“Il parroco ha fatto sparire 500mila euro”, ma il vescovo non lo denuncia: salvo

Vale la pena dare un’occhiata alle truffe più spregiudicate scoperte nel 2023. Anche per evitare di essere noi le prime vittime del 2024. In attesa di conoscere i dati di quest’anno, in un quinquennio i raggiri in Italia sono aumentati dai 189 mila casi del 2018 ai 274 mila del 2022. Una crescita di quasi il cinquanta per cento. Nella statistica, l’Istat inserisce anche le frodi informatiche. Telefonino e computer sono ormai la porta principale attraverso la quale i truffatori entrano nella nostra vita. Un danno che, soltanto per i reati online, è stato calcolato in 48 miliardi.

Ma funzionano ancora le truffe classiche. Quelle che, in una popolazione sempre più anziana, prendono di mira risparmi ed eredità. Così come hanno scoperto le indagini della guardia di finanza, che hanno mandato a processo un famoso parroco di Pinerolo, in Piemonte, già ai vertici della Scuola mauriziana di Torre Pellice. Sono cinque i principali tipi di raggiro dai quali dobbiamo difenderci. Vediamoli.

5 – Il superbonus per viaggiare gratis su bus e metrò

Volete girare gratis su autobus e metropolitana a Roma o in altre grandi città per un anno intero? Se credete sia possibile, fate molta attenzione. Perché potreste cascare nel raggiro. E fornire i codici segreti della vostra carta di pagamento a siti come questo che ha scelto di chiamarsi hacksharktank. In inglese unisce i significati di fare a pezzi, squalo e vasca, che può essere tradotto come “hackerare la vasca degli squali”.

La truffa su Facebook che offre trasporti gratis

Ecco, se vi sentite shark e volete davvero regalare i vostri soldi a una banda di truffatori a distanza, cercate su Facebook la pagina “Buono regalo per i trasporti durante l’anno” (foto sopra). È ancora lì, nonostante le denunce. Ma fareste bene ad ascoltare i consigli pubblicati da Matteo Torrioli su RomaToday. Per questa storia si è scomodata perfino l’Agenzia per la cybersicurezza nazionale. Ancora un suggerimento, se per curiosità andate al link riportato nella pagina Facebook. Alla richiesta “Domande 1 di 3: Hai sentito parlare della tessera trasporti ATAC?” non cliccate mai: né sì, né no. Potreste scaricare un virus o un software malevolo.

4 – “Ha truffato il papa”: condannato il cardinale Becciu

Se non siete proprietari di un palazzo in Sloane Avenue a Londra e non siete il papa, questa forma di raggiro non dovrebbe preoccuparvi. Ma merita una citazione. Perché non capita tutti i giorni che un cardinale sia accusato di peculato: cioè l’appropriazione di beni, mobili o immobili, da parte di un pubblico ufficiale. E nemmeno che sia condannato alla reclusione, anche se finora si tratta soltanto della sentenza di primo grado.

Il cardinale Angelo Becciu (foto LaPresse)

Angelo Becciu, il cardinale ex sostituto per gli Affari generali del papa ed ex prefetto per le cause dei santi, il 17 dicembre è stato giudicato in Vaticano da un tribunale composto da laici per il presunto impiego illecito di oltre 200 milioni di dollari, “circa un terzo delle disponibilità della Segreteria di Stato”. Una sentenza pesante: cinque anni e sei mesi di reclusione, l’interdizione perpetua dai pubblici uffici e 8mila euro di multa per l’investimento finito male nel palazzo di Londra e 125 mila euro inviati alla cooperativa sarda del fratello. Poi c’è il reato di truffa per i 575 mila euro del Vaticano inviati alla società slovena di un’amica, Cecilia Marogna e, solo apparentemente secondo l’accusa, destinati alla liberazione di una suora rapita in Mali. Convinto della totale innocenza è invece il suo avvocato, Fabio Viglione: “Faremo appello”.

3 – Eredi universali e truffatrici assunte dal Comune

La storia delle due assistenti sociali e dell’educatrice sembra uscita da un racconto di Dino Buzzati. Protagonista un pensionato di quasi 80 anni rimasto solo a casa. La figlia lontana. La moglie ricoverata in una Rsa. Lui nel 2018 chiede e ottiene dalle assistenti del Comune di Torino di raggiungerla nella casa di riposo. L’uomo è una persona fragile. Non sa leggere, né scrivere. L’educatrice diventa la sua amministratrice di sostegno. Quando l’anziano muore, nel 2020, arriva il momento di aprire il testamento davanti al notaio. Una brutta sorpresa: la figlia scopre lì che il papà ha nominato eredi universali le due assistenti e l’educatrice.

