Molti uffici sono chiusi in questi giorni, siamo nel pieno delle vacanze natalizie che, come ogni anno, mettono in stand-by problemi ed emergenze. Non ultima l’emergenza taxi, che per il momento è uscita fuori dai radar. Anche se le ore di coda in aeroporto sono una costante anche in questi giorni di festività. Ma è molto probabile con la ripresa delle attività dopo l’Epifania, lunedì 8 gennaio 2024, il problema della carenza di auto bianche si riproporrà. Un’inchiesta del Sole24Ore del 17 dicembre ha evidenziato che sugli otto comuni dove circolano più taxi, solo tre (Milano, Roma e Bologna) hanno in programma un incremento delle licenze, e tra questi solo il capoluogo meneghino e la città emiliana sfrutteranno l’iter abbreviato del dl Asset varato dal governo l’estate scorsa.
Taxi: a breve cambierà poco
Nonostante l’intervento del governo Meloni, solo poche città si stanno attivando per aprire a nuovi taxi e rendere il servizio più al passo coi tempi. Per ora solo Milano, Roma e Bologna hanno in programma un incremento delle licenze. I tempi sono comunque biblici. Non si farà nulla per mesi, se non anni. A Milano le prime nuove licenze saranno “su strada” solo a giugno 2024, a Roma se ne parla per il giubileo.
Ai comuni è consentito rilasciare in via sperimentale licenze aggiuntive a carattere temporaneo per l’esercizio del servizio taxi in favore di chi sia già titolare di licenza. Per i comuni capoluogo di regione, sede di città metropolitana o di aeroporto, invece, è consentito incrementare il numero delle licenze non più del 20 per cento rispetto alle licenze già rilasciate, per fronteggiare lo strutturale incremento della domanda. Per il rilascio delle nuove licenze è previsto un concorso straordinario. Un iter lungo, ma i sindaci che ritengono che le loro città abbiano bisogno di più taxi possono emettere il bando. Con l’ultimo decreto il ricavato dalla vendita delle nuove licenze andrà tutto alla categoria, circa 9mila euro a tassista, come indennizzo per la presenza di più taxi in città.
Milano, a oggi, ha 4.800 auto bianche in servizio. Da anni, l’amministrazione comunale vuole aumentare il numero delle auto in circolazione visto che, la percentuale di chiamate inevase, tocca il 32 per cento nelle notti del fine settimana. Ora l’authority ha dato il via libera all’aumento del numero di auto bianche. A breve l’apertura del bando da parte del comune di Milano. I 450 taxi con le nuove licenze non circoleranno però in città non prima della prossima estate. Occorrerà armarsi di santa pazienza, per mesi.
Anche i tassisti protestano. Lo scorso 13 novembre quello di Milano hanno protestato davanti alla sede del comune, Palazzo Marino. Lamentavano il peggioramento del traffico, la rimozione di alcuni posteggi dedicati e la poca sicurezza per chi lavora di notte.
L’emergenza taxi sul Wall Street Journal
Il tema travalica anche i confini nazionali, ha preso posizione persino il Wall Street Journal, che in un articolo denuncia ha scritto: “Perché l’economia italiana non riesce a rimettersi in moto? Basti pensare alla fila per i taxi per comprendere lo stato di abbandono in cui versa l’Italia”. Un articolo impietoso: “Trovare un taxi nella capitale finanziaria italiana quando piove comporta lunghe file e pazienza. Durante le fiere e le sfilate di moda è ancora più difficile – scrive il quotidiano da 2 milioni di copie stampate giornalmente, quello a maggiore diffusione negli Stati Uniti – la domanda aumenta, ma il numero di taxi rimane invariato”.
Le code per salire sui taxi, spiega il giornale, “offrono un indizio sui 30 anni di stagnazione del Paese. Per anni i tassisti italiani si sono messi al riparo dalla concorrenza facendo pressioni per limitare il numero di licenze e per limitare le società di sharing come Uber. I sindaci che cercano di affrontare i tassisti possono andare incontro a scioperi e blocchi stradali che paralizzano le città”. Le code per i taxi sarebbero quindi una sorta di immagine di tutte le difficoltà della concorrenza e delle resistenze corporative, in Italia, e di come l’economia italiana sia cresciuta al rallentatore negli ultimi 30 anni. Rispetto al 2007, Roma è ancora oggi ferma all’1,5% di crescita rispetto al 13% di Parigi o il 17% di Berlino.
Simbolo di una stasi generale o problema super concreto che sia, appuntamento all’8 gennaio 2024: di taxi si parlerà ancora moltissimo.
Fonte : Today