Rebel Moon Parte 1: c’è davvero bisogno della Snyder Cut?

Se avete letto la nostra recensione di Rebel Moon – Parte 1, saprete sicuramente che la nuova epopea sci-fi di Zack Snyder non ci ha convinti fino in fondo a causa di una trama scialba, di personaggi derivativi e del grossolano utilizzo dei cliché del genere fantascientifico. In realtà, sembra che Rebel Moon non stia piacendo neanche ai fan, dal momento che il suo punteggio su Rotten Tomatoes è uno dei più bassi dell’intera filmografia di Zack Snyder, superando (in negativo) pellicole del calibro di Batman vs. Superman.

Nonostante il gradimento di critica e pubblico sia ai minimi storici, sembra che Netflix creda ancora in Rebel Moon, che riceverà una “Parte 2” nel corso del 2024 e, forse, altri due sequel e delle serie TV spin-off. Ma non solo: Rebel Moon – Parte 1 avrà una “Synder Cut”, ovvero una versione estesa con scene tagliate, esattamente come successo per pellicole quali Justice League e Watchmen. Di fronte a un apprezzamento del pubblico così basso, però, viene da domandarsi quale sia il senso di una mossa simile.

Errare humanum est…

La questione va analizzata sotto due punti di vista diversi, ovvero quello qualitativo e quello quantitativo. In termini qualitativi, Netflix farebbe bene a dimenticare Rebel Moon, o almeno a convincere i propri spettatori che il kolossal sci-fi di Zack Snyder non sia mai esistito, come se fosse stato una sorta di allucinazione collettiva causata dai bagordi natalizi.

Sì, perché al momento Rebel Moon non sta piacendo davvero a nessuno, tanto che lo stesso regista, parlando del film, ha invitato la sua fanbase (quella che si porta dietro dal mondo dei cinecomic e che, in buona sostanza, ha contribuito ad affossare l’Universo Esteso DC al cinema) a pazientare e ad aspettare l’uscita di Rebel Moon – Parte 2, fissata per il 19 aprile prossimo. Snyder, insieme a parte del cast della pellicola, ha spiegato che i limiti del primo capitolo della saga di fantascienza dipendono in larga parte dalle necessità di creare un mondo fantasy credibile e coerente (riuscito in realtà solo a metà), il che avrebbe causato un rallentamento del ritmo della produzione e una serie di “spiegoni” posizionati qua e là nella trama. Un problema tutto sommato connaturato nella specificità della pellicola, sia in termini commerciali che a livello puramente artistico. Due sono però gli interrogativi che vengono sollevati da queste parole: il primo è perché questi “spiegoni” non siano stati diluiti nei film successivi della saga, nelle eventuali serie TV collaterali o in altri prodotti come graphic novel, fumetti e libri: la forma di distribuzione di Netflix consente scelte distributive innovative, mentre il fatto che Rebel Moon sia già (a forza) una saga significa che Zack Snyder e soci potevano permettersi di riservare qualche informazione per i prossimi capitoli, senza lanciare addosso ai fan l’intero worldbulding dell’IP al primo momento possibile.

La seconda domanda è quale sia la necessità di una Director’s Cut per un film il cui ritmo è già fin troppo lento e la cui struttura è una delle criticità fondamentali dell’intera produzione.

Se avete già visto Rebel Moon (attenzione agli spoiler da qui in poi, in caso contrario), saprete che gran parte della seconda metà della trama è dedicata al reclutamento della “squadra” di ribelli di Kora e Gunnar, il cui compito dovrebbe essere quello di fare ritorno sul pianeta agricolo di Veldt e di combattere contro il predatorio esercito del Mondo Madre, che vuole privare la comunità dei protagonisti delle sue derrate alimentari. La manciata di personaggi che si aggiunge al gruppo di ribelli viene introdotta in un modo piuttosto singolare, ovvero con degli spezzoni poco contestualizzati e “appiccicati” sul resto della narrazione, che allungano la durata di Rebel Moon e ne rallentano il ritmo. Con ogni probabilità, il grosso delle scene aggiuntive della Snyder Cut di Rebel Moon andrà proprio ad ampliare questa parte del film, che nel montaggio diffuso a ridosso di Natale su Netflix appare di gran lunga la meno coerente. A quanto parte, altri contenuti riguarderanno invece delle battaglie più violente e delle scene a sfondo sessuale – che, per quanto abbiamo potuto vedere, potrebbero risultare francamente inutili, ma speriamo che i nostri timori vengano disattesi. Ecco, se già l’introduzione di questi personaggi è claudicante, perché andare ad allungarla ulteriormente con il rischio di peggiorarla, se possibile?

