I boss della droga sono a Dubai, ma i “piccoli” che gestiscono il traffico fanno base in Europa, in particolare a Marsiglia. La cittadina nel Sud della Francia viene considerata una delle capitali del narcotraffico, anche sulla base di un dato in crescita: il numero di morti. Nel 2023, secondo le informazione diffuse dalla polizia transalpina è stato raggiunto un numero record di vittime. A terra sono rimaste 47 persone, mentre i feriti risultano essere 118. Mentre il sole splende sulla città delle Calanche, la droga ha reso davvero buio questo anno a Marsiglia. Secondo gli investigatori i punti vendita nella città sono oltre cento, con territori sempre più spesso macchiati di sangue. Un “livello storicamente mai raggiunto”, ha detto il pubblico ministero Nicolas Bessone parlando il 21 dicembre durante una conferenza stampa di “questo fortissimo aumento dei narco-omicidi”. In tre anni il loro numero è più che raddoppiato. Nel 2020 i morti erano stati “solo” 20.
Narcoterrorismo
La procura di Marsiglia ha individuato quattro categorie criminali: i narcotrafficanti affiliati ad un gruppo criminale, le giovani vedette e i venditori nelle piazze di spaccio. Questi ultimi sono quelli più spesso presi di mira. Secondo gli investigatori a Marsiglia la logica diffusa è quella di un vero e proprio “narcoterrorismo”. I vertici cercano di appropriarsi della rete di spaccio esistente in un determinato territorio, senza alcuna considerazione delle cosiddette vittime collaterali. A preoccupare in modo particolare è il ruolo dei giovanissimi, che figurano sia tra le vittime che tra gli autori degli omicidi. Sette sono i minorenni che figurano tra le persone uccise, mentre tra i feriti ne risultano diciotto. Tra coloro che hanno perso la vita nel 2023 ci sono state anche tre donne. Per quanto riguarda gli autori, delle 56 persone incriminate per omicidio da banda organizzata o tentato omicidio, i minorenni sono sei, con il 51% che ha tra i 18 e i 21 anni.
Spacciatori reclutati sui social network
Come racconta il quotidiano Le Monde, il mondo del narcotraffico si è anche digitalizzato. I piccoli spacciatori vengono sempre più spesso reclutati sui social network dai trafficanti di Marsiglia, capaci di far sognare denaro facile alle giovani generazioni. Una volta finiti nella rete, gli adolescenti finiscono col pagare il prezzo più alto. Come avvenuto ad un sedicenne della regione della Savoia. Appena quattro ore dopo essere arrivato a Marsiglia, è stato prelevato alla stazione di Saint-Charles da un “taxi” della rete della droga. Al mattino aveva salutato la madre, dicendole: “Ci vediamo stasera!”. È stato invece ucciso il giorno stesso: era il 13 novembre. Tra i mezzi che la procura di Marsiglia sta valutando per arginare il fenomeno c’è quello di avviare una campagna di messaggi sui social network, per dissuadere gli aspiranti spacciatori dal recarsi a Marsiglia. L’idea è di sensibilizzarli sui rischi che corrono, ma il miraggio di facili guadagni rimane una potente attrattiva.
“Quote rosa” nel traffico di droga
Nel mondo del narcotraffico transalpino sta prendendo piede anche la quota femminile. Una novità nel panorama dello spaccio marsigliese. Sono quattro le donne incriminate per associazione a delinquere finalizzata a commettere reati. In vari casi sostituiscono un compagno in fuga o in carcere. “In precedenza, le donne fungevano da fornitrici di denaro, droga e armi. Oggi vediamo che sembrano assumere un ruolo più attivo nella gestione dei punti di accordo e nell’organizzazione e sponsorizzazione degli omicidi”, ha affermato la Procura. In questo quadro polizia e magistratura stanno intensificando il loro lavoro. Tra i frutti delle indagini c’è stato l’arresto in flagranza di cinque squadre di killer, presi subito dopo aver “pianificato” un omicidio. Il pubblico ministero cittadino ha citato anche il sequestro di 35 armi da guerra, una bomba artigianale e tre granate, insieme ad 800mila euro.
Un magistrato negli Emirati Arabi
Soldi. Tutto gira intorno al fatturato della droga. Nei cinque principali punti vendita di Marsiglia si aggira tra i 50mila e gli 80mila euro. Al giorno. Il controllo delle piazze di spaccio, in una quindicina di città, è al centro della guerra tra due bande criminali: DZ Mafia e Yoda, a cui la procura attribuisce il 73% degli omicidi e degli attentati. Un po’ come per la mafia che, raccontava il regista diceva Pif, “uccide solo d’estate”, il picco degli omicidi si è verificato ad agosto: diciotto in un solo mese. Gli investigatori francesi stanno provando a risalire la cima della catena di violenza, esplorando piste anche al di fuori dei confini dell’Esagono. L’obiettivo del pm Bessone è di creare un apposito incarico di magistrato di collegamento a Dubai. Nella capitale degli Emirati Arabi Uniti sono insediati i boss del narcotraffico. Altro rifugio dorato è a Santa Lucia nei Caraibi, punto di transito della cocaina verso l’Europa. Per scovare i burattinai delle guerre per il controllo delle piazze di spaccio, la magistratura francese spera nello sviluppo della cooperazione internazionale. Anche in patria però c’è tanto lavoro da fare, soprattutto nelle carceri. Dalla galera avviene larga parte della gestione del traffico di droga e la programmazione degli omicidi, grazie all’invio di messaggi crittografati sui telefoni. I magistrati puntano ad una maggiore collaborazione con l’amministrazione penitenziaria per evitare che la detenzione diventi un ulteriore snodo operativo della criminalità.
Fonte : Today