Natale 2023
L’Italia è famosa in tutto il mondo per la sua cucina, estremamente variegata lungo tutto lo stivale. Ogni zona ha le sue pietanze tipiche, ecco una panoramica dal Nord al Sud del Paese.
Una tavola imbandita per Natale
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L’Italia è famosa per la sua cucina, che si arricchisce ancora di più nel periodo natalizio. A differenza di altri Paesi, la nostra penisola vanta una tradizione culinaria estremamente diversificata da nord a sud, e le festività non fanno eccezione. Tra le varie usanze, anche le abitudini alimentari si differenziano molto, ad esempio al nord il Cenone della Viglia non è così sentito come al sud, dove è l’evento principale delle feste natalizie. Il settentrione preferisce riunirsi per il pranzo del 25, consumando una cena leggera e a base di pesce il giorno prima. Se ormai ci sono delle pietanze che non mancano sulle tavole di ogni italiano, tutte le regione hanno il loro piatto tipico per le festività, percorriamo le ricette dello stivale.
Le ricette della tradizione del Nord Italia
Partendo dal territorio più a nord, il Trentino – Alto Adige il piatto tipico che si può trovare sulle tavole il giorno di Natale sono sicuramente i canederli. Emblema dei pranzi in rifugio durante le giornate di sci, queste polpettine di pane raffermo, formaggio e speck si possono consumare in brodo o condite e provengono direttamente dalla tradizione tirolese che porta con sé anche il dolce tradizionale di questi luoghi, ossia lo Strudel di mele, immancabile anche durante le festività.
Un piatto di Canederli
Un’altra regione italiana che mixa le tradizioni di due popoli è il Friuli Venezia Giulia che per Natale porta in tavola è la Brovada e Musset, una rapa bianca servita accanto a un insaccato simile al cotechino. Come dolce non si può rinunciare alla doppietta di Gubana e Presnitz, il primo un dolce tipico della parte friulana della regione, il secondo una specialità giuliana, del territorio triestino che si ispira ai sapori mitteleuropei, grazie all’unione gastronomica austro-ungarica.
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In Veneto la tradizione vuole che si serva polenta e baccalà, preceduta da un antipasto a base di salumi locali. Alternative valide sono quelle a base di radicchio tardivo, tipico della regione, che si può gustare in un risotto. Come dolce, emblema della cultura veronese: il pandoro, che ha conquistato tutta Italia.
Il pandoro
La Lombardia banchetta a base di cappone, ma non sempre. Se l’animale da cortile è tra le pietanze più consumate durante le festività natalizie sulle tavole regionali si possono gustare anche i tortelli di zucca, tipici delle zona mantovana e i casoncelli alla bergamasca. A sorpresa, come secondo piatto si trova l’anguilla cotta al cartoccio. Nasce a Milano il dolce simbolo delle feste: il panettone, orgoglio della città.
In Valle d’Aosta si mangia la carbonade, carne di manzo cotta nel vino rosso accompagnata da crostini al miele che si possono condire con salumi di capra o pecora essiccate e aromatizzate. Dolce tipico, invece, è la micòoula, antenata del panettone realizzato con farina di segale e frumento a cui si aggiungono castagne, uvetta, fichi e altri prodotti locali.
Un piatto di agnolotti del plin
Gli agnolotti del plin sono i protagonisti del Natale dei piemontesi, dei ravioli ripieni di carne e serviti in brodo o con il sugo dell’arrosto. Tra gli antipasti non può mancare la bagna cauda mentre per secondo anche qui si sceglie il cappone arrosto e il vitello tonnato. Per concludere il pasto le pere Martine o Martin Sèch, una varietà di pere più piccole delle altre che vengono solitamente mangiate cotte e accompagnate da del vino.
In Liguria non può mancare la cima, piatto natalizio della regione per eccellenza. Una ricetta che affonda le sue radici nella tradizione popolare e che nasce come pietanza di recupero, gli avanzi vengono inseriti in una tasca di carne di vitello che viene poi bollita in acqua. Dolce tipico, invece, il pandolce, una sorta di panettone meno lievitato del classico milanese.
