Fucili in mano a 16 anni: come cambierà la legge sulla caccia

Il 1° dicembre del 2023 il governo Meloni ha preso un impegno importante: modificare la legge 157/92 sulla caccia. La riforma della normativa italiana sull’attività venatoria sembra essere piuttosto urgente per alcuni esponenti di Fratelli d’Italia, il partito della caccia, e così dopo varie sollecitazioni il sottosegretario di Stato per l’Agricoltura, la sovranità alimentare e le foreste Patrizio La Pietra, parlando a nome del governo, ha assicurato che a gennaio partirà la discussione parlamentare.

Il Parlamento – ha dichiarato durante l’evento tenutosi a Pistoia dal titolo “I grandi ecologisti. Il ruolo di agricoltori, allevatori, cacciatori e pescatori nel legame tra natura e sviluppo” – comincerà a prendere in esame le proposte di modifica alla legge statale sulla caccia subito dopo l’approvazione della legge di bilancio, che dovrebbe avvenire entro la fine dell’anno.

L’obiettivo della riforma sembrerebbe essere quello di allentare le regole “sia per i tempi di esercizio venatorio consentiti che per il numero delle specie cacciabili che per le modalità con le quali questa attività viene consentita”, offrendo la possibilità di cacciare anche a chi ha 16 anni, ma solo “previo consenso del proprio tutore”. Vediamo insieme come potrebbe cambiare la legge sulla caccia.

Il testo scritto da Sergio Berlato depositato in Senato

Il 5 dicembre scorso è stato depositato in Senato, nona commissione, dall’onorevole Bartolomeo Amidei un testo scritto dall’eurodeputato Fdi Sergio Berlato che mira a riformare la legge statale sulla caccia poiché ritenuta obsoleta e non più adatta a garantire una corretta gestione del patrimonio faunistico e degli habitat naturali. Prima però le proposte di modifica sono state oggetto di una petizione popolare, promossa dall’Associazione per la Cultura Rurale, di cui Berlato è presidente, che ha raccolto in pochi mesi oltre 500mila firme.

Abbassare l’età minima a 16 anni e ridurre le aree protette 

Con questa riforma, largamente attesa dai cacciatori, si punta ad abbassare l’età minima per il conseguimento dell’abilitazione all’esercizio venatorio a 16 anni, come avviene nella maggior parte dei paesi europei, ma solo previa firma di assunzione di responsabilità da parte di chi esercita la patria potestà. Attualmente la possibilità di caccia è data solo ai maggiorenni.

Secondo obiettivo riperimetrare le aree protette, riducendo l’area di proibizione assoluta dell’attività venatoria al 30 per cento (il 20 per cento nella zona alpina). L’articolo 4 punta a rendere possibile la caccia anche all’interno delle aree protette e demaniali, con l’attività venatoria che sarà consentita anche sui terreni coperti da neve (cosa attualmente consentita solo nella zona faunistica delle Alpi) e sui terreni allagati dalle piene di fiumi nonostante sia proibito dall’Unione europea. Autorizzato il trasporto delle armi, purché scariche e in custodia, lungo le vie di comunicazione all’interno dei parchi e delle aree protette.

Cambiare il calendario, giorni e orari

Cambia anche il calendario: l’apertura della stagione della caccia avverrà nella prima decade di settembre e chiuderà nella terza decade di febbraio, senza vincoli basati sulle preaperture regionali. Stop invece alle giornate di silenzio (martedì e giovedì) dal momento che l’Italia è l’unico paese in Europa ad adottare questa restrizione, con i cacciatori che potranno scegliere tre giorni a settimana per le loro battute di caccia. Per quanto riguarda la selvaggina migratoria, ogni possessore di licenza sarà libero di muoversi in tutta la regione di appartenenza e avrà trenta giorni per proseguire sul territorio nazionale. I titolari e dipendenti di aziende agri-turistico-venatorie invece potranno sparare tutto l’anno.

Si prolunga la giornata di caccia a un’ora dopo il tramonto del sole. Infine, sarà possibile catturare ogni specie cacciabile per utilizzarla come richiamo, non più soltanto le sette indicate dalle leggi in vigore.

Alcune sanzioni penali diventano amministrative

L’art. 5 elimina l’obbligo della scelta di caccia in via esclusiva che impone al cacciatore di scegliere preventivamente quale forma di caccia esercitare in via esclusiva (vagante in zona alpi, da appostamento fisso, nell’insieme delle altre forme previste nell’attività venatoria programmata).

Un articolo a parte invece per l’addestramento cani con sparo all’interno dei campi addestramento appositamente autorizzati, considerato ora momento di caccia. Diventerà libero anche nella fasi di ferma.

L’art. 15 e 16 prevedono invece la conversione da sanzioni penali a sanzioni amministrative per alcune infrazioni considerate “minori”.

Ispra sotto la presidenza del Consiglio

Prevista anche la riorganizzazione dell’Ispra, l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, che vuole essere sottratto al ministero dell’Ambiente per finire sotto la presidenza del Consiglio dei ministri mentre l’articolo 1 sancisce il diritto delle regioni di dotarsi di Istituti regionali per la fauna selvatica.

“Gestione non significa imbalsamazione, come tutela non significa intoccabilità”, ha dichiarato il senatore Amidei sostenendo che “la normativa italiana è, in assoluto, la più restrittiva d’Europa”.

Fonte : Today