Qualche settimana fa Netflix ha fatto l’impensabile, pubblicando i dati relativi ai suoi spettatori. Dopo aver tenuto nascoste per anni le informazioni sulle ore trascorse dagli abbonati a guardare le serie e film sulla piattaforma, il colosso dello streaming ha diffuso un’enorme quantità di dati relativi a diciottomila titoli, suddiviso in base al numero di ore di visione nel periodo compreso tra gennaio e giugno 2023. A sorpresa il vincitore risulta essere The Night Agent, con 812 milioni di ore di visione.
È una notizia che fa ben sperare per le serie in salsa action – la storia segue un agente dell’Fbi che cerca di sventare una cospirazione – e forse meno bene per i programmi più nicchia di Netflix e il pubblico che li predilige. Se infatti la prima stagione di Sex/Life, un dramma erotico simil-soap opera, ha totalizzato 126 milioni di ore di visione, la prima stagione di Sex Education, un brillante e divertente teen drama che segue un gruppo di adolescenti che imparano a conoscere l’intimità e i suoi limiti, si è fermata a poco meno di 28.
La piattaforma on demand si è affrettata a sottolineare che “il successo su Netflix ha forme e dimensioni diverse” e non viene determinato solo dalle statistiche. Il co-amministratore della società Ted Sarandos l’ha messa in modo un po’ diverso: “Questi sono i dati che usiamo per portare avanti l’azienda“. Netflix, quindi, sta cercando di dire tutto e il contrario di tutto: da una parte dichiara che i numeri la aiutano a decidere quali show realizzare, e dall’altra che le statistiche non significano tutto. E anche se a volte due cose in apparente contraddizione possono essere vere allo stesso tempo, è difficile immaginare che la piattaforma – reduce dagli scioperi di sceneggiatori e attori e alle prese con un numero crescente di concorrenti – non preferisca continuare a investire su prodotti di sicuro successo.
Questo non vuol dire che avere più serie come The Night Agent sia per forza una cos negativa. Se non siete tra i milioni di persone che l’hanno guardata, probabilmente conoscete qualcuno che l’ha apprezzata e ha ammesso di aver visto l’intera prima intera stagione in un weekend. È un esempio di quello che Jason Parham di Wired US definisce “tv così così”: quelle produzioni che non sono innovative ma nemmeno inguardabili, e che si limitano ad affollare il catalogo senza troppe pretese. L’era delle serie mediocri arriva in un periodo che ha visto Netflix imporsi anche come la nuova regina dei reality. Show come L’amore è cieco e Selling Sunset stanno diventando dei veri e propri eventi culturali e lo streamer non mostra alcun segno di voler cambiare rotta, soprattutto visto il grande successo che sta riscuotendo Squid Game: La sfida .
Fonte : Wired