AGI – Il 2023 volge al termine, manca poco ormai, e come di consueto, guardiamo indietro soffermandoci sul passato per sperare sempre in meglio. Fra buoni propositi, astri e stelle la domanda è sempre quella: quale sarà il segno più fortunato? Che anno sara’? Noi di AGI ce lo siamo fatto dire da Barbanera, filosofo, astronomo, personaggio estremamente curioso, esistito (forse) tanti tanti anni fa…
“Il cielo del 2024 ruota intorno al ritorno (dopo ben 240 anni!) del pianeta Plutone in Acquario – dice Luca Baldini, direttore editoriale dell’Almanacco Barbanera – Questo importante evento astrologico spingerà tutti a ricercare nei rapporti interpersonali, nel lavoro e su ogni piano di vita nuovi e più equi assetti sociali. Per i segni dello zodiaco poi il 2024 sarà un anno pieno di sorprese“.
E allora andiamo in dettaglio: “Giove in Gemelli – prosegue Baldini – animerà di nuovi entusiasmi i mesi da luglio a dicembre per i nati sotto il segno di Ariete e Bilancia. I Gemelli godranno di facilità di relazioni e di buona sorte. I Cancro e i nati in Toro e in Capricorno riusciranno a consolidare professione e rapporti sentimentali. Leone e Acquario da giugno si faranno notare per fascino e simpatia.
I nati in Vergine riceveranno i generosi suggerimenti di Giove e Urano in Toro, i pianeti che offriranno ai loro protetti occasioni propizie su vari fronti. Buonsenso e lucidità accompagneranno il nuovo anno dello Scorpione, che potrà aprirsi a nuovi orizzonti di conoscenza. Il 2024 dei Pesci sarà l’anno giusto per rafforzare le capacità decisionali, mentre al Sagittario l’anno che verrà porterà preziosi insegnamenti e un bisogno di trasparenza nel cuore e nei pensieri che gioverà a tutto e a tutti”.
Le profezie di Barbanera, quindi, sembrano buone. È interessante capire chi era questo personaggio intorno al quale ruota una delle tradizioni editoriali più note in Italia ovvero, il famoso “Almanacco” e il celebre “Calendario” consultabile dal 1700... “Barbanera è un leggendario filosofo umbro vissuto con ogni probabilità intorno alla metà del Settecento: un pensatore, misuratore e interprete del tempo, conosciuto anche come “l’astronomo e astrologo degli Appennini”.
Diverse fonti lo ritraggono nella sua specola, che molti identificano in un eremo nei pressi di Foligno, dove presumibilmente si dedicava allo studio e all’osservazione del cielo e della natura e sperimentava pratiche di coltivazione e soluzioni efficaci per i piccoli problemi di ogni giorno. Secondo una tradizione antica, è l’autore di un Calendario e di un Almanacco, entrambi pubblicati ininterrottamente dal 1762 a oggi. Le edizioni che portano il suo nome rinnovano di anno in anno il suo messaggio di ottimismo e curiosità per le cose del mondo e offrono spunti di benessere naturale e consigli per la cura del verde, la casa e la vita quotidiana”.
Per comprendere l’importanza di “Barbanera” dobbiamo capire quale è il suo compito oggi e in un prossimo futuro: “Forse – spiega ancora Baldini – il ruolo di un almanacco come quello di Barbanera oggi è di portare un po’ di tradizione nel mondo contemporaneo, per trasmettere anche ai nuovi lettori quanto sia importante fare tesoro delle radici per affrontare con il sorriso e qualche strumento in più la vita di ogni giorno.
Riteniamo che recuperare rimedi dalla tradizione – prosegue il direttore editoriale – imparare a osservare anche le più piccole cose, a sapere con che luna piantare un bulbo o impastare il pane o in che stagione mangiare le fragole, conoscere un vecchio proverbio, la ricetta di un dolce legato a un santo o il nome di una stella che brilla nel nostro cielo siano tutte azioni utili ad aggiungere senso e piacevolezza alle nostre giornate.