Parte la denuncia. Le indagini della Procura scoprono che le tre collaboratrici del Comune avevano accompagnato di persona il nonno dal notaio, con l’auto dei servizi sociali. E lì l’avrebbero indotto a lasciare loro l’eredità. Vengono anche ascoltate al telefono mentre discutono di come dividersi i beni: una casa, qualche gioiello e, secondo le indagini, 300 mila euro. A fine novembre la Procura ha emesso il decreto che dispone il processo. Le tre donne sono accusate di peculato e circonvenzione di incapace.

2 – Quando vi contatta un finto ispettore di polizia

Entriamo ora nella forma più moderna di raggiro. Grazie alla tecnica chiamata spoofing, i truffatori clonano la pagina su Internet o il numero di telefono della vostra banca, o dell’hotel che state prenotando su booking.com. Perfino della polizia postale, che in realtà è la specialità che indaga su questi delitti. Uno degli ultimi casi lo racconta Nicola Cendron su TrevisoToday. Un uomo di 41 anni di Asolo, in provincia di Treviso, riceve sullo smartphone un messaggio con un falso link alla sua banca. Lui credendolo autentico, risponde. Viene quindi contattato dai due truffatori che, al telefono, si fingono ispettori di polizia.

Un'agente della polizia postale (foto ministero Interno)

I falsi poliziotti gli dicono che il suo conto corrente in banca è stato hackerato. E lo convincono a trasferire tutti i suoi risparmi su un altro conto, riconducibile a loro. L’uomo invia 18 mila euro. Dopo aver richiamato inutilmente il numero, denuncia il raggiro ai carabinieri. I due vengono rintracciati a Napoli. Ma i soldi sono scomparsi. Le varianti riguardano i conti e le carte di Poste Italiane o la vostra carta di credito. La polizia postale avverte che nessun ispettore o agente vi telefonerà mai per farvi cambiare conto corrente.

1 – Perché il vescovo non ha denunciato il parroco

Ovviamente se l’invito a trasferire il denaro viene dal parroco di cui vi fidate, cadono tutte le barriere. A fine novembre la Procura di Torino ha ottenuto dal giudice il rinvio a giudizio di don Paolo Bianciotto, 80 anni. Per cinquant’anni, fino alla sua rimozione a febbraio 2023, il sacerdote è stato la guida della parrocchia della Madonna di Fatima a Pinerolo, in provincia di Torino.

Nuove truffe: la telefonata del finto poliziotto

L’inchiesta nasce dalla segnalazione antiriciclaggio dei funzionari di banca per i movimenti di denaro sospetti sul conto corrente di don Paolo. Come racconta Ludovica Lopetti su TorinoToday, tra il 2018 e il 2020 secondo i magistrati, l’allora parroco avrebbe convinto una fedele a disporre bonifici sul suo conto per 115 mila euro. E una coppia a delegargli “la gestione dei rapporti finanziari intestati a lei e al figlio”, compresa una carta prepagata. Quindi, una volta ottenuto il bancomat con i relativi codici, l’allora parroco avrebbe prelevato un totale di 28 mila euro e trasferito dai conti dei fedeli altri 38 mila. Con queste accuse, don Paolo Bianciotto è stato rinviato a giudizio per il reato di circonvenzione di incapace, essendo gli anziani truffati persone con problemi cognitivi. Ma ha evitato l’accusa di appropriazione indebita grazie al vescovo.

La storia di don Paolo Bianciotto – di Ludovica Lopetti

L’inchiesta ha infatti scoperto il transito sul suo conto corrente di 500 mila euro, che il prete avrebbe sottratto dalle casse della parrocchia e da quelle della Nuova scuola mauriziana, nel suo ruolo di presidente del consiglio direttivo. Per questa presunta appropriazione dei soldi dei fedeli, però, non verrà processato poiché il vescovo di Pinerolo, Derio Olivero, ha deciso di non denunciarlo. “Non abbiamo querelato perché per fare una querela il vescovo deve prima aprire una indagine previa – spiega monsignor Olivero a Today.it, facendo riferimento ai vincoli del diritto canonico –. I tempi erano strettissimi e non era possibile. Inoltre, vista l’età, il vescovo ha ritenuto più utile un anno in una comunità terapeutica”.

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Fonte : Today