Usare il riconoscimento facciale per uno sconto. Questa l’ultima trovata di Burger King, che in Brasile ha da poco annunciato la campagna “Hangover Whopper” per celebrare le festività natalizie e aiutare a combattere i postumi della sbornia dei giorni tra Natale e Capodanno. Fino al prossimo 2 gennaio 2024, scansionando il proprio volto per permettere a un algoritmo di indagarne il livello di hangover, i clienti della catena di fast food avranno l’opportunità di ricevere un coupon sconto che permetterà loro di rimettersi in sesto dopo aver bevuto qualche bicchiere di troppo durante le feste.
Provare per credere. Nonostante i coupon sconto possano essere utilizzati soltanto in Brasile, infatti, Burger King offre agli utenti di tutto il mondo la possibilità di conoscere il proprio stato di hangover, mettendo a loro disposizione la scansione del volto attraverso l’app ufficiale della catena e un sito web dedicato (che risulta funzionare soltanto da dispositivi mobili). Un gioco che però alimenta la preoccupazione riguardo la diffusione dilagante del riconoscimento facciale, che non sembra in alcun modo tutelare la privacy degli individui. Pochi giorni prima di Natale, per esempio, negli Stati Uniti la Federal trade commission (Ftc), l’autorità che vigila i consumatori, ha vietato alla catena statunitense di farmacie Rite Aid di utilizzare questa tecnologia a scopi di sorveglianza per ben cinque anni, dopo che un’indagine ha rivelato che la società ne ha fatto uso per accusare in modo illecito migliaia di persone di taccheggio.
Eppure, sebbene ogni giorno vengano adottati in tutto il mondo decine di accorgimenti per evitare che il riconoscimento facciale possa invadere la nostra privacy, questa tecnologia sembra oramai essere ovunque. Nonostante le sue limitazioni, numerosi studi, infatti, dimostrano che la scansione del volto è molto meno accurata quando si tratta di individui di origine asiatici, latina o di donne. E, come se non bastasse, non sembra restituire i risultati sperati quando si applica al rilevamento delle emozioni o all’identificazione del credo politico. Ma Burger King questo sembra saperlo bene. Nell’informativa sulla privacy pubblicata sul sito web della campagna “Hangover Whopper” la catena di ristoranti descrive il sistema come una “valutazione fittizia del livello dei postumi di una sbornia”, il che significa che il risultato della scansione non ha una sua validità reale. Una semplice trovata di marketing, quindi, che sfrutta alla perfezione una delle tecnologie più chiacchierate del momento.
Fonte : Wired