Slow Horses 3, come finisce la terza stagione della serie spy con Gary Oldman

Mercoledì 27 dicembre su Apple TV+ è uscito il sesto e ultimo episodio della terza stagione di Slow Horses, la serie tv che mischia spy story, thriller e un pizzico di commedia con Gary Oldman. Se avete visto Impronte, il titolo della puntata 6 di Slow Horses 3, forse può tornarvi utile un riassunto-ripasso-spiegazione del finale di stagione; se ancora non l’avete visto, invece, fermatevi, perché di qui in poi è pieno di spoiler.

Slow Horses 4 ci sarà: cosa sappiamo finora

Cosa succede a Lamb, Standish, Ho e Sarah Dunn

L’episodio spazia da un gruppo di personaggi all’altro senza soluzione di continuità, ma per comodità qui “sciogliamo” la trama e la ricapitoliamo pezzo per pezzo, iniziando da quello che succede a Jackson Lamb, Catherine Standish e agli altri personaggi che si trovano nella o nei pressi della casa dei Dunn, il fratello e la sorella della defunta Allison che si sono alleati con Sean Donovan per trovare e divulgare il file che prova che l’MI5, per iniziativa della “prima scrivania” Ingrid Tearney, ha testato un dispositivo sperimentale volto ad hackerare le reti protette provocando la morte di dipendenti dell’ambasciata nord coreana a Istanbul (più vari turisti gravemente feriti). Per quel file fu uccisa Allison, e quando la seconda scrivania Diana Taverner lo ha scoperto ha fatto la soffiata segreta a Donovan per farglielo trovare, così da far fuori Tearney e diventare lei prima scrivania. 

Dunque, Lamb ha raggiunto la casa dei Dunn, ha chiesto a Roddy Ho di aspettare un po’ nella macchina parcheggiata poco lontano e poi eventualmente “fare qualcosa” e siccome sa che sono stati mandati agenti a uccidere sia Sarah Dunn sia Standish per evitare la diffusione di informazioni sul caso di Istanbul si mette a disseminare la casa di trappole stile Mamma ho perso l’aereo.

Fuori in effetti ci sono Hobbs, l’agente MI5 rasato, pazzo e sadico, e Sturges della Chieftain, l’azienda privata di sicurezza che il ministro dell’interno Peter Judd ha usato per mettere in difficoltà l’MI5 con quella che avrebbe dovuto essere un’operazione di “tiger team” consistente nel presunto finto rapimento di Standish volto a fornire un pretesto al ministro per appaltare parte della sicurezza nazionale a un’azienda privata come la Chieftain, casualmente detenuta in maggioranza da un caro amico del viscido ministro Judd. 

Ma poi la situazione è sfuggita di mano. grazie alle sagaci mosse di Taverner, che ha fatto in modo che Donovan venisse assunto dalla Chieftain, per poi rivelargli del file nascosto nel magazzino dove c’erano anche i Libri Grigi, i file sulle false leggende metropolitane:  il rapimento è diventato vero e finalizzato all’ottenimento di quel file, con il ministro che quindi ha fatto un patto con Tearney per insabbiare sia il caso Istanbul sia l’operazione tiger team naufragata (e costata la vita a Webb, ucciso accidentalmente da Donovan e poi smollato da cadavere rotolannte davanti al ristorante dove Lamnb aveva interrotto la colazione tra Judd e il suo amico proprietario della Chieftain). 

Hobbs e Sturges esitano a entrare, perché la situazione sembra sospettosamente tranquilla a Hobbs che conosce Lamb. Ma Sturges non lo conosce e a un certo punto decide che è il momento di entrare. Finendo appunto nella serie di trappole disseminate da Lamb. E così in breve, Sarah uccide Sturges in uno scontro a fuoco ravvicinato, e Lamb spara un bel colpo in testa all’odioso Hobbs quando questi si stava avvicinando all’armadio dove Lamb aveva fatto piazzare Standish come esca. 

Tutto risolto, quindi, ed ecco che puntualmente in ritardo arriva Ho, che usa un pullman a due piani fermo nel cortile (e usato come spazio per le feste dai Dunn) per sfondare un muro nel tentativo di far fuori i cattivi. “Mi spieghi qual era il tuo piano?” è la battuta di Lamb che commenta l’irruzione, prima che i tre ronzini se ne vadano di lì, lasciando Sarah Dunn a un pronto soccorso per farsi curare la ferita provocatale da Sturges. 

I tre ronzini si dirigono verso Londra, e si fermano a una stazione di servizio. Mentre Ho fa benzina Catherine parla con Jackson, dicendo di essere delusa dall’MI5 e che il suo caro Charles Partner non avrebbe mai fatto una cosa del genere quando era prima scrivania. Lamb un po’ si trattiene ma poi non ce la fa più e dice a Standish che Charles era un traditore che vendeva segreti ai russi (omettendo di averlo ucciso lui inscenandone il suicidio) e che si era tenuto Catherine come segretaria perché lei era un’alcolista che non avrebbe notato i magheggi che lui faceva, compresi quelli messi in atto per incastrarla al proprio posto. Catherine forse capisce che è la verità, ma è troppo delusa e arrabbiata e si licenzia su due piedi, e su due piedi se ne va lasciandosi alle spalle Lamb e Ho, la Casa del Pantano e tutto il Park.