I piatti tipici natalizi del centro Italia
Patria dei tortellini è l’Emilia-Romagna, ripieni di lonza di maiale, polpa di vitello, mortadella e gli ingredienti segreti, vengono serviti nel brodo di cappone. Come antipasto si serve solitamente un ricco tagliere di salumi tipici della regione, e come secondo un ricco bollito di cotechino.
La faraona arrosto
La Toscana è famosa per i crostini di fegatini seguiti dai cappelletti in brodo, e da arrosto di faraona, anatra, fegatelli. Piatto tipico della tradizione è il bardiccio, una salsiccia di maiale al finocchio, che viene cucinata alla brace dopo la mezzanotte. Dolce regionale è il panpepato. Menù simile anche in Umbria che come secondo preferisce l’oca arrosto. Nelle Marche viene servita, invece, una variante della pasta in brodo, i passatelli, oppure i maccheroncini di Campofilone al ragù.
I passatelli in brodo
Il fritto misto è il protagoniste della cena della Vigilia del Lazio, composto da carciofi, broccoli e baccalà. Per il giorno di Natale, invece, cappelletti in brodo e abbacchio al forno con patate, bollito misto e tacchino ripieno, ma tra le pietanze tipiche anche il capitone in umido servito con la polenta, mentre come dolce il pangiallo, a base di frutta secca e canditi con farina, miele e cioccolato. In Molise invece primeggia la zuppa di cardi o il brodo alla termolese, realizzato a base di pesce.
Cosa si magia a Natale nel Sud Italia
Il pesce regna sulla tavola per la cena della Vigilia in Campania. Tra spaghetti alle vongole, sautè di vongole e frittura si lascia spazio alla carne per il giorno di Natale che vede servire la minestra maritata, che unisce carne e verdura, e il cappone accompagnato della tradizionale insalata di rinforzo. Come dolce non possono mancare gli struffoli: praline di pasta fritta ricoperte di miele, confetti e frutta candita.
Un piatto di struffoli
In Basilicata si usa cucinare il maiale, carne principale del ragù con cui viene condita la pasta servita come prima. Come secondo piatto invece si trova un piatto tipico della regione, il peperone crusco, che si può assaporare in ogni periodo dell’anno. Primo a base di carne suina anche in Calabria a cui segue il capretto al forno alle erbe selvatiche con patate, il tutto servito broccolo calabrese saltato in padella e condito con peperoncino come contorno. Dolce tipico della regione, invece, sono i petrali, dei biscotti di frolla ripieni di fichi secchi, mandorle e vino cotto.
Le cime di rapa sono invece tipiche delle tavole pugliesi. Il giorno della vigilia si friggono il baccalà e le le pettole, frittelle di pasta lievitata farcite con pomodori, capperi, origano e alici, ma anche gamberi sgusciati, cime di rapa e ricotta. L’agnello al forno viene accompagnato dai lampascioni, delle cipolline leggermente amare. Come dessert, le cartellate dei dolci fritti a forma di rosa e guarniti con miele o mosto, il torrone, fichi secchi e pasticceria di mandorle.
Un piatto di baccalà fritto
In Sicilia il pasto si apre con lo sfincione, una pizza tipica a base di cipolla che varia a seconda delle zone dell’isola. Tra i primi poi sformato di anellini al forno conditi con ricotta e la pasta con le sarde. Un piatto tipico della tradizione siciliana è il falsomagro un grosso involtino, composto da una fetta di carne di manzo ripieno mortadella, lardo, caciocavallo e uova sode. Dolce simbolo della regione e del Natale è la Cassata siciliana, famosa in tutto il mondo per il suo ricco ripieno di ricotta.
La Cassata siciliana
Il porcellino con il mirto è una delle pietanze più gettonate durante le feste in Sardegna, scelto con attenzione, deve pesare tra i 6 e i 7,5 chili e deve essere rigorosamente autoctono. Altri piatti tipici della regione sono i culurgiones de casu, ravioli ripieni con sugo di pomodoro, e poi i malloreddus, gnocchetti di semola al sugo di salsiccia. Tra i dolci di Natale regna la ricotta con il miele e le seadas al miele, accompagnati da vini locali come Cannonau e Moscato.
Fonte : Fanpage