Il messaggio di Barbanera è semplice: nel suggerire uno stile di vita lento ma sempre attivo e consapevole, invita a individuare il momento più propizio e il metodo più efficace per dedicarsi all’una o all’altra attività, per liberare tempo per le relazioni e la cura di sé e vivere il passare degli anni senza ansie, ma coltivando serenità, ottimismo e curiosità per il futuro”.
Sempre più persone nel 2023 hanno letto meno libri. Ma il “Barbanera” nei tempi passati è stato fondamentale per l’alfabetizzazione. Quindi l’Almanacco può essere anche veicolo di informazione e soprattutto può invogliare le persone a tornare a leggere. “Crediamo di sì – sottolinea Baldini – per la sua capacità di rivolgersi a tutti e di parlare al lettore con un tono autorevole ma anche molto amichevole, saggio ma mai saccente.
Notizie, ricette e consigli sono formulati con chiarezza e brevità e cercano di stimolare curiosità nel lettore e voglia di approfondire secondo gli interessi individuali. Le edizioni sono molto curate graficamente e illustrate con colori vivaci che invitano alla lettura. Così come sono concepiti, sia il Calendario che l’Almanacco possono essere letti dall’inizio alla fine, come fossero un racconto lungo 365 giorni, o fruiti saltellando da un testo all’altro, per una lettura meno impegnativa che magari può avvicinare chi non ha molta familiarità con il libro”.
Il lavoro di conservazione della memoria di Barbanera, è affidato alla Fondazione che si trova a Spello, località considerata una perla fra le perle della verdissima Umbria. La Fondazione trova posto all’interno di un giardino bellissimo, ricco di piante curiose, serre con fiori e limoni, alberi ed erbe aromatiche. Quelle specie vegetali tanto care alla tradizione e allo studio di Barbanera. Un giardino che in autunno si incendia di colori rosso e arancio e in primavera ed estate libera profumi e colori incantevoli.
AGI è stata nella sede dove ha avuto modo di osservare il lavoro quotidiano e quello svolto in passato dalla Campi Editore, che pubblica “Barbanera”. In un mondo che cambia ed è sempre più digitale, una Fondazione di questo tipo ha un ruolo importante: “La Fondazione Barbanera 1762 – racconta la responsabile Raffaella Sforza – si occupa principalmente della valorizzazione della memoria storica. Conserva tutti gli almanacchi firmati dall’astronomo e astrologo degli Appennini pubblicati dal 1762 in poi, riuniti in una collezione che è stata indicata dall’UNESCO come simbolo di tutta la letteratura almanacchistica mondiale e inserita nell’elenco dei patrimoni documentari degni di essere tramandati e tutelati dal prestigioso Registro della memoria del mondo”.
Ancora, spiega Sforza, la Fondazione “Si occupa della gestione di una biblioteca specializzata in editoria popolare e dell’archivio della Campi, casa editrice del Barbanera. Conserva inoltre una importante raccolta di almanacchi delle più diverse epoche e provenienze che testimonia la varietà e la fortuna di un genere letterario che ha contribuito a diffondere sapere e conoscenza per tutti”.
Un’eredità culturale importante, un grande lavoro che arriva nelle case degli italiani e in altre località del mondo dove ci sono persone legate a questa tradizione: “La tradizione del Barbanera – prosegue Sforza – è ancora oggi molto viva e sentita dai nostri lettori, con i quali abbiamo da sempre un rapporto stretto, di continuo confronto, con quotidiani scambi di mail e telefonate che testimoniano il grande affetto che gli Italiani nutrono per due edizioni storiche, tirate annualmente per un totale di circa tre milioni di copie.
Abbiamo lettori che ci seguono da molti anni, che ci scelgono per se stessi o da regalare alle persone più care. Da parte nostra – conclude – cerchiamo di ringraziare dell’affetto ricevuto offrendo ogni anno nelle nostre edizioni contenuti nuovi ma che siano sempre riconoscibili per stile e filosofia e rinnovando l’augurio di felicità che Barbanera rivolge ai suoi lettori fin dal 1762″. E buon anno a tutti.
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Fonte : Agi