“Caruso” è uno dei brani più significativi di Lucio Dalla e di tutto il cantautorato italiano, una dichiarazione d’amore dello stesso cantante alla terra, Sorrento, che gli regalò la storia delle ultime notti di Enrico Caruso, tenore napoletano. Ecco il significato e il testo della canzone di Lucio Dalla pubblicata nel 1986.
Un racconto intimo, fatto di passione e malinconia, di amore e solitudine: stiamo parlando di “Caruso“, uno dei singoli manifesto del compianto Lucio Dalla, il cantautore bolognese scomparso nel 2012. La canzone, pubblicata nel 1986, fu scritta a Sorrento, più precisamente nell’albergo dove morì il celebre tenore Enrico Caruso. Un singolo che racconta tanto della passione di Dalla per Napoli, ma soprattutto per Sorrento, che diventa protagonista del racconto, con poche e semplici parole che riescono a restituire tutte le suggestione del luogo. Un’attrazione che stringe come una catena, ma che non fa assolutamente male, perché la bellezza del luogo sciolgono tutti i timori del cantante verso uno dei luoghi diventati fondamentali per raccontare la poetica di Lucio Dalla.
Il significato di Caruso, la canzone di Lucio Dalla tra storia e finzione
Incisa nel 1986 e presentata per la prima volta alla Rassegna San Martino, “Caruso” di Lucio Dalla rimane una delle pietre miliari della discografia cantautorale italiana, un canto di passione che racconta il legame e le sensazioni del cantante con Sorrento. La storia racconta che in seguito a un guasto alla propria imbarcazione, il cantautore si trovò costretto a soggiornare in un albergo a Sorrento, proprio nella stanza che anni prima aveva ospitato il tenore napoletano Enrico Caruso, poco prima della morte. Qui i proprietari dell’albergo gli raccontarono degli ultimi giorni della vita del tenore e della sua passione per una giovane a cui dava lezioni di canto. Da quei racconti Lucio Dalla trasse ispirazione per scrivere il brano che già nei primi versi restituisce le sensazioni del luogo: “Qui dove il mare luccica, e tira forte il vento, su una vecchia terrazza davanti al golfo di Surriento. L’attenzione e le passioni dell’artista si rivedono anche nella descrizione dell’uomo che abbraccia una ragazza, dopo aver pianto. L’unione tra la musica e i sentimenti, il pianoforte e le lacrime della donna, diventano immagini fisse, incatenate, come canta Lucio Dalla nel ritornello: “Te voglio bene assaje, ma tanto tanto bene sai, è una catena ormai, che scioglie il sangue dint’ ‘e ‘vvene sai”.
Il testo di Caruso
Qui dove il mare luccica,
E tira forte il vento
Su una vecchia terrazza
Davanti al golfo di Surriento
Un uomo abbraccia una ragazza,
Dopo che aveva pianto
Poi si schiarisce la voce,
E ricomincia il canto.
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Te voglio bene assaje,
Ma tanto tanto bene sai
è una catena ormai,
Che scioglie il sangue dint’ ‘e ‘vvene sai.
Vide le luci in mezzo al mare,
Pensò alle notti là in America
Ma erano solo le lampare
Nella bianca scia di un’elica
Sentì il dolore nella musica,
Si alzò dal pianoforte
Ma quando vide la luna uscire da una nuvola
Gli sembrò più dolce anche la morte
Guardò negli occhi la ragazza,
Quelli occhi verdi come il mare
Poi all’improvviso uscì una lacrima,
E lui credette di affogare
Te voglio bene assaje,
Ma tanto tanto bene sai
è una catena ormai,
Che scioglie il sangue dint’ ‘e ‘vvene sai
Potenza della lirica,
Dove ogni dramma è un falso
Che con un po’ di trucco e con la mimica
Puoi diventare un altro
Ma due occhi che ti guardano
Così vicini e veri
Ti fan scordare le parole,
Confondono i pensieri
Così diventa tutto piccolo,
Anche le notti là in America
Ti volti e vedi la tua vita
Come la scia di un’elica
Ma sì, è la vita che finisce,
Ma lui non ci pensò poi tanto
Anzi si sentiva già felice,
E ricominciò il suo canto
Te voglio bene assaje,
Ma tanto tanto bene sai
è una catena ormai,
Che scioglie il sangue dint’ ‘e ‘vvene sai
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Fonte : Fanpage