Quando si parla di mobilità sostenibile, i primi veicoli che vengono in mente sono quelli elettrici, in realtà un’altra soluzione alle automobili alimentate con i carburanti tradizionali sono le macchine a idrogeno.
Questi veicoli riescono a convertire l’energia chimica dell’idrogeno in energia meccanica che emette nell’atmosfera il vapore acqueo. L’idrogeno nel caso delle automobili brucia in un motore a combustione interna o viene fatto reagire con l’ossigeno all’interno di una pila a combustibile, che genera elettricità.
Proprio per questo rappresenta una valida alternativa da sfruttare con tutto il potenziale che si può immaginare. Mentre gli studi e i test proseguono, non sono stati lanciati altri modelli di vetture. La mancanza di punti di rifornimento in Italia, attualmente ci sono solo 2 stazioni attive, per la precisione a Bolzano e a Mestre, sta frenando la diffusione sul mercato di queste auto.
Per superare il gap, in linea con le direttive europee, si è deciso quindi di destinare parte dei fondi del Piano Nazionale Ripresa e Resilienza (Pnrr) per creare 36 stazioni di ricarica entro il 2026. Una scelta che rappresenta una vera e propria novità in un ambito come quello stradale che non rientrano nel concetto di sostenibile, in quanto non fanno parte delle fonti rinnovabili.
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Un piano ambizioso
L’obiettivo di questi investimenti è quello di sviluppare la presenza di colonnine di ricarica su tutto il territorio italiano scegliendo punti strategici per il trasporto commerciale. La priorità verrà data quindi alle autostrade che si trovano nelle zone del Brennero e sull’asse Torino-Trieste. A questo va aggiunto anche il corridoio europeo che include appunto Brennero, Trieste e Torino verso l’estero perché è qui che avviene il maggior scambio di tipo commerciale.
Oltre alle zone appena citate, si incentiveranno le colonnine di ricarica nei punti trasfrontalieri e in tutte quelle aree dove si vuole dare vita alla sperimentazione del trasporto ferroviario a idrogeno.
Non solo colonnine di ricarica
Per incentivare ulteriormente la mobilità sostenibile, nel Pnrr sono inclusi anche fondi da destinare alle piste ciclabili e ai caselli autostradali fotovoltaici.
Nel primo caso l’esempio virtuoso arriva da Amsterdam e dalla sua SolaRoad, una pista ciclabile realizzata nel 2010 con pannelli fotovoltaici e lunga circa 25 chilometri. I pannelli che pavimentano la strada con il calore producono energia in grado di alimentare l’illuminazione stradale o i semafori.
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Un altro obiettivo del Pnrr, poi, è quello di realizzare caselli autostradali che si possano alimentare dalle stesse auto. Con l’aiuto di una piattaforma specifica, si cercherà di trasformare l’energia dei veicoli in energia elettrica così da evitare di farla andare sprecata.
Sono tutti obiettivi ambiziosi, ma importanti al punto che potrebbero cambiare il volto della mobilità su strada del nostro paese e permettergli di incanalare una traiettoria molto più green.
Fonte : Today