Certo, Zack Snyder ha spiegato che la sua Director’s Cut di Rebel Moon sarà un film del tutto diverso e che migliorerà il prodotto appena uscito. Di nuovo, però, se il problema (parte del problema, quantomeno) della Parte 1 della saga sci-fi di Netflix sta nel ritmo e nelle sequenze inutili, Zack Snyder dovrebbe togliere, anziché aggiungere. Dovrebbe – o meglio, doveva – tornare in sala di montaggio e tagliare ciò che non è necessario, fino eventualmente a dire addio a qualche personaggio di troppo e a qualche sequenza inutile, anche senza ridurre il minutaggio del film.

… Perseverare autem diabolicum

Sì, perché se Rebel Moon doveva essere violento e colmo di scene “hot”, la prima versione del film a uscire doveva essere quella vietata ai minori, e non quella arrivata su Netflix qualche giorno fa. Se non altro per una questione di rispetto della visione creativa dell’autore.

Non sappiamo se Rebel Moon sarebbe stato più apprezzato se fosse uscito subito in versione “Snyder Cut”, ma quantomeno il regista non avrebbe potuto nascondersi dietro un dito e imputare le mancanze del film a chissà quale cortocircuito produttivo – che, considerato che Netflix sembra adorare Snyder al punto di valutare di acquistare i diritti dei suoi film DC, potrebbe tranquillamente non esistere. Insomma, Netflix non è Warner, e nel caso di Rebel Moon l’idea di una Snyder Cut non nasce dalle prevaricazioni di un gruppo di produttori ai danni di un regista-autore, ma da una decisione consapevole delle parti coinvolte nello sviluppo della pellicola, che hanno deciso di tenere parte di quest’ultima sotto chiave per una seconda release, probabilmente per ragioni di mercato. E, vista la qualità del film, dobbiamo sperare che Snyder e Netflix si siano tenuti da parte il meglio di Rebel Moon, anche se qualsiasi ragionamento razionale ci porta a pensare l’esatto contrario. A peggiorare ulteriormente le cose vi è il fatto che l’uscita della Snyder Cut di Rebel Moon – Parte 1 potrebbe avvenire a 2024 inoltrato, dunque dopo il rilascio di Rebel Moon – Parte 2: logicamente, ciò ci fa ipotizzare che le scene aggiuntive non porteranno nulla di nuovo nella trama del primo capitolo della saga, visto che non dovrebbero avere alcuna ripercussione sul sequel.

Errare è umano, perseverare è diabolico. Zack Snyder ha una lunga storia di Director’s Cut, questo lo sappiamo. Ed è indubbio che le Snyder Cut di alcune sue produzioni (Justice League, per esempio) ne abbiano migliorato la qualità complessiva. Ma si trattava di versioni alternative maturate in contesti diversi, in cui la sensibilità del cineasta era piegata a logiche produttive a cui questi si è sottoposto con reticenza.

A questo giro, invece, Snyder ha avuto piena libertà creativa da Netflix: Rebel Moon è stato girato esattamente come il regista voleva. E allora quale è la necessità di una Snyder Cut? Perché pensare in primo luogo ad una mossa simile? Nessun regista impone ai suoi fan di vedere due volte i propri film (come minimo, perché nel caso Watchmen le “cut” sono ben tre), specie quando la loro qualità è bassa.

Rebel Moon – Parte 1 è un errore “umano”, ma la sua Snyder Cut è la continuazione diabolica del passo falso. I problemi del film sono genetici: dipendono dal fatto che esso sia il primo episodio di una saga destinata a diventare crossmediale e che vuole porsi come lo Star Wars delle nuove generazioni. In nome di una visione così ambiziosa, un inizio a rilento è tollerabile. Lo hanno fatto i fan di Guerre Stellari con l’Episodio VII e con l’Episodio I, lo faranno anche i seguaci di Zack Snyder per Rebel Moon. Tuttavia, quando l’errore viene reiterato e – forse – persino peggiorato con una versione estesa pensata a tavolino, esso diventa di gran lunga meno accettabile. Non tanto agli occhi della critica, che magari apprezzerà la seconda release di Rebel Moon, ma a quelli del pubblico, che si troverà di fronte a un’operazione più commerciale che artistica che solo una personalità come Zack Snyder potrebbe compiere.

Fonte : Everyeye