All’Angelus nell’ultimo giorno del 2023 l’appello affinché “chi ha interessi in questi conflitti ascolti la voce della coscienza”. Nella festa della Sacra Famiglia l’invito a “difendere e sostenere sempre la famiglia, cellula fondamentale della società”. Il ricordo di Benedetto XVI a un anno dalla morte: “Ha servito la Chiesa con amore e sapienza, dal Cielo ci accompagna”.
Città del Vaticano (AsiaNews) – “Al termine di un anno si abbia il coraggio di chiedersi quante vite umane sono state spezzate dai conflitti armati, quanti morti? E quante distruzioni, quanta sofferenza, quanta povertà? Chi ha interessi in questi conflitti ascolti la voce della coscienza”. È l’appello che anche nell’ultimo giorno dell’anno papa Francesco ha lanciato oggi dalla sua finestra su piazza San Pietro nell’Angelus dell’odierna domenica in cui la Chiesa celebra la festa liturgica della Sacra Famiglia.
Il pontefice ha invitato anche oggi a non dimenticare i popoli che soffrono a causa delle guerre. E insieme alla martoriata Ucraina e ai popoli israeliano e palestinese, ha rivolto un pensiero speciale ai cristiani della Nigeria che proprio a Natale nello Stato di Plateau hanno subito gravissime violenze con centinaia di morti. “Prego per loro e per le loro famiglie”. Il pontefice ha inoltre invitato a ricordare anche “i martoriati Rohingya”, esuli dal Myanmar, che in questi stessi giorni sono stati vittime di attacchi in Indonesia.
Celebrando la Sacra Famiglia di Nazareth il pontefice ha poi rivolto la sua benedizione a tutte le famiglie del mondo. “Non dimentichiamo che la famiglia è la cellula fondamentale della società – ha aggiunto – bisogna difenderla e sostenerla sempre”.
Nella sua riflessione prima della preghiera mariana Francesco aveva commentato il brano di Vangelo della presentazione di Gesù al Tempio, proposto dalla liturgia. Ha osservato come in dono portassero l’offerta più umile e semplice tra quelle previste. E Maria riceve la profezia secondo cui “una spada le trapasserà l’anima”. “Arrivano nella povertà e ripartono con un carico di sofferenza – ha commentato il pontefice -. Ciò desta sorpresa: la Famiglia di Gesù, l’unica famiglia della storia che può vantare in sé stessa la presenza di Dio in carne e ossa, anziché essere ricca è povera. Anziché essere agevolata, sembra ostacolata. Anziché essere priva di fatiche, è immersa in grandi dolori”. Proprio questo, però – ha aggiunto il papa – rivela una cosa molto bella: “Scegliendo una famiglia esperta nel soffrire, Gesù dice alle nostre famiglie: ‘Se vi trovate in difficoltà, so che cosa provate, l’ho vissuto: io, mia madre e mio padre l’abbiamo provato per dire anche alla vostra famiglia: non siete soli’”.
Infine ha invitato tutte le famiglie a imparare da quella di Nazareth la capacità di stupirsi. “Sapersi stupire anzitutto di Dio”, ma anche “del proprio coniuge, ad esempio prendendolo per mano e guardandolo negli occhi alla sera per qualche istante, con tenerezza. E poi stupirsi del miracolo della vita, dei figli, trovando il tempo per giocare con loro e per ascoltarli. E stupirsi della saggezza e della serenità dei nonni, che riportano la vita all’essenziale. Stupirsi, infine, della propria storia d’amore, alla quale Dio crede, anche quando ci sembra che gli aspetti negativi prevalgano”.
Infine papa Francesco ha ricordato ai fedeli la ricorrenza del primo anniversario della morte di Benedetto XVI. “Un anno fa – ha detto – concludeva il suo cammino terreno dopo aver servito con amore e sapienza la Chiesa. Sentiamo per lui tanto affetto, tanta gratitudine, tanta ammirazione. Dal cielo ci benedica e ci accompagni”.
Fonte : Asia