Aveva messo la propria casa a disposizione di un suo amico che doveva scontare gli arresti domiciliari ma, durante quella convivenza forzata, è bastato un banale litigio per far sfiorare la tragedia: si è ritrovato in una pozza di sangue, con due coltellate al fianco. É successo questa mattina, 23 dicembre, a Caserta, nel rione Falcone; il responsabile è stato rintracciato poco dopo dai carabinieri ancora nell’abitazione: si tratta di un 43enne originario di Maddaloni, che è stato trasferito nel carcere di Santa Maria Capua Vetere con l’accusa di tentato omicidio.
A lanciare l’allarme era stata una donna che, passeggiando nei pressi dei caseggiati, aveva notato la vittima accasciata a terra, coperta dal proprio sangue. Immediata la chiamata al 118 e ai carabinieri, l’uomo è stato trasportato all’ospedale Sant’Anna e San Sebastiano di Caserta dove è stato sottoposto ad un intervento chirurgico d’urgenza e dove si trova ora ricoverato in prognosi riservata; era stato accoltellato con due fendenti alla fossa iliaca sinistra, le sue condizioni sono gravi ma i medici avrebbero escluso il pericolo di vita.
Prima che l’uomo salisse in ambulanza, i carabinieri si sono fatti raccontare cosa era successo. Hanno così appreso che poco prima la vittima era stata aggredita nella sua abitazione dal 43enne, che in quella casa stava scontando i domiciliari; le ragioni non sono del tutto chiare, ma si tratterebbe di un litigio nato durante una discussione per futili motivi. I militari hanno raggiunto l’appartamento e hanno trovato l’aggressore ancora lì, che ha ammesso le sue responsabilità; l’arma usata per il ferimento, un coltello prelevato dalla cucina, è stata rinvenuta nel lavandino.
Fonte : Fanpage