Cosa succede a Shirley Dander e Marcus Longridge 

Passiamo ora al “fronte” dove si trovano Shirley Dander e Marcus Longridge che, dopo essere stati licenziati da Lamb per aver fatto scoprire la casa di Donovan con i piani per l’impresa, hanno sentito la richiesta di aiuto che River Cartwright ha lasciato nella segreteria del Pantano e sono corsi alla Facility con l’arsenale di Marcus. Che però è servito a ben poco, perché appena si presentano vengono messi sotto tiro dagli agenti della Chieftain agli ordini di Duffy. 

Il piano diventa quindi che Marcus deve coprire Shirley mentre lei prova a sorprendere i cecchini alle spalle: peccato che quando lei li raggiunge il fucile si inceppa e deve ingegnarsi non poco per uccidere quei due e anche gli altri due mandati da Duffy, che alla fine decide di gettarsi nella mischia in prima persona. 

Nel frattempo però Shirley ha sentito che il piano è di far uscire Louisa Guy, River Cartwright ed eventualmente Sean Donovan da un tombino dove li aspettano altri agenti della Chieftain. Quindi si fa lanciare le chiavi della macchina di Marcus e lascia il collega a vedersela col capo dei Cani. 
Dopo poco Duffy e Marcus esauriscono le munizioni e se la vedono a mani nude, con il Ronzino che dopo un po’ ha la meglio sul Cane. Che però gioca sporco e dopo aver fatto finta di arrendersi estrae un coltello per colpire Marcus a tradimento, ma prima di dire come va a finire questa scena passiamo alla sequenza di scene relative a Guy, Cartwright e Donovan.

Cosa succede a Cartwright, Guy e Donovan 

Il quinto episodio si chiudeva con la morte di Ben, il fratello di Allison, e la conseguente irruzione degli agenti Chieftain nella stanza dell’archivio dove si trovano i nostri Louisa, River e Sean (che abbiamo preso in simpatia).

Donovan copre Guy che va a vedere se Cartwright è ancora vivo dopo l’esplosione della granata, e per fortuna River è sano e salvo. Sean fa fuori gli agenti appostati fuori (“tutto a posto, ci ho parlato” sono le parole con cui spiega a River quanto successo) e si dirigono verso la botola che il povero Douglas aveva indicato a River prima di essere ucciso dall’infame Duffy. Ma Donovan è stato colpito, quindi decide di rimanere indietro per fermare gli agenti che sopraggiungeranno. 

E in effetti ne fa fuori un paio prima di essere ucciso con un colpo alla testa dal capo degli agenti Chieftain. Che ora inseguono River e Louisa, a cui Donovan ha consegnato il file Footprint che Tearney è disposta a tutto pur di non farlo divulgare. Louisa e River arrivano alla botola, ma appena la aprono vengono accolti da una gragnuola di colpi e richiudono tutto: sono quindi letteralmente tra due fuochi e finiscono pure le munizioni, trovandosi in una situazione disperata. Quando…

Slow Horses 3 - Cartwright e Louisa

Come si conclude l’assalto finale di Slow Horses 3

Torniamo un attimo a Shirley, che si fa dare le chiavi della macchina di Marcus ed esce dal bunker, prende l’auto e dirigendosi verso il tombino sotto cui si trovano i suoi colleghi fa come Giovanni Storti in un vecchio sketch di Aldo Giovanni e Giacomo, investendo prima un cecchino e poi l’altro in retromarcia, per completare l’opera sparando a quelli appostati più in alto e liberando così la via di fuga a River e Louisa, suggellando il tutto buttando una bella granata nel condotto dove si trovano gli ultimi agenti Chieftain ancora vivi, quelli che stavano per uccidere i nostri amati Ronzini. Si può dire che Shirley, nonostante i suoi problemi di dipendenza dalla droga, si è riguadagnata il posto di lavoro? Diremmo proprio di sì. 

River mostra alla sua salvatrice il famigerato file Footprint e subito dopo si allontana prima che arrivino altri Cani. A proposito: nel frattempo la scazzottata tra Duffy e Marcus è stata vinta da quest’ultimo, ma il capo dei Cani tira fuori il coltello a tradimento e fa per accoltellare il Ronzino, quando proprio in quel momento sopraggiunge Louisa, che dà una bella mazzata letale in testa a quel farabutto di Duffy che muore letteralmente sul colpo. 

