Un gruppo di ricercatori del Seti (Search for Extraterrestrial Intelligence) Institute, negli Stati Uniti, ha scoperto nuovi affascinanti dettagli sulla natura dei cosiddetti Fast Radio Burst (Frb), o lampi radio veloci che si verificano nello Spazio. Il fenomeno è noto da tempo, ma la sua origine rimane al momento avvolta nel mistero, motivo per cui ogni nuovo particolare desta l’attenzione degli addetti ai lavori, e non solo (quanti rimangono impassibili di fronte a “notizie” in arrivo dallo Spazio?). I risultati dello studio sono stati pubblicati su Monthly Notices of the Royal Astronomical Society, e sono al momento disponibili sulla piattaforma arXiv.
Che cosa sono i Fast Radio Burst
Un Fast Radio Burst, si legge su space.com, è una sorta di potente esplosione di radiazione elettromagnetica rilevabile nelle frequenze corrispondenti alle onde radio. Per avere un’idea della loro potenza, alcuni Frb possono sprigionare in pochi millisecondi una quantità di energia pari a quella emessa dal Sole in tre giorni. Tuttavia, la maggior parte degli Frb si verifica nello Spazio profondo, al di fuori della nostra galassia, e quando i lampi raggiungono la Terra, e quindi i nostri sistemi di rilevamento, buona parte della loro energia è già stata dispersa. Studiarli non è quindi un compito semplice, ma può fornire informazioni importanti, dato che durante il loro lungo viaggio possono raccogliere e trasportare notizie interessanti dagli angoli più remoti dell’Universo.
Un “fischietto cosmico”
La maggior parte degli Frb si verificano una sola volta, ma alcuni, al contrario, sono costituiti da sequenze di segnali successivi. È il caso del Frb 20220912a, quello preso in esame dal gruppo di ricercatori del Seti. Gli autori della ricerca lo hanno studiato per circa due mesi, e nel corso di 541 ore di osservazione hanno rilevato 35 Frb tutti provenienti da quello che viene definito “ripetitore” Frb 20220912a. Ma l’aspetto mai osservato prima è che i segnali emessi da questo “ripetitore” hanno mostrato un calo progressivo nelle frequenze centrali dei lampi, che suonano come una sorta di “fischietto cosmico” se convertiti in note riprodotte da uno xilofono. “Questo lavoro è emozionante perché fornisce sia la conferma di proprietà note dei Frb, sia la scoperta di alcune nuove”, spiega Sofia Sheikh del Seti Institute, prima autrice dello studio.
Possibili imputati: le magnetar
Come anticipato, l’origine dei Frb non è nota al momento, anche se iniziano ad emergere alcuni possibili candidati: “Stiamo restringendo la sorgente dei Frb, per esempio, a oggetti estremi come le magnetar”, prosegue Sheikh. Le magnetar (contrazione di magnetic star) sono stelle di neutroni che possiedono un campo magnetico enorme, pari a miliardi di volte quello terrestre. Si tratta di stelle morte ed estremamente dense, che decadendo generano emissioni elettromagnetiche come raggi X, raggi gamma e, più raramente, radiofrequenze. Tuttavia, conclude la ricercatrice, “nessuno dei modelli esistenti riesce a spiegare tutte le proprietà che sono state osservate fino ad ora”, sottolinenando allo stesso tempo l’importanza di questo tipo di studi, che possono fornire nuove prospettive sul misterioso fenomeno dei Frb.
Fonte : Wired