Buona parte dei Paesi asiatici registrano indici in negativo, con il record della Corea del Sud. Le prospettive più fosche emergono da Bangkok, che rischia di dover rivedere i piani di sviluppo. Le proiezioni mostrano un dimezzamento della popolazione entro il secolo. Il 2023 potrebbe essere quello con meno nascite degli ultimi 74 anni.
Bangkok (AsiaNews) – Demografia con indici in negativo per l’anno 2023 in buona parte dei Paesi asiatici, con il record sudcoreano. Tuttavia, tra i Paesi che più guardano con sconforto alla situazione attuale e con preoccupazione a quella futura vi è anche la seconda economia del Sud-est asiatico: la Thailandia, infatti, in una prospettiva di revisione delle possibilità e dei piani di sviluppo dovrà tenere conto di fattori essenziali tanto per la competitività quanto per il “peso” crescente sul welfare. La concomitante diminuzione delle nascite e l’invecchiamento sostenuto della popolazione ne fanno un caso limite, con il dato forse più eclatante di un dimezzamento entro il secolo dei 66 milioni di abitanti attuali se non interverranno fattori decisivi.
Per ora, l’anno che si chiude ha visto il più basso numero di nascite da 74 anni e, sempre per i nuovi dati diffusi dal ministero della Sanità di Bangkok, il numero è del 40% rispetto a soli dieci anni fa. Con 485.085 nuovi nati nel 2022, la Thailandia ha confermato di essere ben al di sotto della soglia di 2,1 figli per donna in età fertile, arrivando a uno sconfortante 1,08. Occorrono misure efficaci e urgenti, segnalano gli esperti thailandesi, a partire da un’opera di convincimento per contrastare la tendenza a considerare la prole un peso economico e un freno alla crescita individuale.
Molto però, si sottolinea, dovrà essere predisposto dalla convergenza di intenti fra Stato, settore privato e società civile. Nessuno può ignorare le implicazioni di un inverno demografico sulla disponibilità di forza lavoro, produzione e sviluppo. Lo stesso ministro della Sanità, Cholnan Srikaew, lo ha incluso tra le priorità di governo nel discorso con cui a settembre è entrato in carica, parlando di “distorsioni nella società” che spingerebbero chi ha maggiori, istruzione, conoscenza e possibilità ad avere meno figli.
Significativamente, il giorno di Natale il comitato costituito all’interno del ministero della Sanità per affrontare il problema avrà un incontro con tutte le parti in causa. Al centro della discussione un progetto di rilancio delle nascite, che includa una maggiore sicurezza per le madri e migliori possibilità per i neonati e i bambini. Anche per valutare la proposta del ministero di aprire cliniche per la fertilità in ciascuna delle 76 provincie del Paese, come pure proporre incentivi materiali e di opportunità per ridurre il costo dei figli per le famiglie. A questo si aggiungono infine sostegni per le donne che hanno difficoltà a concepire e anche per rendere le tecniche riproduttive accessibili a single e a individui e coppie Lgbtq.
Gli economisti evidenziano d’altra parte le conseguenze di una transizione demografica definita “drastica e molto veloce”, che ha portato nell’ultimo biennio a un numero di morti superiore a quello delle nascite. Entro il 2083 la forza lavoro potrebbe calare dai 40 milioni attuali a 14 milioni, mentre la crescita parallela dell’età media rischia di portare la popolazione anziana a 18 milioni, la metà circa dei futuri thailandesi.
Fonte : Asia