Cinque anni di reclusione è la pena alla quale è stata condannata una donna che faceva la badante a persone anziane a Roma. Il processo che l’ha vista sedere nel banco degli imputati si è celebrato con il rito abbreviato, davanti al Tribunale di Roma. Il giudice l’ha ritenuta responsabile di furto e ora si trova nella sezione femminile del carcere di Rebibbia.
Secondo quanto ricostruito in sede d’indagine la donna, di nazionalità ucraina, ha somministrato un farmaco narcotizzante a persone anziane per le quali lavorava. Persone che avrebbe dovuto accudire, che invece ha derubato, portando via dalla loro abitazione soldi e oggetti di valore. Durante l’udienza il pubblico ministero ha chiarito che è ancora in corso un ulteriore filone dell’indagine concluso da poco e che porterà ad un altro processo nei confronti della donna.
Reato riformulato da rapina a furto
L’indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Roma nei confronti della badante è partita da un intervento che risale al 25 marzo scorso. Gli agenti della Polizia di Stato del Commissariato Tuscolano ricevuta una telefonata da parte della nipote di una delle vittime, si sono recati nell’abitazione di un’anziana. Sua nipote l’aveva infatti trovata in uno stato di “profondo sonno” e si era insospettita.
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Gli investigatori sono risaliti all’identità della donna e grazie ad alcuni accertamenti hanno ricondotto a lei anche un altro episodio simile accaduto ad Ostia, con stesse modalità il 2 luglio scorso. Ad incastrare la badante sono state anche le intercettazioni in carcere durante i colloqui con la figlia. La badante è stata fermata per rapina aggravata quando già lavorava per una nuova famiglia a casa di una novantunenne. Il reato è stato riformulato a furto.
Escluso il legame tra la morte di un’anziana e la somministrazione di farmaci
Nel secondo episodio dagli esami tossicologici e clinici è emerso che la morte dell’anziana di Ostia non sia legata alla somministrazione dei farmaci. L’avvocato della difesa Antonino Castorina ha già annunciato che farà ricorso in appello:
“Il quadro indiziario frammentario a carico della signora – spiega il legale – ci ha portato a raggiungere un primo importante risultato nella riqualificazione di una delle due contestazioni comminate da rapina a furto che di fatto riducono in modo considerevole la pena edittale. Riteniamo necessario leggere le motivazioni della sentenza per valutare il ricorso in Appello. La certezza che la morte di una delle anziane donne non sia connessa in alcun modo a condotte dolose o colpose della cliente già di per se ha aggiornato e mitigato l’intero impianto accusatorio”.
Fonte : Fanpage