici e potenziare i benefici dell’intelligenza ambientale.
2. Daniela Amodei
Daniela Amodei, trentasei anni è co-fondatrice e presidente di Anthropic, una delle startup più promettenti nel settore dell’intelligenza artificiale. Papà italiano di Massa Marittima, mamma americana di Chicago, Daniela Amodei ha lavorato inizialmente in Stripe. Successivamente per cinque anni è stata vicepresidente per la sicurezza e le policy in OpenAI, contribuendo alla creazione di ChatGPT.
Nel 2020, insieme al fratello Dario e altri colleghi, lascia OpenAI per fondare Anthropic. Questa startup ha sviluppato il concorrente numero uno di ChatGPT, il suo nome è Claude. Si tratta di un chatbot che opera seguendo una “Costituzione”, che guida il suo comportamento, basato su principi tratti da fonti autorevoli, tra cui la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani delle Nazioni Unite. Amodei sostiene che il suo lavoro è “allineato ai valori umani”, secondo cui l’uso dell’intelligenza artificiale generativa si basa su di un approccio più etico e sicuro.
Nel 2023 Google e Amazon hanno investito più di 7 miliardi di dollari nella loro azienda.
3. Cynthia Breazeal
Cynthia Breazeal, scienziata e imprenditrice americana, è la fondatrice e direttrice del Personal Robots Group presso il MIT Media Lab ed è considerata una pioniera nel campo della robotica sociale e dell’interazione uomo-macchina.
La robotica sociale è un campo di ricerca che si concentra sullo sviluppo di robot pensati per interagire con gli esseri umani in un contesto sociale. Questi robot, tipicamente progettati per essere percepiti come amichevoli e in grado di comprendere e rispondere ai bisogni umani, richiedono avanzati sistemi di intelligenza artificiale e comprensione del linguaggio naturale (Natural Language Processing). Ma non solo.
Breazeal ha anche esplorato l’importanza dei segnali non verbali nella comunicazione con i robot che migliorano significativamente l’interazione e il rapporto tra uomo e macchina. Breazeal ha incentrato il suo lavoro sul concetto di “convivere con l’Intelligenza Artificiale” studiando l’impatto dell’integrazione dei robot sociali nella vita quotidiana. Oggi il suo gruppo di ricerca si dedica allo studio dei robot sociali in ambiti quali l’istruzione, la pediatria, il benessere e il sostegno alla persona durante l’invecchiamento.
Nel 2022, Breazeal è stata nominata presidente per il digital learning presso il MIT, con l’obiettivo di ampliare la conoscenza sull’Intelligenza Artificiale sia all’interno sia all’esterno dell’ambiente accademico. In linea con questo scopo, ha avviato l’iniziativa MIT RAISE, fornendo a studenti e insegnanti di scuole primarie e secondarie di tutto il mondo materiali e risorse per promuovere la consapevolezza e la comprensione dell’IA.
4. Corinna Cortes
Corinna Cortes, classe 1961, scienziata e vicepresidente di Google Research, dal 2011 è anche professoressa a contratto presso il Dipartimento di informatica dell’UCPH . È membro del comitato editoriale della rivista Machine Learning.
La ricerca di Cortes si concentra principalmente sull’apprendimento automatico (data mining). Nel 2008, insieme a Vladimir Vapnik, ha ricevuto il Paris-Kanellakis Prize for Theory and Practice per lo sviluppo di un algoritmo altamente efficiente basato sull’apprendimento supervisionato noto come Support Vector Machines (SVMs). Oggi, l’SVM è uno degli algoritmi più utilizzati nell’apprendimento automatico, viene impiegato in molte applicazioni, tra cui la diagnostica medica e le previsioni meteorologiche.
Nel 2023 è stata nominata ACM Fellow per i suoi contributi teorici e pratici all’apprendimento automatico, e per la sua indiscussa leadership femminile in azienda.
5. Cynthia Rudin
Cynthia Rudin, classe 1976, ingegnere, è professoressa di informatica presso la Duke University di Durham, nella Carolina del Nord. Nel 2023 ha lavorato instancabilmente per mettere al servizio dell’umanità le potenzialità dell’intelligenza artificiale. Il suo lavoro di ricerca si concentra principalmente sugli strumenti di apprendimento automatico che aiutano le persone a prendere decisioni per la salvezza del pianeta.
Rudin ha conseguito la laurea in fisica e matematica presso l’Università statale di New York prima di completare il dottorato in matematica applicata e computazionale presso l’Università di Princeton.
Ha poi lavorato come ricercatrice post-dottorato alla National Science Foundation presso la New York University e come ricercatrice associata presso la Columbia University.
Nel 2021 Rudin ha vinto lo Squirrel AI Award dal valore di un milione di dollari per il suo impegno sull’intelligenza artificiale a beneficio dell’umanità.
6. Allie K Miller
Allie K Miller è una imprenditrice seriale e investitrice nel campo dell’intelligenza artificiale. Nonché una tra i primi 20 infuencer al mondo in ambito AI.
Dal 2019 al 2022 Miller è stata Global Head of Machine Learning Business Development, Startup e Venture Capital presso Amazon (AWS), trasformando AWS in un’organizzazione a 10 cifre con più 100 persone all’interno. In IBM dal 2016 al 2019, Miller ha guidato una squadra di 30 ingegneri ed è stata la donna più giovane di sempre a realizzare un prodotto di intelligenza artificiale. Nel 2019 è stata nominata «AI innovator of the year». Parla dell’intelligenza artificiale sui palchi di tutto il mondo, fornisce consulenza sulla politica pubblica globale AI e ha scritto più di dieci guide sull’utilizzo proficuo dell’intelligenza artificiale in azienda.
