AGI – Trecentosettantotto eventi meteo estremi, il 22% in più rispetto al 2022, con la morte di 31 persone e danni miliardari ai territori colpiti. Anno da bollino rosso per il clima, anche in Italia, dove secondo l’Osservatorio Città Clima di Legambiente e Unipol quest’anno sono cresciute soprattutto alluvioni ed esondazioni fluviali (+170%), le temperature record registrate nelle aree urbane (+150%), le frane da piogge intense (+64%), le mareggiate (+44%), i danni da grandinate (+34,5%) e gli allagamenti (+12,4%).
Eventi che hanno segnato un 2023 che ha visto anche l’alta quota in forte sofferenza con lo zero termico che ha raggiunto quota 5.328 metri sulle Alpi e con i ghiacciai in ritirata. Il Nord Italia, con 210 eventi estremi, si conferma l’area più colpita della penisola, seguita da Centro (98) e Sud (70).
In dettaglio, nella penisola si sono verificati 118 casi di allagamenti da piogge intense, 82 casi di danni da trombe d’aria e raffiche di vento, 39 di danni da grandinate, 35 esondazioni fluviali che hanno causato danni, 26 danni da mareggiate, 21 danni da siccità prolungata, 20 casi di temperature estreme in città, 18 casi di frane causate da piogge intense, 16 eventi con danni alle infrastrutture e 3 eventi con impatti sul patrimonio storico.
Tra le città più colpite Roma, Milano, Fiumicino, Palermo e Prato. A livello regionale, Lombardia ed Emilia-Romagna risultano le regioni più in sofferenza con, rispettivamente, 62 e 59 eventi che hanno provocato danni, seguite da Toscana (44), Lazio (30), Piemonte (27), Veneto (24) e Sicilia (21). Nel solo mese di luglio la Lombardia è stata colpita da ben 28 eventi, due le vittime. Tra le province più colpite al primo posto figura Roma con 25 eventi meteo estremi, seguita da Ravenna con 19, Milano con 17, Varese 12, Bologna e Torino 10.
Un quadro preoccupante quello tracciato dall’Osservatorio Città Clima di Legambiente a cui si aggiunge il fatto che l’Italia è ancora senza un Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici. “Gli eventi meteo estremi – spiega Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente – stanno aumentando con sempre maggiore frequenza e intensità e a pagarne lo scotto sono i territori e i cittadini. Il governo Meloni approvi subito il Piano nazionale di adattamento al clima, stanziando anche le relative risorse economiche, che invece continuiamo a spendere per intervenire dopo i disastri, come dimostrano gli 11 miliardi di euro solo per i danni delle due alluvioni in Emilia-Romagna e Toscana.
Il rischio è che l’Italia continui a rincorrere le emergenze. Il governo dovrebbe invece impegnarsi molto di più, puntando su prevenzione, politiche di adattamento al clima, campagne di sensibilizzazione sulla convivenza con il rischio, per far diventare il nostro Paese dal più esposto al centro del mar Mediterraneo a un esempio per gli altri”.
Secondo il report il 2023 diventerà, con molta probabilità, anche un nuovo anno record per le temperature medie mondiali: lo scorso novembre è stato il sesto mese consecutivo a registrare temperature record, come rilevato dal servizio europeo sul cambiamento climatico di Copernicus, con una temperatura media globale di 14,22 gradi centigradi, superiore di 0,32 C al record precedente del novembre 2020. Anche in Italia il 2023 ha fatto registrare temperature record in diverse aree, specialmente nelle città di Emilia-Romagna, Toscana, Lazio, Sardegna e Sicilia.
Coldiretti, da eventi estremi 6 mld danni all’agricoltura
Il moltiplicarsi di eventi estremi lungo la Penisola hanno provocato nel corso del 2023 oltre 6 miliardi di danni all’agricoltura nazionale tra coltivazioni e infrastrutture con grandinate, trombe d’aria, bombe d’acqua, ondate di calore e tempeste di vento. Lo afferma la Coldiretti nel commentare le rilevazioni dell’Osservatorio. L’anno che sta per finire – sottolinea la Coldiretti – è stato segnato in Italia prima da una grave siccità che ha compromesso le coltivazioni in campo e poi per alcuni mesi dal moltiplicarsi di eventi meteo estremi, precipitazioni abbondanti che si sono alternati al caldo torrido al quale ha fatto seguito un autunno mite ma con violenti nubifragi che hanno devastato citta’ e campagne, per finire con un inizio inverno bollente che ha mandato in tilt la natura.
Il risultato – precisa la Coldiretti – è il crollo dei raccolti nazionali che mette a rischio gli alimenti base della dieta mediterranea con riduzioni che vanno dal 20% per il vino al 30% per le pesche e nettarine e del 63% per le pere ma ad essere praticamente dimezzato è anche il raccolto di miele con le api che sono vere e proprie sentinelle dello stato di salute dell’ambiente.
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Fonte : Agi