Oltre 135mila contagi e 68 morti nel 2023: in Argentina la febbre dengue è un problema serio, al punto che il ministero della Salute ha lanciato oggi un’allerta epidemiologica sul rischio di espansione della dengue, “per rinforzare le misure di protezione ed evitare la diffusione del virus”, dopo che nell’ultimo mese è stato registrato un aumento record di casi. Non sono i numeri assoluti, in realtà, a preoccupare a Buenos Aires, bensì il fatto che per il 93% dei casi il contagio è avvenuto nel Paese stesso, tra persone che non hanno visitato regioni tropicali dove la malattia è endemica. La malattia, causata da un virus, viene trasmessa attraverso la puntura della zanzara Aedes aegypti.
I sintomi principali sono febbre, eruzioni cutanee e dolori muscolari e articolari. Nelle forme più gravi, la dengue può causare emorragie interne e portare alla morte. In Argentina, per la prima volta, sono state segnalate infezioni di dengue in tutto il 2023, senza interruzioni durante i mesi più freddi.
Cosa dobbiamo sapere sulla dengue
Un recente articolo di Nature spiegava che la febbre dengue, trasmessa dalle zanzare, tipica delle regioni tropicali, è in aumento anche nell’Europa meridionale, Italia inclusa. Causa febbre, mal di testa e affaticamento e uccide fino a 40mila persone ogni anno nel mondo. Vedrà sempre più casi perché abbiamo importato zanzare “aliene” adattabili, viaggiamo sempre di più e coi cambiamenti climatici in atto le zanzare le facciamo sia aumentare che vivere più a lungo. Il virus circola nel sangue della persona infetta per 2-7 giorni, e in questo periodo la zanzara può prelevarlo e trasmetterlo ad altri.
Nell’emisfero occidentale il vettore principale è la zanzara Aedes aegypti, anche se si sono registrati casi trasmessi da Aedes albopictus. La dengue non è una novità, non spunta dal nulla: è ben conosciuta da oltre due secoli, ed è particolarmente presente durante e dopo la stagione delle piogge nelle zone tropicali e subtropicali di Africa, Sudest asiatico e Cina, India, Medioriente, America latina e centrale, Australia e diverse zone del Pacifico. Negli ultimi decenni, la diffusione nel mondo è notevolmente aumentata. Le Nazioni Unite hanno segnalato nei mesi scorsi la simultanea presenza di focolai in regioni precedentemente non colpite dalla malattia, in gran parte a causa del cambiamento climatico.
Sintomi e diagnosi
Di origine virale, la dengue è causata da quattro virus molto simili (Den-1, Den-2, Den-3 e Den-4) ed è trasmessa agli esseri umani dalle punture di zanzare che hanno, a loro volta, punto una persona infetta. Non si ha quindi contagio diretto tra esseri umani, è bene rimarcarlo, anche se l’uomo è il principale ospite del virus.
Di solito la malattia causa febbre entro 5-6 giorni dalla puntura di zanzara, con temperature anche molto elevate, e poi mal di testa acuti, dolori attorno e dietro agli occhi, forti dolori muscolari e alle articolazioni, nausea e vomito, irritazioni della pelle che possono apparire sulla maggior parte del corpo dopo 3-4 giorni dall’insorgenza della febbre. I sintomi nei bambini sono lievi o assenti, in molti casi.
Non esiste un trattamento specifico e nella maggior parte dei casi le persone guariscono completamente in due settimane circa. Le cure di supporto alla guarigione consistono in riposo assoluto, uso di farmaci per abbassare la febbre e somministrazione di liquidi per combattere la disidratazione. Talvolta la malattia può svilupparsi sotto forma di febbre emorragica con emorragie gravi da diverse parti del corpo che possono causare veri e propri collassi e, in casi abbastanza rari, risultare fatali.
La misura preventiva più efficace contro la dengue consiste nell’evitare di entrare in contatto con le zanzare vettore del virus. Diventano quindi prioritarie pratiche come l’uso di repellenti, vestiti adeguati e protettivi, zanzariere e tende. Le uova della zanzara Aedes aegypti hanno la capacità di resistere a situazioni di siccità e di conservare la propria vitalità per più di un anno. Evitare i ristagni d’acqua all’aperto è quindi una buona norma e vale per tutti, anche in Italia, che si tratti di balconi, cortili, giardini, orti, cimiteri o parchi. Dall’Argentina gli esperti fanno notare che la co-circolazione di più sierotipi di dengue può aumentare il rischio di forme gravi della malattia.
Fonte : Today