Allie è anche co-fondatrice di Girls of the Future, ambasciatrice nazionale dell’American Association for the Advancement of Science (AAAS), e ambasciatrice dell’organizzazione Advancing Women in Product. Ha conseguito un doppio MBA presso la Wharton School e una laurea in scienze cognitive presso il Dartmouth College.
7. Eugenia Kuyda
Eugenia Kuyda, imprenditrice ed esperta sviluppatrice di chatbot AI, nata in Russia ma vive a New York. È co-fondatrice e CEO di Replika, una startup nota per lo sviluppo di un “chatbot emozionale” basato sull’intelligenza artificiale che fornisce supporto emotivo alle persone.
Il chatbot basato su un particolare modello di deep learning è nato da una tragedia che ha cambiato la vita della sua ideatrice Eugenia Kuyda: la morte del suo miglior amico. Nel 2015, mentre era impegnata a realizzare un chatbot per prenotazioni nei ristoranti, la sviluppatrice perde il suo migliore amico in un incidente d’auto. Per allenire il dolore della perdita, Kuyda sfrutta l’infrastruttura del chatbot per creare una sorta di “replicante digitale” del suo amico, così da poter scambiare ancora qualche chiacchiera con lui.
La creatrice di Replika dà in pasto a una rete neurale tutti i messaggi di testo scambiati nel corso degli anni con il defunto, realizzando un chatbot in grado di replicare il comportamento (e lo stile di scrittura) del suo amico. Un vero e proprio supporto emotivo da utilizzare quando la mancanza si faceva sentire più forte.
Kuyda ha conseguito una laurea e un master in giornalismo, seguiti da studi in finanza presso la London Business School. Inizialmente ha lavorato come editorialista presso uno dei più grandi quotidiani russi e in seguito ha lanciato la sua prima app, Bribr, che permetteva alle persone di tenere traccia dei tentativi di corruzione. Tra il 2014 e il 2015, ha co-fondato la startup AI Luka, un’app di messaggistica che utilizzava l’elaborazione del linguaggio naturale per consentire conversazioni con un chatbot. L’azienda è stata poi comprata da una multinazionale cinese nel 2017.
Nell’anno 2022, Replika ha registrato una crescita significativa, l’app ha raggiunto oltre 30 milioni di utenti, registrando un aumento dell’attività del 50% durante il periodo della pandemia di COVID-19.
8. Mira Murati
Dietro il successo di ChatGTP c’è anche lei, l’ingegnera Mira Murati, oggi considerata la figura chiave che ha contribuito a creare ChatGPT, il chatbot di intelligenza artificiale generativa che ha rivoluzionato il 2023.
Di origini albanesi, nata il 16 dicembre 1988, nota per il suo ruolo di Chief Technology Officer in OpenAI, Murati ha lavorato nel 2011 come analista in Goldman Sachs nella sede di Tokyo, poi tornata negli Stati Uniti dove per circa un anno ha lavorato in Zodiac Aerospace. Nel 2013 approda in Tesla come Senior Product Manager, dove si è occupata del lancio di alcuni prodotti di punta, incluso sviluppo e lancio di Model X.
Dal 2016 Murati ha lavorato in Leap Motion, ricoprendo il ruolo vicepresidente di Product & Engineering. Nel 2018 arriva in OpenAI dove nel giro di quattro anni viene promossa a Chief Technology Officer (CTO).
A metà novembre nel 2023 per quache giorno ha ricoperto il ruolo di Ceo di OpenAI, al posto del co-founder e suo caro amico Sam Altman (allontanato dall’azienda) fino al suo clamoroso reintegro.
Nel 2023, è stata inclusa nella lista Time delle 100 persone più influenti al mondo.
9. Anima Anandkumar
Anima Anandkumar, nata a Mysore (in India) è Senior Director of AI Research presso NVIDIA, la sua direzione si occupa di sviluppare algoritmi di intelligenza artificiale di nuova generazione. Anandkumar è tra le più giovani professoresse Bren presso il dipartimento del California Institute of Technology (Caltech).
Nata da genitori ingegneri e con un nonno matematico, Anandkumar si è laureata nel 2004 in ingegneria elettrica presso l’Indian Institute of Technology Madras. È stata ricercatrice post-dottorato al Massachusetts Institute of Technology fino al 2010, nonchè ricercatrice presso Microsoft Research New England, e scienziata presso Amazon Web Services.
Convinta sostenitrice della democratizzazione dell’intelligenza artificiale, Anima ha lanciato diverse iniziative open source, spingendo per l’equità nell’intelligenza artificiale. Fa parte della rete di esperti del World Economic Forum. È apparsa accanto a molti luminari come Shinzo Abe, il primo ministro del Giappone, e il Dalai Lama, occasioni in cui ha parlato dell’intelligenza artificiale e del suo impatto sulla società.
Nel 2018 le è stato assegnato il premio GoodTech dal NYTimes per aver denunciato i pregiudizi legati all’intelligenza artificiale e aver contribuito all’inclusione.
10. Shivon Zilis
Shivon Zilis canadese classe 1986, laureata a Yale in economia e filosofia, attualmente è direttrice operazioni e progetti speciali AI di Neuralink Corporation, l’azienda statunitense di neurotecnologie che si occupa di sviluppare interfacce neurali impiantabili, fondata da Elon Musk (da cui Zilis nel 2022 ha avuto, tra l’altro, due gemelli Strider e Azure).
Nel 2017 ha iniziato a lavorare in Tesla e poco dopo è stata nominata project director nella direzione intelligenza artificiale, dove ha lavorato fino al 2019. È stata il più giovane membro del consiglio di amministrazione di OpenAI e di Neuralink. Nel 2015 Forbes l’ha inserita nella sua top 30 degli Under 30. Shivon Zilis è anche una nota venture capitalis.
Fonte : Repubblica