L’Iran minaccia: “Chiudiamo Mediterraneo se non cessano crimini a Gaza”. I rischi per l’Italia

La guerra tra Israele e Hamas si estende anche ai mari. Dopo le tensioni nel Mar Rosso a causa delle azioni dei ribelli Houthi, oggi, sabato 23 dicembre, una nave cisterna indicata come “affiliata a Israele” è stata attaccata da un drone nell’Oceano Indiano: lo stato ebraico ritiene che l’attacco sia stato organizzato dall’Iran. E proprio un comandante delle Guardie della rivoluzione iraniana ha affermato che il Mediterraneo potrebbe essere “chiuso” se gli Stati Uniti e i loro alleati continueranno a commettere “crimini” a Gaza. Le minacce per l’economia italiana sono concrete, con i traffici marittimi che rischiano la paralisi.

L’Iran minaccia: “Chiusura di Mediterraneo, Stretto di Gibilterra e altri corsi d’acqua”

Le minacce iraniane sono state riportate da Reuters, che sul proprio sito cita sul suo sito cita le parole di Mohammad Reza Naqdi, comandante dei pasdaran: “Dovranno aspettarsi presto la chiusura del Mar Mediterraneo, dello Stretto di Gibilterra e di altri corsi d’acqua”. L’Iran non ha accesso diretto al Mediterraneo e non è chiaro come possa tentare di chiuderlo, anche se Naqdi ha parlato di “nascita di nuove potenze di resistenza e chiusura di altre vie d’acqua”.

I segni di un crescere delle tensioni sono stati evidenti nei giorni scorsi, dopo l’intensificarsi degli attacchi dei ribelli Houthi nel Mar Rosso che hanno portato gli Stati Uniti e alleati a una missione per proteggere le navi che transitano nel canale di Suez. Anche l’Italia partecipa, con l’invio della nave antimissile “Fasan”.

La nave antimissile italiana nel Mar Rosso contro gli Houthi: 200 uomini in missione

Ma la tensione oggi si è allargata all’Oceano Indiano: un drone ha causato un’esplosione su una nave cisterna adibita al trasporto di prodotti chimici battente bandiera della Liberia e “affiliata a Israele”. Lo ha reso noto la Uk Marine Trade Operations (Ukmto), precisando che la nave è stata colpita a 200 miglia nautiche dalla città indiana di Veraval. “Sono stati segnalati alcuni danni strutturali ed è stata imbarcata acqua, ma non si registrano vittime – si aggiunge nella nota – Si consiglia alle navi di transitare con cautela e di segnalare qualsiasi attività sospetta”.

Mappa sulle tensioni nei mar causate dalla guerra tra Israele e Hamas: l'Iran minaccia

Come si vede dalla mappa sopra, l’attacco è avvenuto a centinaia di chilometri dall’area del Mar Rosso e dello Stretto di Bab al-Mandab (cerchiato in rosso), presa di mira dagli Houthi, che in risposta alla guerra a Gaza bersagliano le navi collegate a Israele o destinate a porti israeliani. Come riporta l’emittente israeliana Channel 12, Israele afferma che il drone è partito dall’Iran. Gli Stati Uniti hanno accusato l’Iran di essere ”profondamente coinvolto” negli attacchi dei ribelli Houthi contro navi commerciali nel Mar Rosso, dopo la notizia dell’attacco al mercantile.

Chi sono gli Houthi e perché stanno mettendo a rischio il commercio mondiale

Il sostegno di Teheran al gruppo ribelle yemenita include sia armi che intelligence tattica, ha affermato la Casa Bianca presentando informazioni recentemente declassificate che dimostrerebbero il coinvolgimento iraniano – negato da Teheran – negli attacchi.

Quali sono i rischi per l’economia: Italia coinvolta

Il sistema globale del commercio via mare rischia di essere stravolto dalle tensioni causate dalla guerra tra Israele e Hamas e le ripercussioni possono riguardare anche l’Italia. Bisogna considerare che lo Stretto di Suez è uno snodo fondamentale a livello internazionale. Come si legge in un documento pubblicato dal think tank di Cassa depositi e prestiti, per l’Italia, da lì transita oltre il 40 per cento dell’interscambio marittimo italiano, per un valore di circa 83 miliardi di euro.

La rotta è molto battuta da navi che trasportano combustibile, specie il diesel: qualsiasi interruzione del traffico costringerebbe le imbarcazioni cargo ad allungare il giro facendo salire i prezzi delle merci. Per evitare di passare davanti alle coste dello Yemen navi container e petroliere devono prendere la rotta più lunga e costosa del Capo di Buona Speranza aggiungendo potenzialmente circa 10 giorni al viaggio e milioni di dollari.

Il Mar Rosso bloccato: le nuove rotteAssoporti, l’associazione che riunisce le Autorità italiane del sistema portuale, si è detta preoccupata dopo “le decisioni dei giorni scorsi da parte delle principali compagnie di navigazione di evitare il passaggio attraverso il Mar Rosso e il canale di Suez per ragioni di sicurezza della navigazione”, si legge in un comunicato.

Dalla “chiusura” del Mar Rosso il nuovo shock per i prezzi in Europa

“Queste decisioni ci preoccupano per gli effetti che potranno avere sulla movimentazione delle merci, sui tempi di consegna e sui prezzi dei noli, con conseguente riflesso sul costo dei beni al consumatore finale – ha dichiarato il rresidente di Assoporti, Rodolfo Giampieri – Il Mediterraneo, ritornato al centro delle rotte di navigazione rendendo l’Italia ancor più strategica, rischia di subire un forzato rallentamento della movimentazione. Se questa decisione si dovesse protrarre nel tempo, per i porti italiani sarebbe un danno serio”. 

Fonte : Today