Il nuovo comitato di esperti sull’intelligenza artificiale delle Nazioni Unite ha pubblicato le sue prime raccomandazioni per una gestione condivisa, equa e responsabile di queste nuove tecnologie. Il rapporto intermedio è arrivato appena due mesi dopo l’insediamento ufficiale dell’AI Advisory body e chiunque può inviare le proprie considerazioni sul documento, dal sito del Comitato, entro il 31 marzo 2024. Il rapporto finale, che terrà conto dei commenti inviati, verrà invece presentato a settembre 2024, durante il Vertice del futuro.
Sulla base delle regole e dei principi delle Nazioni Unite, come la Carta, la Dichiarazione universale dei diritti umani o il diritto internazionale, gli esperti hanno chiesto un maggiore allineamento tra queste norme e le modalità di sviluppo e utilizzo dell’intelligenza artificiale (AI). Perché ciò accada, hanno delineato cinque principi guida che dovranno dirigere la formazione e il lavoro delle nuove istituzioni di controllo di questo settore.
Il primo è quello dell’inclusione, per garantire a tutti e tutte un accesso equo alle potenzialità offerte dall’AI. Il secondo riguarda la tutela dell’interesse pubblico, per rendere responsabili sia le aziende che distribuiscono e controllano l’AI, sia gli utenti, rispetto a metodi di sviluppo impropri o un uso dannoso di questi strumenti. Il terzo mette al centro la necessita di proteggere i dati personali e il quarto la partecipazione universale di paesi e parti interessate nelle attività di regolamentazione. Infine, il quinto specifica come il controllo dell’AI debba essere ancorato alla Carta delle Nazioni Unite, al diritto internazionale e agli obiettivi di sviluppo sostenibile.
Oltre a questi principi cardine, il rapporto delinea le sette funzioni fondamentali che dovranno essere svolte dagli organi chiamati a gestire l’AI. In particolare, dovranno valutare periodicamente lo stato dell’AI e quale direzione stia prendendo il suo sviluppo, garantire l’armonizzazione internazionale degli standard di sicurezza e dei metodi di gestione dei rischi, promuovere la collaborazione internazionale per assicurare l’integrazione dei paesi del Sud del mondo, monitorare i pericoli, coordinare la risposta alle emergenze e sviluppare norme vincolanti sulla responsabilità.
Essendo ancora un lavoro preliminare, gli esperti non hanno ancora formulato una proposta unitaria e definita che porti alla creazione di un organo di controllo. Per ora, il documento lascia aperta la possibilità che le funzioni elencate possano essere svolte o da una nuova istituzione internazionale o da un network di istituzioni già esistenti. Le forme istituzionali che potrà assumere l’organo di controllo verranno proposte nel rapporto finale. È importante sottolineare che, almeno per ora, queste raccomandazioni non hanno carattere vincolante.
Fonte : Wired