Perché Donald Trump (nonostante tutto) non sarà escluso dalle elezioni

La strada per la candidatura alle presidenziali del 2024 di Donald Trump è in salita, ma dalla sua parte ha una serie di “gregari” di alto profilo che potrebbero aiutarlo ad arrivare al traguardo. L’ex presidente degli Stati Uniti è stato escluso dalle schede elettorali già in due Stati (Colorado e Maine) a causa dell’incriminazione per il coinvolgimento nell’assalto al Campidoglio del 2021, ma la questione dell’eleggibilità è stata messa in questione in ben 30 Stati. Il tycoon statunitense e i suoi avvocati hanno da giocarsi un asso nella manica: il ricorso alla Corte Suprema federale, dove domina una maggioranza conservatrice. E be tre giudici nominati dallo stesso Trump quando era ancora al Campidoglio. 

Trump escluso dalle schede elettorali


L’ultima in ordine di tempo a mettere in discussione l’eleggibilità di Donald Trump è stata la segretaria di Stato del Maine. Shenna Bellows, massima funzionaria elettorale dello Stato americano, ha rimosso l’ex presidente dalla scheda elettorale per le primarie repubblicane del 2024. La decisione fa seguito a quella identica assunta in Colorado dalla Corte Suprema locale. In entrambi i casi è stato invocato il 14esimo emendamento della Costituzione, in base al quale nessun cittadino può assumere un incarico di governo “se è stato coinvolto in una insurrezione o una ribellione contro gli Stati Uniti o ha dato aiuto o sostegno a coloro che l’hanno intrapresa”. Sulla possibile candidatura di Trump pesa l’incriminazione per il suo possibile coinvolgimento nell’assalto al Campidoglio del 6 gennaio 2021. In quella occasione, a seguito della vittoria di Joe Biden come candidato presidente degli Stati Uniti, i sostenitori estremisti di destra contestarono il risultato delle elezioni facendo irruzione a Capitol Hill a Washington, devastando la sede parlamentare con anche morti e feriti.  

Accuse per l’assalto a Capitol Hill

Proprio in merito agli avvenimenti del 6 gennaio stanno emergendo nuove accuse nei confronti del politico miliardario. L’emittente televisiva Cnn sarebbe in possesso di e-mail e registrazioni che attestano come due giorni prima dell’insurrezione l’ex Presidente tentò di fare arrivare a Washington falsi certificati per i grandi elettori dal Michigan e dal Wisconsin. In base alle ricostruzioni, Trump tentò di nominare persone a lui molto vicine per cambiare il collegio elettorale composto dagli eletti del voto di novembre, a cui spettava il compito di proclamare il nuovo presidente. Secondo la Cnn i certificati falsi rimasero però bloccati. Ne nacque il tentativo di farli arrivare a Washington con altri mezzi, incluso l’utilizzo di jet privati, per consegnarli all’allora vicepresidente uscente Mike Pence. Quest’ultimo, nonostante le forti pressioni di Trump, si sarebbe rifiutato di commettere l’illegalità.

In California ammesso l’ex presidente

In altri Stati, l’invocazione al 14mo emendamento non ha sortito lo stesso successo. La California, lo Stato più popoloso degli Usa, ha deciso ad esempio di considerare valida la candidatura di Trump. Il 14esimo emendamento è già stato invocato lo scorso anno da un giudice del New Mexico, che ha così impedito ad un politico locale, che aveva partecipato all’insurrezione del 6 gennaio, di ricoprire una carica elettiva. Stavolta però la violazione della “Sezione 3” riguarda, per la prima volta nella storia, un candidato alle presidenziali, che è stato addirittura un ex presidente. Per l’assalto al Congresso Trump è stato già incriminato dai procuratori federali e andrà a processo nel mese di marzo, con l’accusa di aver tentato di sovvertire il risultato delle elezioni e di aver cospirato contro gli Stati Uniti. L’ex presidente non ha però alcuna intenzione di mollare la presa ed è deciso a perseguire la sua candidatura alle primarie dei Repubblicani, al fine di perseguire l’obiettivo di tornare alla Casa Bianca.  

Ricorso alla Corte suprema federale

Dopo la decisione del Colorado il Partito repubblicano locale ha chiesto alla Corte Suprema federale di annullare la sentenza del tribunale statale. Se la sentenza non verrà revocata, avrà “un effetto irreparabile sul processo elettorale”, hanno dichiarato alla stampa gli avvocati dei repubblicani del Colorado. Lo stesso team legale di Trump ha già affermato che intende presentare il proprio ricorso. Jay Sekulow e suo figlio Jordan, avvocati del conservatore American Center for Law and Justice e che rappresentano il Partito repubblicano statale, hanno affermato in un  post sul loro blog  che la disputa è “il più grande caso di interferenza elettorale nella storia degli Stati Uniti” e rappresenta un grave attacco contro il “diritto fondamentale di voto” di milioni di americani. 

Giudici nominati da Trump

Ad essere investita della decisione sarà dunque la Corte Suprema degli Stati Uniti. Quest’ultima potrebbe decidere la questione rapidamente, all’interno del suo mandato attuale che scade a giugno. La Corte ha una maggioranza conservatrice schiacciante pari a 6 giudici contro 3. Sono inclusi nel computo i tre giudici nominati proprio da Trump  nel corso del suo mandato presidenziale. Tra le decisioni più discusse del tribunale supremo in questa composizione, ricordiamo quella che ha eliminato il diritto all’aborto. La Corte ha già respinto una richiesta anticipata del procuratore speciale Jack Smith di valutare se Trump sia immune da procedimenti giudiziari per il suo ruolo il 6 gennaio, ma è quasi certo che la questione verrà nuovamente affrontata entro poche settimane. I giudici dovranno determinare se il favorito delle primarie presidenziali repubblicane avrà effettivamente una possibilità di tornare alla Casa Bianca il prossimo novembre.”La Corte Suprema ora si trova davvero in un vicolo cieco, di proporzioni storiche, di dimensioni costituzionali, a un livello che non credo abbiamo mai visto prima”, ha dichiarato alla Associated Press Steve Vladeck, professore di diritto presso l’Università del Texas ad Austin. In quel vicolo cieco, però, Trump gode di sei possibili alleati, grazie ai quali “l’ombra nera che incombe sul mondo” potrebbe tornare nello Studio ovale.

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Fonte : Today