Un senso alla morte di Giulia “non lo troverò mai, neanche quando avrò 60 anni, io e lei volevamo diventare vecchie insieme”. Lo ha detto Elena Cecchettin, sorella di Giulia, la 22enne uccisa a Vigonovo da Filippo Turetta, nel corso di un’intervista rilasciata a ‘Quarto Grado’, su Rete4, e andata in onda venerdì sera. “Ci sono delle persone, in questo caso una persona in particolare” dice Elena riferendosi a Turetta, “che pensava di avere il diritto su un’altra persona e di estenderlo al decidere se poteva vivere oppure no, se poteva uscire con le amiche, se venire alla mia festa di compleanno”, in altre parole “se avere la libertà”.
“Giulia mi raccontava dei momenti di gelosia spropositata, però inizialmente diceva: ok è la mia prima relazione, è anche la sua prima relazione, forse nel giro di qualche mese riusciamo un attimo a capirci. Ma la situazione non migliorava” dice ancora Elena. “La goccia che ha fatto traboccare il vaso” racconta ancora la sorella di Giulia, “è quando lui le disse di rallentare con gli esami ‘perché io non riesco a laurearmi insieme a te'”. Filippo “la trattava come una sua proprietà, come se lei non potesse fare nulla senza il suo controllo. Lei mi diceva: ‘Potrei studiare molto più velocemente se non dovessi farlo con lui, e invece lui pretende che facciamo tutto insieme'”.
Giulia “non ce la faceva più” dice la sorella Elena, “e aveva deciso di chiudere la relazione. Lui l’ha manipolata anche solo insistendo per tornare insieme e quando ciò è accaduto lei si è vergognata di dirmelo. Per una settimana si è sforzato di non fare scenate poi è ricominciato tutto come prima, se non peggio”. Filippo, racconta ancora la sorella della 22enne, “la controllava in tutti modi anche attraverso i messaggi della buonanotte e aveva capito che minacciando di farsi del male mia sorella sarebbe rimasta là”.
Fonte : Today