“Siamo pari” dice Louisa Guy a Marcus Longridge, facendo riferimento al finale della stagione 2 quando era stato Marcus a salvare Louisa mentre Pashkin stava per ucciderla. Tra l’altro, chi li ha presi tra loro due i diamanti che non sono stati ritrovati da Duffy? Non lo sappiamo ma a prescindere da questo, diremmo che anche Marcus, nonostante la sua malattia per le scommesse, dovrebbe essersi riguadagnato il posto. 

Non ne sono certi né lui né Shirley, perché quando lei chiama Lamb per fare rapporto dopo il salvataggio riuscito è Catherine a rispondere al telefono di lui che guida e a dirle “ci vediamo domani”, ma poi sappiamo che alla stazione di servizio lei lascerà Lamb e Ho e si licenzierà. Ad ogni modo, Marcus e Shirley compaiono nelle anticipazioni della prossima stagione che ci sono a fine episodio quindi – SPOILER – I loro personaggi ci saranno. Ma prima di chiudere, riassumiamo un attimo la storia di Tearney e Taverner, che per tutta la puntata hanno assistito a una sorta di sanguinosa partita a scacchi in cui loro avevano solo messo i pezzi sulla scacchiera.

Cosa succede tra Tearney e Taverner 

Non è stato un anno facile per Sophie Okonedo come leader, perché dopo la ribellione di Rosamund Pike in La Ruota del Tempo 2 ora vede traballare pericolosamente la sua prima scrivania nell’ultimo episodio di Slow Horses 3.

Ingrid Tearney aveva capito il piano della sua vice ed era andata nell’ufficio di Diana con una preziosa bottiglia per festeggiare quello che considerava un facile successo, ma i gloriosi Ronzini hanno sbaragliato Cani e agenti privati. 

Taverner, che finora aveva tenuto botta sperando in qualche miracolo dei ragazzi di Lamb, capisce di aver vinto quando Duffy, ormai morto, non risponde alla chiamata della sua capa. E ogni dubbio viene spazzato via quando sugli schermi degli uffici del Park scorrono le immagini dei notiziari che mostrano il luogo dove si è appena conclusa la maxi sparatoria vinta dai Ronzini. 

Mentre Tearney capisce di aver perso e se ne va portandosi via la bottiglia come i bambini che si portano via il pallone quando perdono, capiamo che era di qualche network televisivo l’elicottero che sorvolava il bunker mentre River se ne andava. A proposito…

River capisce che suo nonno non è un “buono”

River si reca dal nonno David, che in questa stagione abbiamo visto perdere colpi a livello di memoria (o è una finta?), ma che (infatti) è lucidissimo nello smontare il file faticosamente sottratto da Donovan e consegnato a Cartwright junior. 

David dice che non ci sono prove della colpevolezza di Tearney e che se venisse divulgato quel file arrecherebbe più danno ai servizi segreti che non a Ingrid per la storia di Istanbul – che lui confonde, siamo sicuri non a caso, con il Marocco – e com’era chiaro dalla prima inquadratura da cui si era visto il camino acceso, butta il file insanguinato nel fuoco, davanti agli occhi attoniti di un nipote che ha finalmente capito che il suo adorato nonno non è l’eroe immacolato che lui ha sempre creduto. 

Gli occhi sono attoniti ma non disperati, perché River aveva fatto giustamente delle fotocopie del file, come vediamo quando torna in auto e per un attimo viene inquadrata una busta trasparente di una copisteria 24h (a Londra si trova veramente dí tutto) contenente appunto le copie del file. E cosa fa quindi il bravo River?

L’epilogo di Slow Horses 3 con Lamb e Taverner 

Finalmente eccoci all’epilogo di questa terza stagione di Slow Horses, ovvero la scena finale con un tipico incontro al parco tra Jackson Lamb e Diana Taverner, che non viene accontentata quando gli chiede di non mangiarle in faccia il gelato con quel suo modo di fare disgustoso. 

Ad ogni modo, attraverso le parole di Diana scopriamo com’è andata a finire. E cioè che Ingrid Tearney si è dimessa, Judd si è dimesso da ministro e Diana è la nuova prima scrivania dell’MI5, cosa per la quale ringrazia Lamb che reputa essere la fonte che ha trasmesso il file ai giornali, ma Lamb conferma che è stato River Cartwright. 

Ci viene confermato anche che Standish si è dimessa, ma Lamb è più “preoccupato” per Taverner, a cui ora tocca l’ingrato compito di ripulire l’immagine dei servizi segreti britannici dopo lo schifo lasciato da Tearney, e senza più la possibilità di scaricare le colpe su qualcuno più in alto di lei, ma Diana è sicura dei suoi mezzi e si dice pronta alla sfida. 

“Pensi di essere più felice di me lì alla Casa del Pantano?” chiede la nuova (e sempre super affascinante) prima scrivania del Park. “Credo proprio di sì. And I’m fucking miserable / E io faccio proprio pena” risponde il nostro idolo Jackson Lamb, che con questa battuta chiude la stagione prima delle anticipazioni dalla stagione 4.

Fonte : Today