Anche i virus, come qualsiasi specie animale o vegetale, evolvono attraverso mutazioni casuali del proprio Dna: ormai lo abbiamo imparato tutti osservando passo passo le progressive trasformazioni del Sars-Cov-2. E a proposito di mutazioni e loro conseguenze, uno studio pubblicato sulle pagine di Science mostra per la prima volta come il virus responsabile della malattia di Marek si sia evoluto nel corso di mille anni per passare dall’essere praticamente innocuo all’essere invece letale per il 90% dei polli e degli uccelli non vaccinati. I risultati, spiegano gli autori, illustrano la storia evolutiva di un virus che costa ogni anno circa un miliardo di dollari all’industria avicola, e potrebbero inoltre contenere lezioni utili per il controllo di altre infezioni virali.
Un virus oncogenico
La malattia di Marek prende il nome dal veterinario ungherese che la descrisse per la prima volta nel 1907. All’epoca la malattia causava solo sintomi leggeri nei polli più anziani, mentre oggi l’herpesvirus che ne è responsabile (il cosiddetto Marek’s Disease Virus, Mdv) risulta letale per la stragrande maggioranza del pollame e degli uccelli non vaccinati con cui entra in contatto. Il Mdv è infatti un oncovirus, ossia un virus che causa l’insorgenza di tumori, che nel caso specifico colpiscono i linfonodi, le “fabbriche” deputate alla produzione di alcuni tipi di cellule che fanno parte del sistema immunitario. La forma “classica” della malattia odierna colpisce anche il sistema nervoso degli animali, causando paralisi delle zampe o delle ali. Il virus può inoltre causare l’insorgenza di tumori agli occhi, alla pelle e agli organi interni. Il contagio avviene tramite il contatto con la polvere o le scaglie di cute di uccelli infetti, all’interno delle quali il virus può sopravvivere molto a lungo.
L’evoluzione del gene Meq
Per studiarne l’evoluzione, il gruppo di ricercatori – costituito da biologi, archeologi, paleo-genetisti e virologi – ha analizzato il Dna di Mdv isolato dalle ossa di 15 polli provenienti da siti archeologici europei e del vicino Oriente. Dalle analisi è innanzitutto emerso che il virus responsabile della malattia di Marek era diffuso fra i polli europei già un migliaio di anni prima rispetto a quando la patologia è stata descritta per la prima volta. Inoltre, comparando le sequenze genetiche attuali con quelle più antiche i ricercatori hanno potuto individuare quali mutazioni hanno più probabilmente causato l’aumento della virulenza. Il gene Meq sembra essere uno dei responsabili: fra i vari geni mantenuti nei ceppi moderni, la versione attuale di questo gene è infatti considerata oncogena, al contrario di quella “antica”. Fatto che i ricercatori hanno dimostrato tramite esperimenti condotti in vitro, dai quali è emerso che le versioni più datate di Mdv, contenenti la sequenza originaria del gene Meq, probabilmente non erano in grado di provocare la formazione di tumori. “Questo studio – conclude Naomi Sykes, archeologa della University of Exeter e co-autrice dello studio – sottolinea il profondo significato del materiale biologico conservato in collezioni archeologiche e museali, dato che non possiamo prevedere come la loro indagine possa avere applicazioni trasformative per il futuro”.
Fonte : Wired