I botti di Capodanno possono essere spettacolari e coloratissimi, ma hanno una serie di conseguenze negative sulla salute e sull’ambiente da non sottovalutare. Ecco quali composti chimici contengono e perché sono inquinanti.
Ogni anno il primo di gennaio su giornali e telegiornali rimbalzano le notizie sui feriti – e talvolta sui morti – provocati dai botti di Capodanno, una tradizione pericolosa soprattutto per gli animali, domestici e selvatici. Ma oltre all’impatto diretto dei boati e delle esplosioni, comprese quelle “a scoppio ritardato” degli ordigni inesplosi che mettono a repentaglio i bambini curiosi, c’è un’altra minaccia da non sottovalutare dei fuochi pirotecnici: l’inquinamento ambientale. La concentrazione e il numero di petardi, mortaretti, fischioni e altri dispositivi che vengono fatti esplodere nella notte di San Silvestro sono infatti talmente elevati che, come spiegato in un comunicato stampa del WWF, l’inquinamento atmosferico delle città che ne deriva raggiunge i livelli delle peggiori giornate funestate dalle polveri sottili (PM 2.5 e PM10). In alcuni casi si raggiungono centinaia di µg/m³ di particolato sottile, concentrazioni che abbattono l’indice di qualità dell’aria (AQI) che respiriamo.
Indici di qualità dell’aria. A causa dei botti durante il Capodanno si possono raggiungere centinaia di µg/m³ di particolato sottile. Credit: Earth.org
Gli effetti sull’ambiente e sulla salute possono essere ulteriormente esacerbati dalle condizioni meteo; Londra, ad esempio, a causa dell’assenza di vento a Capodanno del 2020 fu assediata per quattro ore da una nube di sostanze pericolose, derivata proprio dall’utilizzo massiccio dei fuochi d’artificio. A Napoli, dove i botti per celebrare il nuovo anno sono una tradizione irrinunciabile, le concentrazioni orarie del particolato sottile a cavallo tra il 31 dicembre e il 1 gennaio raggiungono picchi considerevoli, come mostrano i grafici condivisi dal Sistema Nazionale per la Protezione per l’Ambiente (SNPA). A Capodanno del 2021 e del 2022 in via Epomeo i sensori delle centraline hanno registrato quasi 400 µg/m³ di PM 10, le polveri sottili con particelle caratterizzate da un diametro entro i 10 micrometri (il limite di sicurezza stabilito dall’Organizzazione Mondiale della Sanità è dieci volte inferiore, 40 µg/m³). Altissime anche le concentrazioni di PM 2.5, le polveri finissime che sono ancora più dannose per la salute; il diametro infinitesimo, infatti, permette loro di penetrare in profondità nell’apparato respiratorio, fin negli alveoli polmonari, dove possono scatenare un ampio ventaglio di condizioni che spaziano dalle irritazioni fino agli enfisemi e ai tumori. Esacerbano anche il rischio di eventi cardiovascolari e mettono a repentaglio chi soffre di asma.
L’impennata delle polveri sottili a Napoli a Capodanno. Credit: SNPA Ambiente
Ma non sono solo le dimensioni delle particelle rilasciate dai botti a renderle così pericolose. Principalmente, infatti, si tratta di sostanze tossiche che hanno effetti negativi sia sulla salute che sull’ambiente. Si spazia dalla semplice polvere nera, il principio alla base dell’esplosione composto da carbone (15 percento), zolfo (10 percento) e nitrato di potassio (75 percento), ai metalli pesanti e altri elementi utilizzati per donare ai fuochi d’artificio quei bellissimi colori che illuminano il cielo. Magnesio, alluminio, arsenico, stronzio, rame, bario, sodio, calcio, antimonio e moltissimi altri, principalmente utilizzati nelle forme di nitrati, cloruri e carbonati per conferire il colore desiderato. Ad esempio, il cloruro di rame determina il colore blu, l’alluminio il bianco scintillante, il carbonato di bario il verde, mentre il nitrato di stronzio il rosso. Com’è ampiamente noto in letteratura medica, l’esposizione ai metalli pesanti è dannosa per la salute perché possono accumularsi nell’organismo determinando una serie di conseguenze negative su cellule, tessuti e apparati. Alcuni sono elencati tra gli elementi cancerogeni, mentre il perclorato (un ossidante) altera il funzionamento della ghiandola tiroidea. Naturalmente per le conseguenze severe è necessaria un’esposizione acuta a concentrazioni elevatissime o comunque prolungata nel tempo.
I colori dei fuochi d’artificio. Credit: Earth.org / Compound Interest 2015
Alcune delle emissioni dei fuochi d’artificio come l’anidride solforosa, l’ossido nitrico e il particolato possono inoltre rimanere a lungo nell’atmosfera e reagire con altri elementi e composti chimici (ad esempio l’ossigeno), producendo contaminanti che si riversano sul terreno sotto forma di piogge acide notoriamente dannose per gli ecosistemi, in particolar modo quelli acquatici. Questi composti possono diventare ancor più pericolosi quando reagiscono con altri elementi; il WWF, ad esempio, spiega che l’alluminio a contatto con l’acqua di mare può modificarsi e rilasciare sostanze nocive. Il sopracitato perclorato, spiega Earth.org, è uno dei principali contaminanti del suolo e dell’acqua. Dopo gli effimeri botti di Capodanno questa sostanza non scompare, ma resta nell’ambiente per un lungo periodo, dove può essere facilmente assorbita dalle piante. “Quando finisce nei corpi idrici, può anche influenzare lo sviluppo dei pesci”, evidenzia l’organizzazione ambientalista.
Non per ultimo, c’è anche il significativo problema delle microplastiche, rilasciate dalla distruzione degli involucri dei botti. L’intero pianeta è contaminato da queste particelle con diametro inferiore ai 5 millimetri; sono state trovate anche negli ecosistemi più remoti come l’Antartide, le vette più alte e gli abissi più profondi, a causa del fatto che vengono trasportate dagli agenti atmosferici in tutto il globo. Sono ormai pienamente entrate nella catena alimentare e anche il nostro organismo ne è pervaso; secondo una ricerca del WWF e dell’Università di Newcastle inaliamo / ingeriamo fino a 240 grammi di microplastiche ogni anno, pari a un abbondante piatto di pasta. Per capire quanta plastica viene immessa nell’ambiente durante la notte di San Silvestro, basti sapere che nel fiume Tamigi, dopo uno spettacolo pirotecnico tenutosi alla fine del 2019, è stato registrato un incremento nella concentrazione delle microplastiche del 1000%, come spiegato dalla dottoressa Ria Devereux che ha condotto un’indagine ad hoc.
I fuochi pirotecnici sono indubbiamente spettacolari e bellissimi da vedere, ma hanno un impatto non trascurabile sulla salute (nostra e degli animali) e sull’ambiente, pertanto molti esperti ritengono necessario un completo cambio di paradigma su certe tradizioni. O perlomeno un netto ridimensionamento. In diverse città fuochi d’artificio e botti sono stati banditi in favore di spettacoli con i droni, che attraverso un’apposita programmazione possono dar vita a forme e colori nel cielo estremamente suggestivi, senza conseguenze su di noi, altri esseri viventi ed ecosistemi.
Fonte : Fanpage